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Profilazione dei clienti: in 10 anni questionari più chiari (ma si può fare ancora meglio)

Nell’arco di un decennio, i questionari utilizzato dagli intermediari finanziari per valutare l’adeguatezza degli strumenti finanziari offerti ai clienti sono diventati più efficaci e comprensibili. Ma alcuni aspetti posso essere migliorati, come il peso ancora elevato dell’autovalutazione nelle risposte dei clienti o una presenza di domande volte a rilevare la comprensione del meccanismo del bail-in ancora limitata ad appena il 18% dei casi. A segnalarlo è la Consob, l’Autorità italiana per la vigilanza dei mercati finanziari, in un recente comunicato stampa.

Il tema, spiega la Consob, è affrontato nel convegno dedicato al tema “Profilazione della clientela per la valutazione di adeguatezza – Ricognizione su un campione di intermediari italiani”, tenutosi in Consob i primi del mese. Nel corso dell’evento si è fatto il punto sull’evoluzione dei questionari, partendo dal Discussion Paper del 2022 “Profilazione della clientela ai fini della valutazione di adeguatezza. Follow up dello studio del 2012 su un campione di intermediari italiani”. Un documento, questo, che riprende ed estende l’analisi pubblicata in un precedente Discussion Paper del 2012, allargando il perimetro agli algoritmi di profilazione degli investitori e alle preferenze di sostenibilità ambientale dei clienti.

 

Profilazione del cliente: cos’è emerso dall’analisi più recente?

Che nell’arco di un decennio la qualità dei questionari è aumentata in termini di completezza e chiarezza dei contenuti, a beneficio di una profilazione più efficace. Anche per effetto dell’attività di vigilanza condotta dalla Consob, inoltre, gli intermediari utilizzano di più algoritmi che limitano profilazioni opportunistiche dei clienti.

 

 

Restano, però, margini di miglioramento, dal peso assegnato all’auto-valutazione a informazioni cruciali come quelle sul rischio di bail-in. “Le informazioni raccolte”, puntualizza la Consob nel suo comunicato stampa, “potrebbero essere sottoposte a più stringenti controlli di coerenza interna e verificate alla luce del più ampio set informativo a disposizione dell’intermediario. I punteggi assegnati alle domande talvolta non sono commisurati alla complessità degli strumenti finanziari”. La Consob ha in corso iniziative di vigilanza sulla profilazione della clientela adottate dai soggetti del campione, per garantire una migliore convergenza verso best practices di mercato.

 

Passi in avanti, ma ci sono margini di miglioramento

“I risultati dell’analisi indicano una serie di elementi positivi”, ha commentato il commissario Consob Paolo Ciocca in apertura dei lavori. “Ma c’è anche un’area dove è possibile un miglioramento, dove le sfide possono tramutarsi in opportunità”, ha spiegato Ciocca riferendosi a quanto emerso dal Rapporto della Consob sulle scelte di investimento delle famiglie italiane e all’ingresso di nuove tipologie di investitori grazie alle nuove tecnologie.

Dalle rilevazioni della Consob emerge “un processo decisionale degli investitori ancora poco strutturato su cui c’è del lavoro da fare”, ha detto Nadia Linciano, responsabile della Divisione Studi della Consob. “Un tema che si inserisce sulla necessità di innalzare la conoscenza del servizio di consulenza: gli investitori spesso non ne comprendono appieno il valore aggiunto, né le ricadute concrete delle informazioni che comunicano al consulente”.

 


 

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