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HomeECONOMIA E MERCATIBollettino: mercati attendisti, tassi giù in Russia, PIL USA cresce

Bollettino: mercati attendisti, tassi giù in Russia, PIL USA cresce

Quali sono stati i fatti salienti della scorsa settimana?

In Grecia, Tsipras ha vinto le elezioni e formato un nuovo governo. La Grecia ha urgente bisogno di aiuti internazionali per affrontare le scadenze che l’aspettano, ma sembra non voler sottostare alle richieste di austerity. Chi vincerà?

La Fed lascia fermi i tassi d’interesse. Tuttavia nell’ultimo comunicato Janet Jallen ha ribadito di essere “paziente” nell’innalzare i tassi d’interesse ed attenta agli sviluppi internazionali. La Fed  sembra essere soddisfatta della condizione di salute dell’economia americana e non preoccupata del calo dell’inflazione. Nel frattempo nel quarto trimestre il PIL è cresciuto del +2,6% t/t annualizzato.

In Russia, la Banca Centrale ha inaspettatamente tagliato i tassi d’interesse dal 17,0% al 15,0%, ma la situazione rimane fragile. Per l’agenzia di rating S&P il livello di affidabilità del debito sovrano russo è speculativo (BB-).

L’area euro si conferma in deflazione: -0,6% su base annua. Deboli segnali di miglioramento arrivano dall’Italia, il cui tasso di disoccupazione è sceso al 12,9%, e dalla Germania con l’indice Ifo in rialzo a gennaio.

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Mercati

Con l’elezione di Syriza i mercati non si sono scomposti più di tanto: l’euro si è apprezzato, l’oro è sceso, sia i mercati azionari che obbligazionari hanno tenuto. La partita tra la Troika ed il Governo sulla misure di austerity è appena incominciata e, per quanto la ratio umana sia imprevedibile, entrambe le parti hanno incentivi a collaborare.

I mercati azionari chiudono prevalentemente in negativo la settimana, ma le perdite sono contenute rispetto a ciò che ci si poteva aspettare. In Europa, tra i Periferici soffrono per lo più Portogallo (PSI20 -3,0) e Spagna (-2,2%), mentre il mercato italiano chiude solo leggermente in ribasso (FTSEMIB -0,4%). Le preoccupazioni degli investitori si sono focalizzate sulla Grecia e sui titoli bancari del Paese ellenico: Piraeus segna -46,7%, mentre Alpha -30,5%.

Negli USA ci sono stati dei nuovi risultati deludenti per i grandi del settore Oil&Gas (Chevron, Phillips 66) e i listini continuano a perdere terreno (S&P500 -2,5%), nonostante i segnali sul PIL siano incoraggianti e in aggregato i risultati sulle trimestrali risultino soddisfacenti. Perdono terreno gli Emergenti (-1,8%). Ma c’è èeterogeneità di performance al loro interno; in Asia l’India (+6,1%) e le Filippine (+6,4%)  si confermano le migliori piazze azionarie da inizio anno.

Sul fronte obbligazionario i tassi d’interesse offerti dai titoli di Stato dei Paesi Periferici sono aumentati, ma non sulle scadenze a lunghissimo termine. In particolare, lo spread tra Btp e Bund è arrivato a toccare i 126 punti base, mentre il rendimento offerto dal Bund ha toccato un nuovo minimo storico di 0,33%. Come per il mercato azionario i timori si sono concentrati principalmente sul mercato obbligazionario ellenico, che mo0stra una curva dei tassi d’interesse invertita: l’obbligazionario a 3 anni è arrivato a rendere il 19% mentre il decennale ha superato al soglia del 10%. Segnale inqeuivocabile di paura di un default. Lo spread greco ha toccato i 995 punti base. Tuttavia, l’incertezza sulla situazione della Grecia non ha condizionato le aste dei titoli di Stato italiani, che hanno registrato tassi d’interesse in discesa. Rendimenti in discesa anche per i titoli obbligazionario americani, sia governativi che corporate.

Sui mercati valutari diverse divise soffrono per via delle condizioni economiche del proprio Paese. Il dollaro canadese si è portato ai minimi di sei anni rispetto al dollaro americano (1,26). Invece, la lira turca prosegue il suo deprezzamento verso il dollaro USA, toccando un nuovo minimo storico (1,244) in attesa di un nuovo taglio dei tassi d’interesse. Infine, il rublo ha toccato nuovi minimi rispetto all’euro (79,7). Sul mercato delle commodities continua la discesa del petrolio WTI che rimane sotto i 50 dollari al barile.

Asset class a confronto Ultimo valore Ultima settimana Ultimo mese Da inizio anno
Azioni Italia 20.445 -0,4% +7,5% +7,5%
Azioni Europa 367 -1,0% +7,5% +7,1%
Azioni USA (in USD) 2.003 -2,4% -3,7% -2,7%
Azioni Giappone 1.415 +0,8% +0,5% +0,5%
Azioni Emergenti (in USD) 973 -1,8% +1,9% +1,8%
Obbl. Gov. Italia 807 -0,3% +2,5% +1,8%
Obbl. Gov. USA (dollari) 447 +0,9% +3,6% +3,5%
Obbl. Gov. Internazionali (in euro) 295 +0,9% +8,4% +7,8%
Obbl. Gov. Paesi Emergenti (in dollari) 695 +0,8% +0,4% +0,5%
Obbl. Investment Grade zona euro 133 -0,1% +0,6% +0,6%
Obbl. Corp. Investment Grade USA 140 +0,4% +2,6% +2,5%
EUR/USD 1,130 +0,8% -7,1% -6,6%
GPB/USD 1,503 +0,3% -3,4% -3,5%
JPY/USD 117,4 -0,3% -1,7% -2,0%
Oro (euro) 1.276 -1,4% +6,0% +7,4%
Petrolio (WTI, USD) 49,4 +1,1% -14,8% -13,9%
Indici di mercato in euro. Dati di chiusura venerdì ore 17h45.

Azioni Italia: FTSEMIB; Azioni Europa: Stoxx Europe 600; Azioni USA: S&P500; Azioni Giappone: Topix; Azioni Emergenti: MSCI Emerging Market.
Obbl. Gov. Italia, USA e internazionali: Bloomberg EFFAS; Obbl. Gov. Paesi Emergenti: JPMorgan EMBI Plus; Obbl. Investment Grade zona euro e USA: Bloomberg Index.

Da tenere d’occhio questa settimana

  • Europa – L’indice PMI Composito di Italia, Spagna e UK dovrebbe confermare il momentum positivo dell’attività economica. Per la zona euro le vendite al dettaglio di dicembre sono previste in crescita (+2,0%) così come gli ordinativi industriali in Germania (+0,7% a/a). La Banca Centrale inglese dovrebbe mantenere invariati i tassi d’interesse (+0,5%).
  • USA – l’attenzione è rivolta ai dati sui consumi personali (lunedì) e sui dati del mercato del lavoro (venerdì). Il numero occupati nel settore privato dovrebbe aumentare di 255mila unità e il tasso di disoccupazione è atteso in discesa, al 5,5%.
  • Giappone – dopo i dati in miglioramento del mercato del lavoro (il tasso disoccupazione è sceso al 3,4%) gli occhi sono puntati sull’indicatore economico avanzato (atteso in miglioramento) e sull’indice PMI.
  • BRIC –  attesa per il dato sull’indice PMI composito. Ricordiamo che tra i Paese Emergenti l’indice è superiore a 50 solo in India e Cina. Altri due dati importanti riguardano il tasso d’inflazione in Russia e in Brasile, entrambi attesi in aumento. Infine, occhi puntati sulle decisione di politica monetaria in India: gli analisti non si aspettano variazioni dei tassi d’interesse.
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