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Lo strano caso dei fondi in Borsa e delle banche che non li vendono

I fondi comuni quotati in Borsa sono la novità del 2015: sono disponibili su Borsa Italiana, con commissioni di gestione pari a una frazione di quelle che i risparmiatori pagano se acquistano i fondi comuni tramite rete bancaria o di promotori.

Ma, proprio per via dei costi bassi, molti intermediari finanziari si rifiutano di vendere questi fondi comuni. Se li vendessero, rinuncerebbero a laute commissioni di collocamento generate da altri fondi più costosi e si inimicherebbero i venditori. Si chiama conflitto d’interesse, ciurma…

Ricordate sempre che i collocatori, come i promotori e le reti bancarie, si intascano ogni anno mediamente 2/3 delle commissioni di gestione che voi pagate.

Soluzione della lobby bancaria: fare muro, non vendere i fondi quotati in Borsa. Geniale… I risparmiatori pagano di più? Non importa. Tanto, secondo il banca-pensiero e il promotore-pensiero, i risparmiatori hanno l’anello al naso, basta raccontargli che quei fondi sono pericolosi, che il fai-da-te è un grosso rischio, perché i fondi comuni sono un prodotto complesso (nulla di più falso, si tratta di un prodotto destinato al largo pubblico, come gli ETF), che invece loro sono essenziali. Quindi la lobby bancaria insiste nel tentare di vendervi fondi con un carico commissionale più alto, mantenendo in salute il loro guadagno (a spese vostre), imbastendo divertenti storielle del terrore per voi. Conservazione del potere, sopravvivenza. Loro voglio mantenere i loro lauti margini, e per farlo voi dovete (indirettamente) foraggiarli con le commissioni, capito?

Ma vediamo, senza pretesa di completezza, in base alle segnalazioni raccolte, chi vende e chi non vende questi fondi quotati in Borsa.

Da una rapida indagine, Fineco e Webank oggi non vendono i fondi quotati, IWBank nemmeno (durante un convegno Ascosim, un relatore della banca ha dichiarato di non voler assolutamente collocarli). Mi risulta invece che si possano acquistare tramite Intesa Private e Deutsche Bank.

Ma… attenzione ai costi di negoziazione! Deutsche Bank ha cercato di caricare (segnalazione di una lettrice) 26,5 euro di commissioni su 1500 euro di controvalore acquistato. Un errore? Inoltre c’è stato qualche problemino tecnologico: la valorizzazione di una quota a 1 euro anziché al valore di quota (alcune decine di euro), fino al momento dell’esborso, con conseguente improvvisa lievitazione della spesa (uno potrebbe anche andare in rosso sul conto, per una cosa del genere).

Certo, un po’ di pasticcio è fisiologico… del resto i fondi comuni sono quotati in Borsa Italiana da poco e sono ancora pochini (due società). Ma cresceranno, se gliene verrà data l’opportunità. So che sono diverse le società in attesa di quotare i loro fondi.

Ricordate che se il sistema bancario fa muro contro qualcosa è perché conviene a loro e non a voi. E cosa si fa quando un negozio vende un PC della stessa marca presente in un altro negozio, ma con un prezzo molto più alto? Si cambia negozio! Questo è ciò che può fare la ciurma di risparmiatori: chiedere, rompere le scatole, e alla peggio cambiare banca. Allora forse cambieranno modo di comportarsi con voi. Rage Against The Machine.

Ciurma,  attendo con ansia vostre segnalazioni su quali banche vendono i fondi in Borsa e quali non lo fanno!

 

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Ultimi commenti
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    “La ricerca non ha prodotto risultati” – CheBanca!

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    IWbank ai tempi retrocedeva comunque per intero le commissioni d’ingresso sui fondi. Ai tempi mi ricordo che comprai Arca obbligazionario paesi emergenti.
    Oggi non lo so, sono scappato anni fa dalla loro becera piattaforma online e se anche fossi ancora lì comunque comprerei l’ETF iShares sui paesi emergenti piuttosto che un Fondo.

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    Verissimo, cercando direttamente per ISIN nemmeno Fineco me li presenta!
    Non si trovano nemmeno nella sezione dei fondi…

    …ma scusate, mi domando, può una banca filtrarmi e non permettermi di comprare quello che è quotato in borsa?

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      certo che può…se non li gestisce il back office non te li vende

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    Ciao e grazie per l’articolo che descrive esattamente la mia esperienza di risparmiatore con la banca.

    Vorrei fare una domanda: che differenza c’è nell’acquistare un fondo in borsa o come nel caso di AcomeA direttamente dal sito web con lo strumento Fai da Te online? Costi?
    Se qualcuno ha voglia di rispondere, Grazie in anticipo.

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      Ciao Dan,

      I fondi di AcomeA acquistati in Borsa (Classe Q2) o online dal sito di AcomeA (Classe A2) sono assolutamente equivalenti sotto il profilo dei costi: non ci sono commissioni di ingresso e uscita e le commissioni di gestione sono dimezzate rispetto a quelle piene (Classe A1).

      Acquistare il fondo in Borsa ha il vantaggio che lo gestisci dal tuo deposito titoli, insieme ad altri eventuali investimenti. Per acquistare invece i fondi dal sito di AcomeA non è necessario avere un deposito titoli ed è possibile attivare dei PAC e gli altri servizi messi a disposizione dei clienti (Attiva la cedola, ribilancia l’investimento…).

      Restiamo a disposizione per chiarimenti

      Un saluto
      Lorenzo

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        Per adesso grazie! se dovessi avere qualche altro dubbio mi farò risentire visto che sei cosi disponibile/gentile

        Mettendo a confronto quello che vedo e sento in banca, sono rimasto favorevolmente impressionato dalla chiarezza e quantita d’informazioni/articoli che ho trovato sul sito di AcomeA.
        Veramente un abisso rispetto alla banca dove le info le devi tirare fuori con la pinza. Quando va bene.

        Ciao Lorenzo.
        Dan.

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          È un piacere! Non esitare a contattarci per qualsiasi necessità, anche scrivendo a info@acomea.it oppure tramite la chat sul sito. Saluti

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    Buongiorno,

    Mi trovo, come tanti, nella posizione di dover scegliere tra la vasta gamma di fondi il più adatto a me.
    Come guida stò leggendo un estratto (da Amazon) del libro:

    Common Sense on Mutual Funds di John C. Bogle. Devo ancora acquistarlo, prezzo €22,00.

    La domanda è (se qualcuno conosce il libro citato) le regole e suggerimenti
    che si trovano nel libro (probabilmente scritto per pubblico USA)si applicano anche al mercato Italiano dei fondi? I due mercati sono simili, o ci sono differenze enormi?

    Se qualcuno ha la voglia e il tempo….Grazie!

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