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Cipro: prelievi dai depositi per il salvataggio. Ecco cosa succede

E così, nel fine settimana (16-17/03), dopo un anno circa di interminabili incontri e discussioni tra “bradipi”, finalmente il Consiglio dei Ministri finanziari UE, in accordo con il FMI, ha partorito un’ipotesi di soluzione al problema Cipro: una bella tassa sui depositi bancari!

I titolari di depositi presso banche cipriote dovranno pagare una tassa “una tantum” prelevata direttamente e forzosamente dai loro risparmi, producendo un gettito che andrà a costituire circa la metà del salvataggio da 10 milioni di euro necessario a Cipro. I conti con oltre 100.000 € saranno tassati al 9,9%, mentre l’aliquota di quelli d’ammontare inferiore sarà del 6,75%. Le banche cipriote resteranno chiuse, per evitare qualsiasi corsa agli sportelli in grado di vanificare qualunque provvedimento. Quando gli sportelli bancari riapriranno, la tassa sarà già stata prelevata (sempre che il Parlamento Cipriota approvi il pacchetto, cosa non  scontata al momento della redazione di questo post).

cipro rischio default

Anche se Cipro è una piccola isola del Mediterraneo, la cui economia rappresenta solo lo 0,2% del PIL dell’Unione Monetaria, si tratta di un provvedimento cruciale. Infatti, per la prima volta da quando si parla di crisi finanziaria dell’Eurozona, vengono toccati i depositi bancari. A mio personale parere è un grave errore strategico: è il classico caso in cui rischiamo di vedere in azione la “Legge delle conseguenze non volute”, di cui parlò per la prima volta nel 1936 il sociologo Robert Merton. La legge si può riassumere più o meno così:

Gli interventi sui sistemi complessi (come quelli economici e finanziari) tendono a creare effetti non voluti e spesso indesiderabili.

Ecco, la storia dell’Eurozona è costellata di episodi riconducibili alla “Legge delle conseguenze non volute”

Il primo enorme errore fu accontentarsi dell’Unione Monetaria creata dai padri fondatori dell’euro e non far nulla per integrare maggiormente l’area dal punto di vista fiscale e politico. L’Eurozona si giocò così la politica monetaria e, contemporaneamente, si gettarono involontariamente le basi per gli squilibri strutturali alla base della crisi che stava per arrivare da lì a pochi anni. Ma i leader politici europei, capitanati da quelli tedeschi, procedettero con spensierata allegria da orchestrina bavarese sul Titanic. Fino all’urto con la crisi del debito sovrano, cinque anni orsono.

All’inizio della crisi, l’altro grande errore strategico fu tentennare e traccheggiare nell’affrontare con decisione la situazione della Grecia, un’economia piccola, che verosimilmente non sarebbe nemmeno dovuta entrare nell’area euro. Senza volerlo, con la loro indecisione e mancanza di compattezza, i leader europei fecero capire ai mercati finanziari loro creditori che un Paese sovrano poteva andare in default, che l’Eurozona non era inattaccabile: da allora l’acquisto di un titolo di Stato, di qualunque Stato, è cambiato. Tutti i risparmiatori hanno metabolizzato che può davvero fallire e questo ha mutato molte cose.

Ora, con quest’ultimo provvedimento, vengono toccati i soldi dei depositanti di uno Stato membro dell’Eurozona. I ministri delle Finanze UE hanno optato per la soluzione più facile: prendere il grosso del denaro occorrente per il bailout (il salvataggio) con un colpo di mano sui depositi (ndr: pare che la Germania propendesse per un prelievo forzoso del 40%).

Per carità, in sé il provvedimento è ineccepibile, se si ha una vista tecnocratica a corto raggio. E’, per certi versi, una piccola cosa su un piccolo Stato. Non è nemmeno la prima volta che si colpiscono i depositi (lo fece anche Amato – beh, poi ci fu una grave crisi valutaria) e dopotutto non si tratta di un’aliquota enorme. Inoltre Cipro è una strana, piccola economia, con poco debito, ma con un settore finanziario dalle dimensioni abnormi, che ha accolto nelle sue banche denaro più che sospetto dalla Russia e (si mormora) anche dalle mafie italiane. Ma, voglio dire… anche la Svizzera, o l’Italia stessa, hanno banche con denaro depositato da “TuSaiChi”. Dunque non è questo il punto.

Il problema è che, con questa soluzione facile ma non lungimirante, tirata fuori da una dirigenza europea che mi pare abbia le sinapsi sclerotizzate, si è sostanzialmente detto ai depositanti di tutta l’Eurozona: “guardate che in caso di problemi nel vostro Paese, dovesse esserci un bailout, potremmo prendere parte dei vostri soldi depositati presso le banche, l’abbiamo già fatto a Cipro”. Non è stato detto esplicitamente, è chiaro. Personalmente, sono convinto che non sia nemmeno nelle più miopi intenzioni dei leader europei. Ma, signori, proprio questa è la Legge delle conseguenze non volute: si è aperta una piccola (per ora) falla nella fiducia dei depositanti di tutta l’Eurozona. Depositanti che sono la linfa del sistema bancario europeo faticosamente tenuto assieme dalla BCE.

Il tabù dell’intangibilità dei depositi è stato violato. Al primo segno di grave deterioramento della situazione, chi ci dice che i risparmiatori di Italia, Spagna, Portogallo, o altri Stati periferici europei non faranno di tutto per prelevare i loro risparmi? E si può dare totalmente torto a quei risparmiatori?

Se c’è una cosa da non toccare nella gestione d’una crisi sistemica, quella cosa è la fiducia dei depositanti. A prescindere da tutto il resto.

A giudicare da come vanno i mercati finanziari oggi, primo giorno dopo l’annuncio del “pacchetto”, non sono l’unico a pensarla così.

 

Aggiornamento al 21/03

Il Governo di Cipro non ha approvato il pacchetto contenente il prelievo forzoso sui depositi. In alternativa, i leader politici di Cipro hanno deciso di creare un “fondo di solidarietà” (..solidarietà con chi? i Russi?), con i beni statali a garanzia di un prestito d’emergenza. Non è prevista alcuna tassa sui depositi, in questa proposta alternativa.

Gli sportelli delle banche cipriote resteranno chiusi fino a martedì 26/3, per evitare corse al prelievo.

La BCE garantirà Emergency Liquidity Assistance, per gli intimi ELA, fino a lunedì 25, dopodiché potrà essere mantenuta solo se l’Unione Europea e/o il FMI assicureranno la solvibilità delle banche cipriote. Insomma, tempus fugit, direbbe un latino in questa situazione. Il rischio contagio si è alzato: un movimento sbagliato da parte di qualcuno e parte il panico. Ergo, suggerirei ai geniali leader europei di tacere il più possibile.

I risparmiatori italiani non devono temere nulla, nell’immediato, circa i loro depositi. Il tabù dei depositi è stato rotto, vero, ma oggi nessuno pensa nemmeno lontanamente ai depositi italiani. La cosa preoccupante è invece il potenziale contagio.

Scritto da

Uno dei fondatori di AdviseOnly, responsabile del Financial & Data Analysis Group. Esperto di finanza e gestione dei rischi, statistico Bayesiano, lunga esperienza in Allianz Asset Management, è laureato in scienze economiche con indirizzo quantitativo-statistico all'Università di Torino. Docente di Quantitative Portfolio Management al Master in Finance dell'Università di Torino, ha pubblicato vari articoli su riviste finanziarie (fra le altre: Journal of Asset Management, Economic Notes, Risk), contribuendo a libri su investimenti e gestione dei rischi. Ex-triathleta, s'ostina a praticare apnea, immersioni e skyrunning.

Ultimi commenti
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    A me sembra che in EU non ci sia una vera e propria direttiva. Ognuno fa un po’ come capita e alla fine vince la legge del più forte. Il caso di Cipro è emblematico, come si può chiedere ai cittadini di pagare un debito che effettivamente non hanno mai contribuito a creare?
    Soprattutto, poi, questo è da considerarsi un “precedente”, qualcosa che in futuro farà sentire la Troika in diritto di muoversi nello stesso modo con altri Paesi. E se fossimo noi i prossimi, con la Spagna?

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    Più che consulenza finanziaria ormai serve consulenza fiscale per portare i soldi in Svizzera o in Inghilterra su c/c personali o societari.

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