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Più anticiclico di così si muore: il business del “caro estinto”

Esistono i settori ciclici ed esistono gli anticiclici. La differenza è presto spiegata: prendendo in prestito la definizione che ne dà MSCI, possiamo dire quanto segue.

 

Un settore sarà considerato ciclico se la sua performance relativa è correlata positivamente al tasso di variazione dell’indicatore anticipatore, mentre sarà considerato difensivo se la correlazione è negativa.

 

Ossia? Se l’economia va bene un settore ciclico tenderà a fare meglio di un difensivo; per contro, un difensivo tiene meglio di un ciclico quando l’economia rallenta perché è meno dipendente dal ciclo economico. Non a caso, un difensivo è detto anche “anticiclico”.

Ora, il calo demografico che si sta registrando in Europa – e non certo da oggi – solleva diverse preoccupazioni sulle prospettive economiche del Vecchio Continente, ma sta anche accendendo i riflettori su quello che possiamo definire “l’anticiclico per eccellenza”: il settore del “caro estinto”. Sì, esatto: le pompe funebri.

 

Per alcuni l’invecchiamento della popolazione è un business

Pensaci: la richiesta di beni di consumo essenziali si modifica durante le fasi di rallentamento e recessione economica, ma appunto perché quei beni sono essenziali (per esempio, gli alimentari) la domanda non verrà mai completamente meno e, pur con qualche revisione della spesa, nel complesso il settore terrà. Lo stesso vale per le pompe funebri che, anzi, oggi stanno traendo forza e slancio proprio dall’invecchiamento demografico della popolazione europea.

Attualmente un europeo su cinque ha 65 anni o più. Entro il 2050, la percentuale si avvicinerà al 30%.

 

 

A differenza del Nord America – alle prese con una tendenza simile – l’Europa può contare su uno spazio limitato per la sepoltura dei defunti. La domanda elevata e l’offerta contenuta danno come esito costi cimiteriali piuttosto elevati e con tutta probabilità destinati a salire ulteriormente, man mano che le coorti del Baby Boom si avvicineranno al momento finale, ineluttabile per tutti.

Tutto questo rende il settore della cremazione molto interessante, tenuto conto anche di un’altra tendenza in atto: la progressiva secolarizzazione, insieme agli alti costi di cui sopra, spinge a ricercare alternative ai cimiteri e alle ritualità di matrice religiosa.

 

Ma attenzione a un’altra incredibile fonte di reddito

Le incenerazioni hanno avuto un boom di popolarità, in particolare nei Paesi di matrice cattolica dove, come sottolinea Bloomberg, negli ultimi decenni le regole si sono allentate. Il mercato europeo della cremazione beneficia perciò di un’elevata crescita organica, in media tra il 5% e il 7% all’anno.

Ma attenzione: in una fase di superciclo delle materie prime, con la richiesta dei metalli preziosi e industriali in aumento, e di terre rare sempre più ambite, un’altra – forse incredibile, ma non troppo – fonte di reddito è la vendita dei residui metallici delle cremazioni.

Molti dei nostri cari hanno denti d’oro, anche artificiali o articolazioni del ginocchio che contengono titanio, cobalto o cromo. Bloomberg segnala che nella maggior parte dei Paesi europei i metalli vengono rimossi dalle ceneri e venduti a chi si occupa del riciclo. Non è illegale, ci dice sempre Bloomberg, purché i parenti ne siano informati.

Abbiamo risolto il problema degli approvvigionamenti? Forse no, ma questo ci dà un’ulteriore prospettiva su cui riflettere.

 


 

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