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AO Tutor Focus | Il punto di giugno

Punti chiave

Banche centrali sul ring. La Federal Reserve nell’ultima riunione ha mantenuto i tassi tra il 2,25% e il 2,50%, ma si prepara a cambiare rotta: gli operatori si aspettano un taglio già a luglio. Discorso analogo per la BCE, dove si stanno discutendo i termini per riattivare il QE. Inflazione lontana dal target del 2% e macchina economica in rallentamento i principali motivi di preoccupazione degli istituti.

USA-Cina, riprendono i negoziati. Incontro avvenuto e pace fatta, almeno per ora. Come anticipato, Trump e Xi Jinping si sono incontrati in occasione del G20 a Osaka: stop parziale al bando nei confronti di Huawei e le aziende Usa possono riprendere i rapporti commerciali con il produttore cinese. Le tensioni delle ultime settimane sembrano quindi allentarsi sul fronte asiatico, ma peggiorano su quello europeo, mercato considerato da Trump “con barriere commerciali peggiori di quelle della Cina”.

La procedura di infrazione s’avvicina. L’Eurogruppo ha deciso di proseguire sulla strada che potrebbe portare a una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per debito eccessivo. “La procedura è giustificata e continueremo i preparativi previsti dal Trattato”, ha detto il commissario UE Pierre Moscovici. Ma, ha aggiunto, “siamo pronti a tenere conto di ogni ulteriore elemento che l’Italia potrà fornire”.

Tensioni commerciali e petrolio. L’OPEC ha tagliato le previsioni di crescita della domanda globale di petrolio a causa delle crescenti dispute commerciali e ha indicato il rischio di un’ulteriore riduzione nel resto del 2019. “Permangono notevoli rischi al ribasso derivanti dall’escalation delle controversie commerciali, che si riversano sulla crescita della domanda globale”.

 

Grafico del mese

Inflazione cercasi, PMI giù. Una delle variabili maggiormente tenute sotto controllo dalle banche centrali è proprio l’inflazione. Il target ricercato dalla FED e dalla BCE indica al 2% (circa) il livello di inflazione ottimale per contribuire ad una sana crescita economica. Tuttavia, questo valore sembra sempre più un miraggio, soprattutto per l’Eurozona.

Negli ultimi mesi le aspettative di inflazione sono calate ulteriormente (l’inflazione core è ferma all’1,5% negli Stati Uniti e all’1% nell’Eurozona). A peggiorare è anche l’outlook macroeconomico, con surprise index e PMI in calo nella maggior parte dei Paesi Sviluppati. Dato un simile contesto, sia Draghi che Powell, hanno aperto ad un cambio di rotta, nuovamente accomodante, nella politica monetaria dei loro istituti.

 

grafico mese ao focus | amCharts

 

Commento generale

Questa prima metà d’anno si conclude seguendo un copione che conosciamo molto bene. Gli indici finanziari crescono, le banche centrali si dichiarano presenti e pronte ad intervenire e la macchina economica procede, ma a basso regime. Cosa aspettarci dal resto dell’anno? Cerchiamo di fare il punto della situazione.

La maggiore fonte di incertezza arriva (guarda un po’) dalla Trade war. Negli ultimi mesi è già capitato diverse volte di attraversare momenti di distensione e momenti più tesi.

A suon di dazi e minacce si stanno riscrivendo le relazioni commerciali degli Stati Uniti con il resto del mondo. Ma non è solo una questione cinese infatti: Messico e Unione europea sono nel mirino di Trump, e le conseguenze sono al momento indecifrabili. Tanto rumore e poco segnale, insomma.

Non solo Trade war. È fissata per il prossimo 31 ottobre la nuova scadenza della Brexit, che si colloca in un quadro più che mai incerto. Dopo le dimissioni di Theresa May, il candidato più probabile a Primo Ministro è il Boris Johnson, maggiore esponente del fronte “Hard Brexit”.

Sempre nel Vecchio Continente, il grande malato rimane il nostro Paese. Le relazioni con Bruxelles proseguono ad alti e bassi. La procedura d’infrazione è stata avviata, ma la porta rimane aperta a soluzioni più concilianti.

Dal fronte geopolitico le tensioni tra Iran e Stati Uniti hanno provocato volatilità su petrolio e materie prime, senza (al momento) ulteriori escalation.

Nonostante questi focolai di rischio, lo scenario rimane mediamente positivo e temere lo scoppio di una prossima recessione pare eccessivo. Nei Paesi Sviluppati la fiducia dei consumatori rimane complessivamente ad alti livelli, la disoccupazione non è allarmante e i salari, in termini reali, crescono. Come detto in precedenza, le Banche centrali (soprattutto la FED) sembrano ben munite per affrontare eventuali rallentamenti, e anche i singoli Governi hanno ampi margini di azione in caso di necessità grazie ai tassi bassi (se non negativi) con cui è possibile finanziarsi.

Bilanciando rischi e opportunità, preferiamo continuare a rimanere investiti.

 



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Valutazione per asset class

Le decisioni di asset allocation stanno diventando sempre più complicate: sui mercati le valutazioni degli attivi sono sempre più tirate, e tra le principali asset class non ci sono grandi occasioni di acquisto.

Negli ultimi due trimestri la crescita dei mercati azionari è stata il frutto dell’espansione dei multipli. Negli USA le valutazioni fondamentali si confermano “care”. E tra i paesi sviluppati l’Europa è l’unico mercato ad avere positivo sia il momentum che le valutazioni fondamentali. Il Giappone sconta un pessimo momentum ma gode di ottime valutazioni fondamentali. Complessivamente gli Emergenti godono di migliore salute ad eccezione del Brasile. Tra i BRICS, spicca la Russia che gode di un ottimo momentum e di interessanti valutazioni fondamentali. In Cina, migliora il momentum.

Per quanto riguarda il credito la situazione non cambia: per ottenere un rendimento reale positivo bisogna allungare la duration del portafoglio o assumersi del rischio di credito. Sia sul fronte governativo che corporate, ci sono più opportunità sul segmento Usa e Paesi Emergenti rispetto al contesto europeo.

Le valutazioni delle materie prime sono in linea con la media storica, in relativo sono migliori le valutazioni dei metalli preziosi e materie agricole.

 

multicriteria ao focus giugno | amCharts

 

I portafogli

Al giro di boa di questo 2019 le nostre soluzioni d’investimento viaggiano tutte con le vele spiegate. Da inizio anno la performance media si attesta sull’8,8%, con le soluzioni più aggressive a registrare i risultati migliori.

Il positivo momentum del mercato si riflette pienamente quindi, e l’adeguata componente obbligazionaria presente ha consentito di contenere l’aumento di volatilità registrato nelle ultime settimane. A contribuire a questo positivo risultato troviamo sempre l’azionario, nella sua declinazione fattoriale “quality”, ossia quella caratterizzata dalla presenza di società con solidi risultati aziendali. Bene anche l’azionario emergente e l’oro, che ha spinto al rialzo anche la performance dei portafogli più difensivi.

Le (poche) note dolenti le ritroviamo nelle materie prime a maggior carattere industriale. Su tutte, il petrolio risulta quella che maggiormente risente delle recenti tensioni. Debolezza anche per la componente obbligazionaria corporate, ma la parte governativa (positivamente impattata dalle novità delle banche centrali) ha bilanciato e contenuto la volatilità.

Dato questo contesto non abbiamo ritenuto necessario apportare modifiche, sia tattiche che strategiche, alle nostre soluzioni.

 

Portafogli Tematici
Non abbiamo effettuato variazioni di asset allocation.

 

Portafogli Tematici AO Tutor Focus di giugno

 

Portafogli Tattici
Non abbiamo effettuato variazioni di asset allocation.

 

Portafogli tattici AO Tutor Focus di giugno

 

Portafogli Obiettivo
Non abbiamo effettuato variazioni di asset allocation.

 

Portafogli Obiettivo AO Tutor Focus di giugno

 

Avete altre domande? Avete bisogno di assistenza?
Scriveteci all’indirizzo: aotutor@adviseonly.com


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