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HomeCAPIRE LA FINANZAFINANZA PERSONALEÈ un buon momento per guardare al reddito fisso?

È un buon momento per guardare al reddito fisso?

Dopo anni di rendimenti inesistenti, lo scenario sta rapidamente cambiando per il mondo obbligazionario. E gli investitori sembrano essersene già resi conto, se si guardano agli ultimi dati Morningstar sulla raccolta dei fondi domiciliati in Europa: dopo un primo semestre 2022 decisamente disastroso, i fondi obbligazionari hanno registrato il primo mese positivo dell’anno in termini di flussi ad agosto 2022, raccogliendo oltre 10 miliardi di euro.

 

Cosa sta succedendo?

“Gli investitori probabilmente considerano il reddito fisso di qualità un’attività finanziaria più adatta delle azioni per resistere a un’eventuale recessione, in un contesto di tassi di interesse in salita su entrambe le sponde dell’Atlantico”, ragiona Valerio Baselli, di Morningstar.

Le maggiori banche centrali del mondo – Fed e Bce in primis – hanno infatti intrapreso con convinzione la strada del rialzo dei tassi di interesse, nel tentativo di mettere un freno a un’inflazione su livelli che non si vedevano dagli anni Ottanta. E non importa se questo peserà sulla già traballante crescita economica: i banchieri centrali da questa e dall’altra parte dell’Oceano hanno fatto capire chiaramente che il rischio di recessione è concreto, ma che è stato messo in conto come possibile conseguenza della loro lotta alla fiammata dei prezzi. Lotta che, in questo momento, è la priorità assoluta.

 

Ma cosa significa per chi investe in obbligazioni?

Tipicamente, quando i tassi di interesse salgono, i prezzi delle obbligazioni scendono. Il motivo? Supponiamo di aver acquistato ieri un’obbligazione che offre un rendimento del 2,5% e che oggi la banca centrale decida di alzare i tassi al 3%. Per noi sarà più difficile vendere la nostra obbligazione, che offre un rendimento inferiore a quello assicurato dai bond di nuova emissione. Quindi i casi sono due: o ci teniamo il nostro titolo, accettando di percepire fino a scadenza un rendimento minore rispetto ai livelli di mercato, oppure abbassiamo il prezzo per riuscire a “liberarcene”.

Insomma, l’aumento dei tassi di interesse non è esattamente una buona notizia per le obbligazioni già in circolazione (e per chi è già investito). Ma lo è, al contrario, per chi si appresta a entrare nell’investimento obbligazionario, visto che tassi più alti equivalgono a un rendimento cedolare migliore. “Il rapido e netto repricing del mercato ha fatto aumentare i rendimenti, creando un punto di ingresso interessante per gli investitori”, conferma Flavio Carpenzano, investment director di Capital Group, citato da Morningstar. Non solo. In vista di un periodo di recessione, il reddito fisso acquista ulteriore attrattività visto che – storicamente – questa classe di attivi ha offerto una copertura migliore rispetto alle azioni in caso di economia in frenata.

 

 

Bond e recessioni economiche

Una recente conferma arriva da una ricerca condotta da Derek Horstmeyer – professore alla School of Business della George Mason University e firma del Wsj – che, insieme ad altri studiosi, ha analizzato come si sono comportate le varie classi di investimenti prima e durante le recessioni negli ultimi 50 anni.

Nello specifico, spiega il Wsj, i ricercatori hanno preso in esame sette recessioni: 1973-75, 1980, 1981-82, 1990-91, 2001, 2007-09 e 2020. E hanno osservato come i titoli cosiddetti growth siano stati i migliori nel periodo precedente la recessione, mentre, una volta entrati in recessione, i titoli obbligazionari a reddito fisso abbiano superato di gran lunga le azioni americane.

Insomma, concludono i ricercatori, “se la storia può dirci qualcosa, è che una volta entrati in recessione, l’investitore medio dovrebbe essere pronto a dirigersi verso gli asset a reddito fisso”. I motivi per volgere lo sguardo alle obbligazioni, dunque, non mancano.

 

È tempo di volgere lo sguardo al reddito fisso?

“Con l’aumento dei rendimenti, l’opportunità di generare un reddito più elevato nei prossimi anni è cresciuta in misura sostanziale per i bond”, osserva Erik Keller, gestore di Robeco. “Se nel contesto di rendimenti bassi e persino negativi degli ultimi anni le plusvalenze hanno assunto un ruolo importante nel determinare le performance obbligazionarie, ora le obbligazioni stanno tornando a fornire reddito agli investitori e i rendimenti saranno nuovamente un driver dominante delle performance. Il tutto senza dimenticare che i bond possono contare su una volatilità tendenzialmente più bassa rispetto a quella delle azioni”.

E possono offrire un’opportunità di diversificazione rispetto all’equity. “Persino nella prima parte del 2022 (da inizio anno al 31 luglio), mentre le azioni globali (Msci World) hanno registrato un ribasso del 15%, le obbligazioni hanno ceduto un più moderato 6,7%, dimostrando di poter contribuire a limitare la volatilità anche nelle fasi in cui arretrano insieme ai titoli azionari”, rileva ancora Keller.

Insomma, le condizioni del mercato stanno cambiando. E diciamocelo: per le azioni i prossimi mesi non si prospettano proprio brillantissimi. Potrebbe essere un buon momento per inserire un po’ di reddito fisso in portafoglio. Valutando il tutto con la consulenza di un esperto.

 


 

Scritto da

La scrittura è sempre stata la sua passione. Laureata in Economia per le Arti, la Cultura e la Comunicazione all’Università Bocconi di Milano, è entrata nel mondo del giornalismo nel 2008 con uno stage in Reuters Italia e successivamente ha lavorato per l’agenzia di stampa Adnkronos e per il sito di Milano Finanza, dove ha iniziato a conoscere i meccanismi del web. All’inizio del 2011 è entrata in Blue Financial Communication, dove si è occupata dei contenuti del sito web Bluerating.com e ha scritto per il mensile Bluerating.

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