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#ABCfisco: redditi da capitale vs. redditi diversi

SOS fisco: facciamo un po' di chiarezza sui diversi tipi di redditi

Per cominciare a fare chiarezza, bisogna innanzitutto distinguere tra due macro categorie: i redditi da capitale e i redditi diversi.

Redditi da capitale

I redditi da capitale sono tutti quelli derivanti dall’impiego di capitale i quali, passivamente, danno diritto a una prestazione certa, come ad esempio dividendi azionari o cedole obbligazionarie. La certezza non deriva dalla conoscenza a priori dell’ammontare della cedola o dividendo, ma dal fatto che il diritto sia implicito nello strumento che si acquista.

La cedola legata ad un tasso di interesse, per quanto incerta e variabile, è comunque un diritto intrinseco del titolo obbligazionario. Così come anche gli interessi su di un conto corrente o su un conto deposito. Questo tipo di reddito è tassato immediatamente dall’intermediario, al 12,5% (obbligazioni governative o equiparabili) o al 26% e, nonostante il nome, non genera capital gain.

Redditi diversi

Per redditi diversi si intendono quei redditi cosiddetti residuali (artt.67-71 del T.U.I.R), cioè una categoria molto ampia, che include sia la compravendita degli strumenti finanziari sia quella di immobili, sia indennizzi sui mandati assicurativi e altri casi piuttosto limitati. In questo caso, vengono generate plus e minusvalenze compensabili.

In pratica

Comprare e successivamente vendere a un prezzo più alto un titolo azionario o obbligazionario, comporterà la generazione di capital gain, eventualmente compensabile con minusvalenze pregresse.

Al contrario, i dividendi azionari o le cedole di un obbligazione non generano capital gain e, essendo tassati immediatamente, non possono generare crediti / debiti da compensare con altri debiti /crediti pregressi. Per questa ragione è fondamentale ricordarsi che i redditi da capitale non sono mai compensabili con i redditi diversi.

Facciamo un esempio

Immaginate di avere un portafoglio composto da solo strumenti legati alla grande famiglia di OICR, come ETF o fondi comuni tradizionali, per i quali la vendita in guadagno genera redditi da capitale, mentre la vendita in perdita genera redditi diversi (quindi una minusvalenza).

In questo caso, il vostro portafoglio rischia di non essere fiscalmente ottimale, siccome nel tempo si potrebbero creare una serie di minusvalenze non recuperabili.

Va detto che generalmente  l’ottimizzazione fiscale, pur essendo una componente rilevante delle scelte di portafoglio, non è la più importante.


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Ultimi commenti
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    Interessante…
    Quindi nessuna minus generata da Etf é compensabile, nemmeno attraverso altri etf, corretto?
    E nemmeno tra fondi e fondi, intesi come sicav, si può compensare guadagni e perdite?
    Grazie

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      Non proprio Nicola.
      Gli etf in gain generano redditi di capitale, immediatamente tassati e che non compensano con minusvalenze preesistenti, se invece li vendi in perdita, generi redditi diversi (capital loss), che possono essere utilizzati per compensare futuri capital gain generati da ALTRI prodotti, come azioni, obbligazioni, certificati, derivati o, strano a dirsi, ETC ed ETN, che generano plus e minus compensabili, come ad esempio i prodotti a leva, in quanto sono sostanzialmente prodotti derivati.

      Non farti confondere dai nomi, redditi da capitale NON e’ capital gain (che si formano invece con i redditi diversi)

      Neanche tra fondi e fondi o tra sicav e sicav, quindi, c’è compensazione, se sei in guadagno-> redditi da capitale, se sei in perdita-> redditi diversi

      Per cui un ptf composto di soli etf o di soli fondi è inefficiente, quando perdi accumuli minus valenze, le quali non troveranno compesazioni con vendite in guadagno successive sugli stessi strumenti.

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        Ciao Massimo, questo dettaglio mi mancava: quindi CFD e Forex (prodotti a leva) generano redditi compensabili “di capitale” se in guadagno, e “diversi” se in perdita? Poiché a causa delle regole Consob quasi tutti i broker sono stranieri, e i mercati di questi strumenti non sono ufficiali, quali documenti useresti a fini fiscali per dimostrare guadagni e perdite su CFD e Forex? Grazie!

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          Ciao Al, quel comportamento lo hanno solo etf fondi e sicav 🙂 cfd e forex non danno dividendi o cedole efacendo trading generi solo redditi diversi, sia in guadagno che in perdita, quindi compensabili. Generalmente con questi broker non devi fare nulla per quanto riguarda la tassazione, in quanto applicano loro la ritenuta del 26% quando vai a prelevare, ma chiedi caso per caso, in genere i siti sono prodighi di informazioni. Abbi solo l’accortezza di segnalarli sul quadro RW della dichiarazione dei redditi se superi una giacenza media di 5000€, altrimenti rischi sanzioni pesanti.

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            Altro dettaglio importante questo della giacenza media, ti ringrazio molto.
            Io vorrei compensare minusvalenze su fondi (redditi diversi), quindi CFD ed ETF generano le plusvalenze ‘giuste’.
            Certo che prima o poi il Governo dovrà mettere mano a questa asimmetria tra plus e minus che non ha nessun senso e, in un mondo istruito come la finanza, capiamo tutti che è il solito signoraggio medievale, così chi evade non si sente neanche in colpa!

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              Non esattamente Al, gli etf, fondi e sicav in gain generano redditi da capitale, quindi non puoi usarli.
              Per il resto concordo a metà, se giustifichiamo l’evasione ai piani bassi stiamo giustificando il signoraggio ai piani alti, almeno per come la vedo io, prima di prendercela coi politici dobbiamo cominciare noi.

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              Il Governo come dicevo sopra non metterà mai la parola fine a questa asimmetria perché si tratta di una tassazione occulta a suo favore (minus quasi mai recuperabili e quindi gettito da investimenti finanziari superiore)

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      le minusvalenze da ETF sono compensabili solo con plusvalenze da azioni o da cessione di titoli di Stato e bond avvenute prima della scadenza del titolo

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    Ottimo articolo Massi. Chiaro e conciso.

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      Grazie Ale!

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    La regola fiscale che classifica le plus nei redditi da capitale e le minus nei redditi diversi, fra loro non compensabili è un machiavellismo da repubblica delle banane per carpire i soldi ai risparmiatori.

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      Cicci, ti sembrerà strano ma è una semplificazione e un miglioramento rispetto a prima. Addirittura prima si generavano redditi da capitale usando la differenza sul nav, e poi redditi diversi sulla differenza tra nav e prezzo (una frazione inutile sulle imposte pagate), un incubo…
      Concordo che sia ancora un modo stupido di fare, ma negli altri paesi non funzionano diversamente…

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        Vero che si tratti di una “semplificazione”, ma si tratta pur sempre di un ulteriore danno a carico dell’investitore perché fino a quando il reddito di capitale sugli ETF si applicava al delta NAV e si aveva un reddito diverso nella differenza tra Delta Prezzo e Delta NAV , almeno in quest’ultimo caso qualcosa si poteva compensare, da adesso in poi nulla

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          Luca non proprio. Su un etf che quota 100 (nav 99) e venduto a 111 (nav 109), la differenza 109-99= 10 era reddito da capitale, mentre ottenevi il reddito diverso con (111-100)-(109-99)=1. Gli scostamenti erano difficilmente superiori a questo, per cui, come dicevo, l’avere un reddito diverso era pressochè inutile. Mentre ora, cosa che prima non si poteva fare, la vendita in perdita è un reddito diverso, quindi compensa interamente, ed è un miglioramento rispetto a prima.

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            Ma non era un reddito diverso anche in precedenza il caso di una vendita di un ETF in perdita? Essendo in perdita valeva solo il Delta prezzo come attualmente mi sembra. Per cui in caso di perdita le cose sono immutate, mentre in caso di plusvalenza il reddito da capitale nel tuo esempio è diventato 111-100=11 e non più 10 (ovviamente dipende dal singolo caso di plusvalenza se il Delta Prezzo è diventato più oneroso o meno del Delta NAV)

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              Più o meno (i soliti casini all’italiana). Facciamo DP=Delta Prezzo e DN=Delta Nav. La tassazione si applica sempre allo stesso modo, però, se il DN è negativo, questo viene considerato pari a 0, per cui rimane in piedi solo il DP (redd. div.), come dicevi tu. Poteva inoltre esserci anche l’ipotesi in cui ad un DN positivo (tassabile), era associato un DP negativo, come nel tuo esempio, per cui si andava a pagare una imposta su di una operazione in perdita (salvo la costituzione di un credito sotto forma di minus valenza). A parer mio, lungi dall’essere ottimale, è stata una semplificazione non da poco!

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                Grazie mille della risposta Massimo e del tempo che mi dedichi 🙂

                Io ho capito leggendo la circolare relativa, che da aprile 2014 (in realtà luglio perchè molte banche non avevano fatto l’aggiornamento SW per tempo e quindi lo hanno potuto differire. Personalmente così ha fatto Unicredit nel mio caso) la tassazione sugli ETF è così: il Delta rilevante come reddito da capitale è il Delta Prezzo (MA il Delta sui prezzi “puliti” di vendita/acquisto SENZA più considerare come in precedenza i prezzi netti delle commissioni di acquisto che da aprile vengono computate come redditi diversi) e non più il Delta NAV.
                Prima di quella data il reddito da capitale rilevante era il Delta NAV, da adesso è irrilevante. Prima di aprile (o luglio) il Delta Prezzo-Delta NAV (che fosse positivo o negativo il totale) era sempre un reddito diverso per cui compensabile anche se per valori esigui come hai indicato tu nell’esempio che è una media normale. Quando una compravendita di ETF è in perdita, sia prima sia dopo luglio resta un reddito diverso (compensabile).
                Anche prima di aprile quindi il Delta Prezzo negativo era un reddito diverso come ora anche se il Prezzo era netto commissioni prima di aprile e lordo commissioni dopo aprile

                PS l’HP che facevo io era di Delta Prezzo e Delta NAV entrambi positivi ma con il Delta Prezzo “più” positivo del Delta NAV e quindi post aprile più oneroso come tasse ma potrebbe accadere anche il viceversa. Nell’esempio quindi il Delta Prezzo era 11 prima e dopo aprile ma prima 10 di questi erano redditi da capitale e 1 redditi diversi mentre ora tutti gli 11 sono redditi da capitale e quindi nulla, neppure quell’1, è compensabile. Questo intendevo. Scusa la lunghezza del post ehehe

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                  L’importante, anzi, fondamentale è capirsi 🙂
                  In quanto CFI è anche mio dovere prodigarmi per chiarire le cose un po’ a tutti, spero di aver raggiunto lo scopo anche grazie al tuo aiuto (ed ad AO che ci ospita 🙂 )

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                  Mi puoi dare i riferimenti della circolare ? Io opero sul DAX e sul BUND e ho il conto all’estero ma la mia commercialista dice che devo pagare le tasse sugli utili lordi e che le commissioni bancarie non sono compensabili

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                    CIRCOLARE N. 19/E dell’AdE del 27 giugno 2014

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    L’esempio “classico” su Fondi/ETF, per cui per assurdo una minusvalenza non può essere compensata con una plusvalenza sullo stesso Fondo, dimostra l’intento vessatorio del fisco dato che si tratta di una tassazione occulta che si aggiunge al già gravoso 26% applicato dal 1 luglio 2014

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    Dimenticavo, articolo giustamente sintetico e molto chiaro, che fa capire gli aspetti fondamentali della differenza tra redditi da capitale e redditi diversi. Magari si poteva aggiungere una tabella riassuntiva che raccogliesse le varie tipologie (redditi da capitale: dividendi azionari e da ETF/Fondi, cedole obbligazionarie, plusvalenze su titoli di Stato e bond all’atto della scadenza, plusvalenze su Fondi/ETF; redditi diversi: plus/minusvalenze su azioni, minus/plusvalenze su bond/titoli stato ceduti prima della scadenza

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    Ho una minus su ETF armonizzato italiano. Se lo vendo posso usarlo per compensare successive
    plusvalenze azionarie?
    Mentre non posso farlo quando vengono distribuiti i dividendi, e’ cosi?
    Grazie Ottavio

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