a
a
HomeCAPIRE LA FINANZAFINTECHDai Roboadvisor alla Blockchain: le mille facce del FinTech

Dai Roboadvisor alla Blockchain: le mille facce del FinTech

“FinTech” è molto più che una parola di moda. La trasformazione è già in atto e si muove su diversi fronti e in profondità. Per l’industria del risparmio gestito è un’opportunità più unica che rara.

 

Il mondo che ci circonda si evolve costantemente, anche se non sempre ce ne rendiamo conto. Ma certe volte le trasformazioni sono talmente dirompenti che ignorarle è semplicemente impossibile. È questo il caso dell’avvento del FinTech, che è poi il connubio tra finanza e tecnologia, un fenomeno molto sfaccettato che sta travolgendo il mondo finanziario su più fronti.

In effetti la trasformazione non sta passando inosservata, pur essendo partita un po’ “in sordina”: secondo un recente report realizzato da Deloitte Luxembourg per Alfi (Association of the Luxembourg Fund Industry), gli investimenti in compagnie FinTech sono più che triplicati dal 2013 al 2014, arrivando a toccare i 12 miliardi di dollari. Noi di AdviseOnly – una delle prime società FinTech in Italia – lo sosteniamo da anni: il futuro della finanza è nell’uso della tecnologia. Vediamo allora nel dettaglio quali sono i driver del cambiamento.

Cambia la mentalità degli investitori

Una crescita che si regge su diversi pilastri: innanzitutto l’ascesa di una nuova generazione di investitori – prossimi depositari di gran parte del risparmio – che ha aspettative, standard e modi di pensare completamente diversi rispetto alla generazione precedente.

Questi investitori vogliono essere informati costantemente sui loro investimenti e potervi accedere in qualunque momento e da qualsiasi device: sono abituati a Google, Facebook e Amazon e si aspettano un’esperienza simile anche nella gestione delle loro finanze. Sono più scettici dei loro genitori sul mondo delle istituzioni finanziarie, pretendono un servizio personalizzato e credono nel potere della rete: spesso si conforntano con altri utenti oltre che con esperti del settore.

deloitte-immagine

Fonte: Deloitte-Alfi: “How can Fintech facilitate fund distribution?”

Prendono piede i Roboadvisor

Non solo: i cosiddetti Millennials cercano di conciliare gli investimenti con i propri ideali, per  esempio optando per un prodotto etico o socialmente responsabile. E le società di asset management dovrebbero tenerne conto, scrive Deloitte, mettendo a punto un servizio omnicanale, basato sugli obiettivi del singolo cliente e non sul superamento di un benchmark di mercato. Ed ecco che inzia ad apparire chiaro il motivo per cui i cosiddetti roboadvisor, che hanno costi contenuti e fanno leva sulla tecnologia, stanno sperimentando un successo crescente. Ma c’è dell’altro: queste piattaforme basate su algotritmi non sono solo uno strumento utile ad attrarre nuovi segmenti di clientela (come i Millennials, appunto), ma anche una soluzione in grado di fornire informazioni più dettagliate sugli utenti che la utilizzano, in modo da poter proporre un servizio più adeguato e in linea con le loro esigenze.

Il futuro è nella Blockchain

Un altro punto di forza del FinTech è costituito dallo sviluppo di nuove tecnologie sempre più avanzate, che ne sostengono la diffusione. Dall’intelligenza artificiale alle piattaforme di investimento digitali, fino ai sistemi di prestito peer-to-peer. Ma, sopra ogni altra cosa, è la cosiddetta Blockchain a fare la differenza: secondo gli esperti di Deloitte, questa intuizione è destinata nel lungo termine a ridefinire completamente il panorama dell’industria degli investimenti, migliorando la trasparenza e l’efficienza ed eliminando gli intermediari.

Ma prima di arrivare a questo ci sarà probabilmente una lunga fase di transizione: attualmente Blockchain è nota soprattutto come la tecnologia sottostante le valute virtuali come Bitcoin e la sua regolamentazione è quanto meno incerta. Ma ha le potenzialità per creare una nuova architettura basata su reti distribuite e condivisione dei dati, in grado di facilitare la disintermediazione dell’industria dei servizi finanziari.

Dati, dati e ancora  dati…

Strettamente legato a quanto detto fin qui è il fenomeno dei “BigData”: i dati disponibili sono talmente tanti e talmente complessi che, per sfruttarne appieno le potenzialità, sono necessari tecnologie e metodi analitici specifici. Secondo lo studio di Deloitte, le aziende del settore finanziario svilupperanno di qui ai prossimi anni strumenti di analisi descrittiva e predittiva in grado di combinare dati interni ed esterni, strutturati e destrutturati (come recensioni sui prodotti, commenti, blog, contenuti derivanti dai social media…) per profilare i clienti in modo più completo. Questo consentirà loro di stabilire la propensione di clienti esistenti o potenziali all’acquisto di determinati prodotti e servizi, la loro tolleranza al rischio e il loro stile di investimento.

Netflix: un caso che fa scuola

Per spiegare le potenzialità di un’analisi approfondita dei dati, Deloitte cita l’esempio di Netflix. La società Usa che offre film e serie Tv in streaming non deve il suo successo soltanto all’azzeccato modello di business, ma anche alla creazione di contenuti proprietari sviluppati ad hoc proprio in funzione delle abitudini e delle preferenze degli utenti registrati.

Non solo FinTech… arriva il RegTech

Infine il capitolo regolamentazione: se per il settore dei servizi finanziari tradizionali la normativa sta evolvendo nella direzione di requisiti sempre più stringenti, per il mondo emergente del FinTech i confini sono ancora incerti (e questo gioca a favore delle nuove realtà). Anche in questo caso, segnala ancora Deloitte, la soluzione potrebbe arrivare dalla tecnologia: si sta delineando infatti un concetto definito “regtech”, che vede l’applicazione della tecnologia alla regolamentazione, nell’ottica di una maggiore trasparenza e oggettività nell’applicazione della normativa (ove possibile).

Un’opportunità più unica che rara per sgr &Co.

Insomma, “FinTech” è molto più che una parola di moda e avrà un impatto fondamentale sui modelli operativi delle società di gestione, dei distributori e dei fornitori di servizi: la trasformazione in atto si sta muovendo su diversi fronti e in profondità. E l’industria del risparmio gestito si trova di fronte a un’opportunità più unica che rara di ripensare e modernizzare il proprio modello distributivo in modo da attrezzarsi per soddisfare le esigenze dei clienti di oggi e (soprattutto) di domani.

Quattro vie percorribili

Ma come fare per poter usufruire delle competenze di un’azienda FinTech?

Deloitte suggerisce quattro possibilità:

  • Sviluppare una soluzione in-house;
  • Collaborare con un’azienda specializzata già esistente;
  • Acquistare una di queste società FinTech;
  • Dare licenza a una società FinTech, utilizzandola come provider del servizio (quest’ultima probabilmente è al momento la strada più semplice).
Scritto da

La scrittura è sempre stata la sua passione. Laureata in Economia per le Arti, la Cultura e la Comunicazione all’Università Bocconi di Milano, è entrata nel mondo del giornalismo nel 2008 con uno stage in Reuters Italia e successivamente ha lavorato per l’agenzia di stampa Adnkronos e per il sito di Milano Finanza, dove ha iniziato a conoscere i meccanismi del web. All’inizio del 2011 è entrata in Blue Financial Communication, dove si è occupata dei contenuti del sito web Bluerating.com e ha scritto per il mensile Bluerating.

Nessun commento

lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.