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Bollettino AO | Cali virali in Borsa, rendimento ai minimi per Bund e T-bond

I fatti salienti della settimana

Stiamo tutti molto calmi. È solo un’influenza. Oppure no? No, è qualcosa di molto più serio. Ma noi non abbiamo alcuna competenza medica, dunque possiamo solo consigliarvi caldamente di seguire alla lettera le indicazioni delle autorità sanitarie.

Raccomandato ciò, andiamo a occuparci as usual dei risvolti economico-finanziari del coronavirus.

La cura delle banche centrali. La Bank of Japan ha messo mano al portafoglio, la banca centrale australiana ha tagliato i tassi d’interesse.

Clamorosa la Fed, che ha ridotto i tassi di mezzo punto percentuale portandoli all’1%-1,25%, nella revisione al ribasso più importante degli ultimi dieci anni. Ma ci si aspetta (e il presidente Trump auspica) ulteriori abbassamenti.

La Bank of England potrebbe far arrivare i tassi a zero. La BCE si dice pronta a intervenire con “misure adeguate” per affrontare i rischi di una recessione.

Ci siamo anche noi. I ministri delle Finanze europei si sono riuniti in videoconferenza per coordinare le risposte contro la diffusione del virus.

E l’Italia? Col benestare dell’Unione Europea, il nostro Paese punta a raddoppiare la cifra dello scostamento rispetto agli obiettivi di deficit di Bruxelles per destinare 7,5 miliardi di euro ad aziende e famiglie. Il commissario agli Affari Economici Paolo Gentiloni ha assicurato che l’Europa è “attenta e solidale”.

E l’Italia non è la sola al mondo: dal Giappone al Regno Unito, i governi stanno mettendo a punto misure d’emergenza o pacchetti economici per contrastare la diffusione del coronavirus e le sue ripercussioni.

Ma perché tutto questo agitarsi? Perché – già detto, ma repetita juvant – il coronavirus si sta ripercuotendo sull’economia italiana, europea e mondiale. In Cina, l’attività manifatturiera a febbraio ha subito una forte contrazione, con il PMI sceso a 35,7 punti, il livello più basso di sempre.

L’indice Caixin, più orientato all’esportazione, è sceso al minimo storico di 40,3 punti dai 51,1 a gennaio e ben sotto la stima di 46. E a Macao i proventi del gioco d’azzardo a febbraio hanno registrato un calo record dell’88% rispetto all’anno precedente

Stime da leggere. Nel suo Interim Economic Outlook, l’OCSE parla del coronavirus come di un “rischio senza precedenti” per l’economia mondiale. Giù quindi le stime di crescita 2020 rispetto a quanto previsto a novembre: a livello globale, il PIL quest’anno crescerà del +2,4%, a fronte del +2,9% del 2019.

S&P, dal canto suo, ha tagliato le stime sull’economia USA nel primo trimestre 2020 dal +2,2% all’1%. E per l’Italia ora prevede un -0,3% rispetto al +0,4% pronosticato a dicembre.

Anche l’OPEC si mobilita. I Paesi OPEC si sono accordati per un taglio della produzione di 1,5 milioni di barili al giorno nel secondo trimestre del 2020, per sostenere il prezzo del petrolio. Si attende l’ok della Russia.

Ma parliamo di Brexit Sono iniziati i negoziati per definire le future relazioni tra UE e Regno Unito: sul tavolo una serie di temi, dal commercio alla sicurezza fino all’annosa questione dell’accesso alle acque per la pesca. Londra e Bruxelles, al momento, sono distanti quasi su tutto.

E Super Tuesday fu. Vincitore di questo round decisivo il moderato Joe Biden. Ma per Bernie Sanders – unico suo rivale rimasto in campo dopo che tutti gli altri si sono ritirati – non è ancora detta l’ultima.

 

 

Come si sono mossi i mercati

I cali si fanno virali. Ancora un avvio in rosso, venerdì 6 marzo, per le Borse europee, che restano nel solco dei cali anche in scia alla nuova caduta di Wall Street. Non sono sole: sempre venerdì le Borse cinesi hanno chiuso in netta flessione.

Insomma, gli investitori continuano a monitorare la diffusione dell’epidemia e la loro reazione sembra dire che non sono del tutto convinti delle misure messe in campo a livello mondiale, dalle banche centrali e non solo, per contrastarne l’impatto sull’economia.

Fuga per la qualità. In pieno flight-to-quality, i flussi sul mercato secondario del reddito fisso penalizzano i Bond dei Paesi periferici dell’area euro (Italia e Spagna in testa) e si focalizzano sul Bund tedesco. E infatti lo spread risale.

Il rendimento del Bund decennale benchmark (scadenza 15 febbraio 2030) ha raggiunto il minimo storico di -0,74%, come già avvenuto all’inizio di settembre 2019. Intanto la curva dei rendimenti tedesca ha proseguito nella tendenza all’appiattimento.

Il caldo rifugio made in USA. Il rendimento dei Treasury statunitensi continua a calare sui crescenti timori per gli effetti del coronavirus e sulla scommessa che la Fed interverrà ancora sui tassi. Decennale ai minimi storici.

 



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I market movers della settimana

Lunedì 9 marzo occhi puntati sui dati definitivi relativi alla variazione trimestrale del PIL giapponese nel quarto trimestre del 2019, dopo il tonfo del -6,3% annunciato a febbraio dai dati preliminari.

In Europa un aggiornamento sul PIL arriverà mercoledì 11 marzo dalla Gran Bretagna, insieme con la produzione manifatturiera. Nell’ambito dell’area euro attese le dichiarazioni sulla politica monetaria della BCE, con decisione sui tassi e conferenza stampa a seguire.

Negli Stati Uniti doppio focus sull’indice dei principali prezzi al consumo e alla produzione e sulle scorte di petrolio greggio, in questa fase delicata anche per le quotazioni dell’oro nero.

 


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