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Bollettino AO | Corpo a corpo valutario tra USA e Cina

I fatti salienti della settimana

Venti di guerra valutaria. La settimana si è aperta con lo yuan in forte calo nei confronti del dollaro: per la prima volta dalla crisi del 2008 il biglietto verde è arrivato oltre i 7 yuan onshore. Il presidente USA Donald Trump ha gridato alla “manipolazione valutaria”.

E la banca centrale cinese ha replicato: noi non facciamo svalutazioni competitive, se lo yuan cala è colpa dei dazi statunitensi.

Trump mette in mezzo la Fed. “Il nostro problema è una banca centrale troppo orgogliosa per ammettere i suoi errori. La Fed deve tagliare i tassi più velocemente e di tanto”, insiste il presidente USA. “Il dollaro forte frena le nostre imprese”.

Stavolta non gli ha risposto il capo della Federal Reserve Jerome Powell, ma due membri con potere di voto del Federal Open Market Committee: Charles Evans, presidente della Fed di Chicago, e James Bullard della Fed di St. Louis.

La replica dei membri del FOMC. “Gli attacchi che mettono a repentaglio la fiducia pubblica nella Federal Reserve potrebbero pesare sull’economia”, ha detto Evans, aggiungendo che la Fed potrebbe dover fornire ulteriori stimoli se le tensioni commerciali aumentassero al punto tale da frenare l’economia americana.

Per Bullard la Fed “può permettersi ulteriori aggiustamenti, ma è prematuro in questo momento spingere per una riduzione addizionale”.

Ma torniamo ai dazi. Il prossimo round di negoziati commerciali fra Stati Uniti e Cina si consumerà a inizio settembre a Washington: lo ha detto Larry Kudlow, consigliere economico della Casa Bianca.

“Il presidente Trump è ancora disposto a trattare, a raggiungere un accordo, ma sta difendendo l’economia americana. La Cina ha messo in atto tante pratiche ingiuste”.

Segnali dall’economia. Mentre gli USA registrano un incremento degli incassi dovuto al rialzo dei dazi dal 10% al 25% sulle merci cinesi, in Cina il PMI servizi è sceso al minimo da cinque mesi. Quello statunitense, intanto, è risultato al top da quattro mesi.

E in Italia c’è crisi di governo. Il Senato ha respinto la mozione M5S sulla costruzione della linea Torino-Lione per il Treno ad Alta Velocità (la TAV) e approvato invece quella del Partito Democratico. Il che ha aperto la strada alla crisi di governo.

 

 

Come si sono mossi i mercati

Crisi di governo, scattano le vendite. Piazza Affari penalizzata nell’ultimo giorno della settimana, con gli investitori che si interrogano seriamente sul futuro del Paese dopo l’avvio ufficiale della crisi di governo. Bersagliate soprattutto le banche in scia al forte rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato.

La curva tedesca va sotto zero. E infatti lo spread BTP-Bund si è allargato. Altrove si sono registrati nuovi minimi per il rendimento del decennale USA, mentre in Germania l’intera curva dei rendimenti dei Bund è entrata in territorio negativo: vuol dire che tutte le scadenze offrono, appunto, un rendimento sotto lo zero.

Che si fa quando s’alza il vento? Si cerca un rifugio. E come da copione, ne beneficiano gli asset considerati tali. Nell’obbligazionario sono i titoli di Stato di Stati Uniti e Germania. Nel valutario è lo yen. Che all’inizio della settimana ha raggiunto i massimi sull’euro dal 2017 e sul dollaro dal marzo 2018 in scia alle tensioni tra USA e Cina.

Nella mattinata di venerdì si è registrata una sterlina ai minimi da due anni sia sull’euro che sul dollaro.

E non scordiamoci l’oro. Il metallo giallo, per la prima volta da sei anni, ha superato i 1.500 dollari l’oncia. Restando in tema materie prime, le quotazioni del petrolio sono calate con il contributo delle scorte USA in rialzo e dei timori per l’economia.

 



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Market movers della settimana

Vero, saranno i giorni del Ferragosto, ma nel quadro dell’economia globale qualche frisson non mancherà.

Quali market mover, quindi? Negli Stati Uniti segnaliamo martedì 13 agosto l’indice dei principali prezzi al consumo, cui seguiranno le scorte di petrolio il 14 agosto e, giovedì 15, le vendite al dettaglio e l’indice della produzione della Fed di Filadelfia. Venerdì 16 focus sui permessi di costruire rilasciati.

In Cina, mercoledì 14, attenzione alla produzione industriale. In Europa tra i market mover ci sarà lo ZEW (13 agosto) e il PIL della Germania (14 agosto), scrupolosamente attenzionati dopo il tonfo della produzione industriale che ha fatto lievitare i timori di recessione.

 


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