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Bollettino AO | Debito, l’Italia affronta il test di Moody’s

Il debito pubblico italiano sotto gli occhi attenti di Moody'S

I fatti salienti della settimana

Dopo il Conte-bis, arriva Moody’s. In settimana c’è stato il varo del governo Conte-bis, fondato sull’alleanza tra M5S e sinistra filo-europeista. Archiviata dunque – per ora – la coabitazione dei 5Stelle con la destra euroscettica.

Nella serata di venerdì 6 settembre arriva la revisione di Moody’s sul rating del nostro Paese. Al momento siamo a Baa3 con outlook stabile e il mercato non si aspetta modifiche. Vedremo.

Brexit, BoJo contro tutti. Il primo ministro britannico Boris Johnson non intende rimandare oltre il 31 ottobre l’uscita del Regno Unito dall’UE, anche a costo di realizzarla in assenza di un accordo con Bruxelles.

E qui sta l’intoppo: una decisiva quota del suo partito – i Tories – non concorda e sarebbe per rinviarla ulteriormente al 31 gennaio (a meno che non si raggiunga prima un nuovo accordo), tanto che la Camera dei Comuni ha approvato una legge contro il “no deal”.

UK verso il voto? BoJo ha quindi proposto elezioni anticipate a metà ottobre. Richiesta respinta dalla stessa Camera dei Comuni. Lunedì 9 settembre ci sarà un nuovo voto per la convocazione delle urne. Insomma, l’avrete capito: siamo di nuovo allo stallo.

Intanto la questione si allarga ai legami di sangue: Jo Johnson, fratello minore filo-UE di Boris, ha annunciato le dimissioni da viceministro e l’uscita dal gruppo Tory alla Camera dei Comuni.

Il lungo braccio di ferro USA-Cina. I negoziatori cinesi andranno a Washington all’inizio del mese prossimo per un nuovo round di colloqui, il tredicesimo. Ma la strada si conferma in salita, dopo che gli USA hanno respinto la richiesta di Pechino di rimandare i dazi entrati in vigore lo scorso weekend.

La Cina ha varato contro-dazi e presentato una denuncia all’Organizzazione Mondiale del Commercio nell’ambito del meccanismo di risoluzione delle controversie.

Hong Kong, ritirata la norma sull’estradizione. Il capo esecutivo di Hong Kong Carrie Lam ha annunciato il ritiro della contestatissima norma sull’estradizione degli accusati di reati “gravi” verso la Cina continentale, che da giugno anima fortissime proteste.

Ma il ritiro della norma è solo una delle cinque richieste dei manifestanti, che quindi non hanno interrotto le agitazioni.

 

 

Come si sono mossi i mercati

Fari su dazi, Brexit e Italia. I mercati continuano a monitorare la trattativa commerciale fra Cina e Stati Uniti. In Europa, il varo del nuovo governo italiano con tendenze decisamente più filo-europeiste del precedente ha rasserenato il clima.

Rasserenamento al quale hanno contribuito le ultime novità da Londra, con la maggioranza parlamentare nettamente contraria a una Brexit senza accordo.

Più di un pensiero lo suscita invece la Germania, con nuovi dati deludenti sulla produzione industriale. In calo l’output manifatturiero che su base annua registra un -4%, mentre le costruzioni hanno segnato un aumento dello 0,2% mensile.

Spread BTP/Bund in lieve rialzo dopo la nascita del nuovo governo Conte: venerdì, in avvio, la differenza di rendimento si collocava sui 153 punti base, con il rendimento del BTP decennale in salita dopo i minimi storici della settimana passata.

La sterlina balla al ritmo della Brexit. Yen in calo sul finire della settimana nell’attesa di una schiarita sul fronte dei negoziati commerciali tra Stati Uniti e Cina. In calo il dollaro USA nel cambio con l’euro. In scia alle ultimissime dal Regno Unito la sterlina è scesa, salvo poi tentare un recupero.

 



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Market movers della settimana

Ci siamo. La prossima sarà la settimana della Banca Centrale Europea. E, secondo analisti e osservatori di mercato, si consumerà il taglio dei tassi di interesse.

Ci si attende una conferma dei tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale, rispettivamente allo 0% e allo 0,25%, e una riduzione del tasso sui depositi presso la banca centrale, dal -0,40% al -0,50%. Attesissime le novità sul nuovo “bazooka”. La settimana successiva – e più precisamente il 18 settembre – avremo news anche dal FOMC.

Altri market mover da seguire la prossima settimana? In Germania abbiamo l’indice dei prezzi al consumo (variazione mensile e annuale) il 12 settembre e la produzione industriale con il tasso di disoccupazione in Italia (rispettivamente il 10 e il 12 settembre).

Aggiornamenti sul mercato del lavoro e sulla produzione industriale anche dal Regno Unito, con uno sguardo anche alla bilancia commerciale lunedì 9 settembre, che sarà anche il giorno del nuovo voto parlamentare sulla proposta di Boris Johnson di elezioni anticipate.

Stati Uniti e Cina saranno accomunati dall’aggiornamento sull’indice dei prezzi al consumo (variazione mensile nel primo caso, annuale nel secondo). Attenzione, in Giappone, alla variazione trimestrale del Prodotto Interno Lordo, che si conoscerà lunedì 9.

 


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