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Bollettino AO | Italia-UE, la partita è ancora aperta

I fatti salienti della settimana

Dazi, Trump ritrova magnanimità e ottimismo. Un giorno dopo aver siglato la nuova tregua temporanea con il presidente cinese Xi Jinping, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che gli States “stanno vincendo” la guerra commerciale.

Confermate la sospensione a tempo indeterminato degli ulteriori dazi su 300 miliardi di dollari di importazioni cinesi e l’autorizzazione alle società statunitensi di continuare ad avere rapporti con Huawei.

Durante la visita in Corea del Sud, dopo il G20 di Osaka, Trump ha trovato il modo di bacchettare nuovamente la Fed, dicendo che “non ci è stata di alcun aiuto” nelle trattative con Pechino.

Allerta dazi a carico dell’Europa. Washington potrebbe aggiungere nuovi dazi sulle merci UE per altri 4 miliardi di dollari USA come rappresaglia per i sussidi versati alla Airbus.

Il Rappresentante per il Commercio USA ha proposto un elenco supplementare di prodotti – tra cui ciliegie, carne, formaggio, alcuni tipi di whisky e tubi in ghisa – “al fine di far valere i diritti degli Stati Uniti” nella sua controversia in corso in sede WTO sulle sovvenzioni per l’aviazione.

L’UE, dal canto suo, ha un dossier WTO in sospeso su Boeing.

L’Italia schiva la procedura. Il governo italiano ha modificato il deficit/PIL previsto per il 2019: ora mette in conto un 2,04%, invece del 2,4% previsto ad aprile. E questo ha contribuito a far sì che il nostro Paese evitasse la procedura d’infrazione UE.

Al nostro Paese erano state poste alcune condizioni, e il governo il primo luglio ha approvato un pacchetto di misure che le ha recepite rendendo “non più giustificata” la procedura. Ora la Commissione UE valuterà attentamente il progetto di Legge di Bilancio 2020: “gli impegni sul 2020 dovranno essere precisi e rispettati”, ha detto il commissario UE Pierre Moscovici.

Terminato il giro di nomine in Europa. La tedesca Ursula von der Leyen, considerata fedelissima di Angela Merkel, è la prima donna nella storia indicata per la presidenza della Commissione Europea. Il belga Charles Michel ha ricevuto la nomina alla presidenza del Consiglio Europeo.

La direttrice francese del Fondo Monetario Christine Lagarde prenderà il timone della presidenza BCE dopo Mario Draghi. Lo spagnolo Josep Borrell è la personalità nominata per la carica di Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza dell’UE. Alla presidenza del Parlamento Europeo andrà l’italiano David Sassoli.

 

 

Come si sono mossi i mercati

Azionario globale in rally. Sprint scattato dopo la nuova tregua commerciale tra Stati Uniti e Cina. Wall Street a livelli record nella settimana del 4 luglio. Le violente proteste di Hong Kong non hanno fermato la Borsa. Bene l’Europa e anche l’indice di Milano.

La discesa dei rendimenti. I rendimenti dei Treasury USA a 10 anni sono scesi ai minimi da oltre due anni, in scia alle prospettive di un ulteriore allentamento monetario a livello globale.

Un’eco alla quale rispondono anche i titoli tedeschi, i cui rendimenti sono scesi per la prima volta sotto il tasso di deposito della Banca Centrale Europea. Spread BTP-Bund sotto i 210 punti base.

Meno ansia sul fronte dei CDS. L’indice Markit iTraxx Europe dei CDS è sceso per la prima volta in oltre un anno sotto i 50 punti base: la tregua commerciale Cina-USA ha smorzato le preoccupazioni.

BCE “colomba” con la Lagarde? La nomina della Lagarde alla guida della BCE ha portato la volatilità a un anno dell’euro al livello più basso dal 2007: gli operatori ritengono più probabile lo scenario di una BCE “colomba” dopo la conclusione del mandato di Draghi.

L’euro e lo yuan sono saliti dopo che Trump ha preso di mira l’Europa e la Cina su presunte manipolazioni valutarie.

Oro, non si fermano i rialzi. Continuano a crescere le quotazioni dell’oro, che nella mattinata di venerdì 5 luglio ha superato i 1.420 dollari l’oncia, avviandosi a chiudere la settimana con i maggiori rialzi da otto anni.

Petrolio, avanti con i tagli fino a marzo. OPEC+ ha confermato l’estensione dei tagli alla produzione sanciti a fine 2018, di 1,2 milioni di barili al giorno, fino al marzo 2020. Una strategia restrittiva, diametralmente opposta a quella espansiva degli Stati Uniti, che invece continuano a spingere sull’estrazione.

Intanto Trump minaccia l’Iran, che minaccia di intensificare l’arricchimento dell’uranio in assenza di un nuovo accordo sul nucleare. In questo scenario, il Brent si avvia a chiudere la settimana sui 63 dollari al barile, mentre il WTI si attesta sui 56 dollari.

 



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Market movers della settimana

Una settimana nella quale non mancheranno i market mover, quella dall’8 al 12 luglio.

Negli Stati Uniti, da monitorare le scorte di petrolio e i verbali della riunione del FOMC: entrambe le note usciranno mercoledì 10 luglio.

Attenzione, giovedì 11, alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo. In giornata è attesa anche la dichiarazione sul budget mensile. La settimana si chiuderà, venerdì 12, con l’indice dei prezzi alla produzione.

E dall’Europa quali market mover? Attenzione alla Grecia, che domenica 7 luglio voterà in anticipo di circa tre mesi rispetto alla fine naturale della legislatura dopo la sconfitta dello schieramento di governo alle europee del 26 maggio: ci si aspetta la fine dell’era Tsipras.

In Italia usciranno le vendite al dettaglio (9 luglio) e la produzione industriale (10 luglio). Produzione industriale e manifatturiera i dati che verranno diffusi la prossima settimana nel Regno Unito, insieme alla bilancia commerciale (10 luglio).

La produzione industriale sarà il dato da monitorare anche in Germania, con la bilancia commerciale, l’import e l’export (8 luglio) e l’indice dei prezzi al consumo (11 luglio). Giovedì 11 luglio la BCE pubblicherà le minute del meeting di politica monetaria.

In Asia attenzione alla bilancia commerciale cinese (12 luglio).

 


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