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Bollettino AO | La Bce raddoppia il suo bazooka

I fatti salienti della settimana

La Bce raddoppia. La Banca Centrale Europea ha annunciato che aumenterà di 600 miliardi di euro il suo piano di acquisti straordinario contro gli effetti della pandemia, il cosiddetto PEPP (Pandemic Emergency Purchase Programme), arrivando così a un totale di circa 1.350 miliardi di euro. Inoltre, ne estenderà la durata fino a giugno 2021 (o fino a che ce ne sarà la necessità), mentre tutti i titoli acquistati che arriveranno a scadenza saranno rinnovati almeno fino alla fine del 2022. Secondo le stime di Francoforte, nel 2020 il Pil dell’eurozona scenderà dell’8,7%, per poi tornare a salire al 5,2% nel 2021. A fronte di questo crollo, le aspettative per l’inflazione rimangono bassissime (pari allo 0,3% per quest’anno).

Maxi manovra tedesca. Berlino ha annunciato un piano da 130 miliardi, pari al 4% del Pil, per il rilancio dell’economia verde e la digitalizzazione, ma anche per il taglio delle due aliquote Iva.

Occupazione, aumentano i rinunciatari. Tra marzo e aprile il numero di occupati in Italia si è ridotto di 400mila unità. Ma scende anche, paradossalmente, l’indice di disoccupazione, pari al 6,3% dall’8% di marzo. È l’effetto del calo, di quasi mezzo milione, di coloro che hanno rinunciato a cercare lavoro. Nella zona euro la disoccupazione è in aumento al 7,3% in aprile, dopo 7,1% a marzo, un aumento limitato anche grazie agli schemi di cassa integrazione che hanno “protetto” circa 40 milioni di lavoratori.

Continua a scendere la produzione industriale. Nonostante le riaperture del mese scorso la produzione industriale a maggio in Italia è diminuita del 33,8% rispetto a un anno prima – sempre meglio del -44,3% rilevato in aprile.

Matrimonio in bilico. Il marchio di lusso Lvmh ha comunicato di non aver più intenzione di acquistare Tiffany & Co: l’intenzione potrebbe essere quella di rinegoziare l’offerta da 16 miliardi di dollari presentata a novembre.

Non che l’Europa se la passi meglio. La presidente della Bce Christine Lagarde ha detto che l’economia europea è vicina al quadro più negativo previsto da Francoforte, con un calo tra l’8 e il 12% quest’anno.

L’Italia riapre. Continua l’allentamento delle misure restrittive imposte per limitare i contagi da coronavirus. Dal 3 giugno sono consentiti gli spostamenti tra diverse regioni per qualsiasi motivo, e non soltanto per lavoro, salute o assoluta necessità. La libertà di spostamento vale per tutte le regioni italiane.

 

 

Usa sotto scacco. La diffusione del virus prima, la disoccupazione in volata poi. E ora i disordini sociali scaturiti dall’uccisione a Minneapolis del cittadino afroamericano George Floyd da parte della polizia. Senza considerare le tensioni costanti con la Cina. Insomma, le questioni aperte sono molte per gli Stati Uniti, che si trovano a dover gestire ripetuti shock le cui conseguenze, scrive il Wall Street Journal, potrebbero avere effetti duraturi.

Grattacapi per Trump. Una situazione che inizia a gettare un’ombra sulla rielezione del presidente Donald Trump, in vista delle elezioni di novembre. Stando ai sondaggi nazionali, The Donald è sempre più impopolare: quello di Real Clear Politics dà il candidato democratico Biden avanti del 7,8%, mentre la rilevazione della Monmouth University fotografa un distacco di ben 11 punti. Certo, i numeri nazionali significano poco, specialmente a cinque mesi dal voto: per come è costruito il sistema americano del collegio elettorale, il presidente può essere riconfermato anche perdendo il voto popolare – gli basta prevalere nei collegi rurali e nel Sud. È stato calcolato che Trump potrebbe farcela anche con 6-7 milioni di voti meno di Biden.

Zoom fa il botto. L’azienda di videoconferenze Zoom – già ribattezzata “app della pandemia” – ha chiuso il primo trimestre 2020 con ricavi in volata del 169% a 328,2 milioni di dollari per il forte incremento nei download a seguito della diffusione dello smart working.

Mancato anniversario. Per la prima volta in trent’anni Pechino ha bandito ufficialmente le commemorazioni di piazza Tienanmen del 4 giugno a causa del coronavirus. E la polizia è intervenuta con cariche e proiettili di gomma a Hong Kong per disperdere la folla riunitasi nonostante i divieti per commemorare la strage.

Un nuovo Brexit Day. Il 5 giugno è l’ultimo giorno del quarto round di trattative tra Ue e Regno Unito sull’uscita del paese dall’Unione Europea. Senza un accordo, si fa sempre più probabile un addio “hard” il che comporterebbe l’applicazione di tariffe e dazi. Uno scenario che preoccupa la comunità finanziaria e industriale.

Australia in recessione. Con un calo del Pil dello 0,3% nel primo trimestre, è entrata formalmente in recessione anche l’Australia: per il Paese è la prima volta da 29 anni.

 

Come si sono mossi i mercati

Europa e Usa col segno più. Settimana positiva per le Borse che si apprestano a chiudere la cinquina in rialzo da questa e dall’altra parte dell’Oceano.

In Europa, i mercati, già ben avviati da inizio settimana, >hanno accelerato dopo l’annuncio del nuovo piano della Bce che, seppur atteso, è stato accolto positivamente dagli investitori.

Ftse Mib col vento in poppa. Sul listino milanese le perdite accumulate per effetto della crisi sanitaria sono ormai recuperate: dalla chiusura del 21 maggio a quella del 2 giugno il Ftse Mib è salito di 2.000 punti, passando da 17.000 a quota 19.000 (+11%), riportandosi sui valori del 10 marzo, quando da poche ore era partito il lockdown.

Bene anche lo spread tra Btp e Bund che, in scia alle notizie arrivate dalla Bce, si è ristretto a 176 punti, minimo da inizio marzo.

Sguardo a Oriente. Quanto all’Asia, le principali Borse del continente hanno terminato l’ultima seduta della settimana in leggero rialzo. A Tokyo il Nikkei 225 sale a +0,74% nonostante in Giappone il consumo delle famiglie sia crollato dell’11,1% ad aprile su base annua.

Oro nero in ripresa. Fronte materie prime, il prezzo del petrolio recupera terreno, con il Wti intorno ai 37,7 dollari al barile e il Brent a 40 dollari al barile, sulla notizia riportata dall’agenzia Reuters che la riunione dell’Opec con gli altri paesi produttori per discutere ulteriori tagli alla produzione potrebbe tenersi nel weekend.

 

I market movers della settimana

La settimana inizia con il Pil trimestrale del Giappone, per proseguire con una carrellata di numeri dagli Stati Uniti: indice dei prezzi al consumo di maggio, scorte di petrolio,produzione manifatturiera di aprile.

E, soprattutto, le decisioni di politica monetaria della Fed, che si riunirà mercoledì 10 giugno.

 


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