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Bollettino AO | L’ultimo mese di Draghi alla BCE e il dissenso dei “falchi” sul QE

I fatti salienti della settimana

L’ultima volta di Mario Draghi. Ultimo intervento di Mario Draghi al Parlamento Europeo in veste di presidente della BCE: il banchiere centrale ha espresso preoccupazione per un rallentamento “superiore al previsto” dell’economia dell’area euro e invitato a “rivedere” le regole UE, che potrebbero non essere adeguate all’attuale ciclo negativo dell’economia.

Nella BCE il dissenso prosegue. Il membro del board della BCE Sabine Lautenschlager si dimetterà il 31 ottobre, in anticipo di oltre due anni sulla scadenza del suo mandato. Da buona tedesca, si è fortemente opposta al riavvio del QE e alla riduzione dei tassi varata questo mese.

Tassi negativi sui depositi dei clienti. La Danimarca diventa laboratorio sperimentale di cosa può accadere quando le banche decidono di scaricare sui clienti costi e implicazioni di una politica monetaria super accomodante.

Jyske Bank, la seconda banca del Paese, ha rimosso il limite all’applicazione del tasso negativo sui depositi retail: prima, solo chi aveva circa un milione di dollari di liquidità doveva fronteggiare un tasso negativo; ora la soglia è stata ridotta a poco più di 110.000 dollari. E potrebbe scendere ancora. Altre banche potrebbero seguire l’esempio.

Non s’aveva da fare. La Corte Suprema ha giudicato illegale la sospensione del Parlamento inglese decisa dal primo ministro Boris Johnson.

Buone notizie dalla Francia. Il sentiment dei consumatori è aumentato inaspettatamente questo mese: altra buona notizia per la seconda economia della zona euro dopo la ripresa della fiducia delle imprese. Tutt’altra musica in Germania.

L’IFO sale più delle attese. L’IFO si è attestato a 94,6 punti dai 94,3 di agosto. Bene anche l’indice sulle condizioni attuali, che si posiziona a 98,5 punti dai precedenti 97,4.

Giù invece il sotto-indice sulle aspettative, a 90,8 punti da 91,3. L’aggiornamento arriva dopo i PMI di settembre, non esattamente brillanti. In affanno l’export.

Dazi, svolta in Estremo Oriente? Il presidente USA Donald Trump ha dichiarato che un accordo commerciale con la Cina si sta “avvicinando sempre di più”. Questo prima che gli States dicessero che sanzioneranno alcune aziende cinesi per l’aiuto fornito all’Iran nella vendita di petrolio.

Intanto il presidente Trump ha firmato un’intesa con il primo ministro Shinzo Abe per l’export in Giappone di beni agricoli statunitensi e l’import di auto nipponiche.

Balzelli a carico dell’Europa. L’Organizzazione Mondiale del Commercio autorizzerà gli USA a imporre dazi su quasi 8 miliardi di dollari di beni europei per via degli aiuti di Stato illegali ad Airbus. Nel mirino anche prodotti di lusso come vino, alcolici e articoli in pelle.

 

 

Come si sono mossi i mercati

Impeachment o non impeachment. A tenere banco, in settimana, i timori sulla crescita globale ma anche sulla situazione politica negli Stati Uniti, alla luce dell’avvio dell’inchiesta per la procedura di impeachment del presidente Trump.

Chiusura di settimana in calo rispetto ai valori di lunedì per tutti i principali listini azionari. A Milano il FTSE Mib termina in sostanziale parità.

Rendimento nipponico ai minimi storici. Il rendimento dei titoli di Stato quinquennali del Giappone è sceso al minimo storico dopo che il governatore della banca centrale Haruhiko Kuroda ha lasciato intravedere la possibilità di un taglio dei tassi a ottobre. Spread BTP-Bund sui 142 punti base.

Thomas Cook, c’è anche chi guadagna. Non tutti perderanno soldi a causa del collasso del gruppo Thomas Cook: chi ha puntato sui Credit Default Swap (CDS) potrebbe infatti guadagnare fino a 250 milioni di dollari.

Anche se i pagamenti non sono sempre garantiti, questi strumenti sono molto in voga tra gli hedge fund, per i quali rappresentano un modo per scommettere su aziende con bilanci in difficoltà.

Petrolio ancora in calo. Quotazioni del petrolio ancora in flessione venerdì 27 settembre, in scia alle aspettative del riavvio prima del previsto degli impianti danneggiati in Arabia Saudita dai recenti attacchi. A ciò si sono aggiunte le voci su un’offerta USA all’Iran per la rimozione delle sanzioni.

 



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Market movers della settimana

Dopo le riunioni delle banche centrali e in attesa dei conti delle società verso la metà di ottobre, il focus sarà sui dati macroeconomici. Tra i market mover avremo sicuramente il PMI manifatturiero, servizi e composito di vari Paesi e aree geografiche.

Nel Regno Unito ripartirà a pieno regime il dibattito politico su come realizzare la Brexit. Al momento, tutto è possibile. Nel frattempo, il 30 settembre fari puntati sul PIL. Lunedì è atteso anche l’aggiornamento sul tasso di disoccupazione ad agosto in Europa. Martedì toccherà all’indice dei prezzi al consumo nell’area euro a settembre.

Sempre nella giornata di martedì in Giappone si conoscerà l’indagine Tankan per il terzo trimestre. Negli Stati Uniti uscirà una serie di dati sul mercato del lavoro, tra cui il tasso di disoccupazione (appuntamento fissato per venerdì 4 ottobre).

In Italia è slittata a lunedì 30 settembre la nota di aggiornamento al DEF, primo passaggio autunnale dell’iter che porterà alla Legge di Bilancio per il prossimo anno.

L’attuale governo punta a una crescita economica tra lo 0,4% e lo 0,5% nel 2020. E, ovviamente, a disinnescare il previsto aumento dell’IVA. Tutto nel quadro di un’auspicata maggiore flessibilità da parte di Bruxelles, in virtù del nuovo governo Conte decisamente più pro-UE rispetto al precedente. Si vedrà.

 


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