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Bollettino AO | Mercati in altalena tra coronavirus e dati macro

I fatti salienti della settimana

Emergenza sanitaria. Continua a salire il bilancio delle vittime del coronavirus e dei contagiati. E tra i nuovi casi c’è il primo italiano risultato positivo al test: è un ricercatore emiliano di 29 anni, uno dei 56 cittadini italiani rientrati lunedì 3 febbraio da Wuhan.

Intanto il governo italiano ha decretato per la prima volta lo stato di emergenza sanitaria, per sei mesi, stanziando 5 milioni di euro.

Regno Unito fuori dall’UE. Dopo 47 anni, il Regno Unito non fa più parte dell’Unione Europea. “È l’alba di una nuova era”, ha detto il primo ministro Boris Johnson, mentre il Paese è diviso tra le proteste e i festeggiamenti.

Si apre ora la fase di transizione, volta a mettere a punto un Accordo di Libero Scambio (Free Trade Agreement) tra Londra e Bruxelles. La strada non sarà priva di ostacoli.

USA, l’inciampo dei dem. È iniziata ufficialmente in Iowa la corsa per la Casa Bianca, con il primo appuntamento delle primarie.

Ma più che l’esito delle votazioni, a far parlare è stato soprattutto il caos tecnologico e il ritardo clamoroso dei risultati in area dem: il tentativo di modernizzare il voto comunicando i risultati via app digitale è fallito, e il back-up telefonico non era stato preparato adeguatamente.

Quanto ai risultati, pur non essendoci ancora i dati definitivi, si profila un sostanziale pareggio tra Pete Buttigieg e Bernie Sanders. Scontata tra i repubblicani la vittoria di Donald Trump.

Chiuso il capitolo impeachment. Il Senato USA ha assolto il presidente Trump dai due capi d’accusa legati allo scandalo Ukrainagate, per i quali era stato incriminato a dicembre dalla Camera. Il blocco repubblicano, come previsto, ha retto.

Caos in Siria. L’esercito siriano ha ripreso il controllo della città di Saraqeb, nella provincia di Idlib, ultima roccaforte dei ribelli.

Sarebbero 500 mila i cittadini in fuga dopo l’offensiva delle forze leali a Bashar al Assad, offensiva che ha suscitato la dura reazione del presidente turco Recep Erdogan: se non cesserà, ha dichiarato, la Turchia è pronta a riprendere le operazioni militari.

 

 

Come si sono mossi i mercati

Borse sull’ottovolante. La Borsa di Shanghai ha ripreso lunedì le contrattazioni, dopo la chiusura prolungata oltre le festività del Capodanno per via della diffusione del coronavirus, segnando quasi il -9% nella prima seduta.

Nei giorni successivi, tuttavia, le quotazioni hanno tentato un parziale recupero, spinte dal buon andamento delle piazze occidentali e dalla decisione della banca centrale cinese di effettuare una maxi-iniezione di liquidità sui mercati da 1.200 miliardi di yuan, pari a circa 174 miliardi di dollari, a sostegno dell’economia del Paese.

Ma lo slancio di ottimismo non è bastato a far recuperare i cali, con la Borsa cinese che ha archiviato la peggiore settimana degli ultimi nove mesi: benché l’indice Shanghai Composite abbia segnato un rialzo dello 0,3% venerdì, nella settimana ha perso in tutto il 3,4%, mentre il CSI300 ha chiuso piatto l’ultima seduta, con perdite del 2,6% tra lunedì e venerdì.

Intanto S&P Global Ratings ha ridotto le sue stime per la crescita economica in Cina quest’anno al 5% rispetto al 5,7%, ma ha detto di prevedere una ripresa della crescita nel 2021 al 6,4%.

Europa alla finestra. L’azionario europeo ritraccia dai massimi record di inizio settimana, con il sentiment sotto tono dopo risultati societari deludenti e a causa del numero crescente di vittime del coronavirus.

A pesare sono anche i risultati deludenti sulla produzione industriale tedesca, che a dicembre 2019 è scesa del 3,5% rispetto al mese precedente, pari a un -6,8% su base annua. Non accadeva dal gennaio 2009. Il dato ha mandato a picco le quotazioni dell’euro, che hanno toccato i minimi da ottobre dopo l’annuncio.

Questa sera intanto, a mercati europei chiusi, arriverà il giudizio di Fitch sul debito sovrano italiano.

Listini USA euforici. In rialzo invece i listini statunitensi, sostenuti dalla decisione della Cina di tagliare i dazi su oltre 1.600 prodotti made in USA per 75 miliardi di dollari e da dati macroeconomici, l’ISM manifatturiero in primis, molto positivi. Nella penultima seduta della settimana, il Dow Jones ha guadagnato 0,30%, l’S&P 500 lo 0,33% e il Nasdaq Composite lo 0,67%, toccando nuovi record storici.

Petrolio stabile. I prezzi del petrolio sono risaliti dopo i cali delle ultime due settimane e si aggirano ora intorno a 51 dollari al barile per il WTI marzo e a 55 dollari al barile per il Brent aprile. I mercati sono fiduciosi sulla possibilità di un accordo interno all’OPEC su un cospicuo taglio alla produzione.

 



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I market movers della prossima settimana

Occhio a inizio settimana ai dati sul PIL inglese e ai numeri sul mercato del lavoro statunitense a dicembre.

Venerdì arrivano invece i dati sulle vendite al dettaglio negli Stati Uniti e sul PIL della Germania.

Martedì 11 febbraio la Borsa giapponese è chiusa per festività nazionale.

 


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