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Bollettino AO | Pfizer galvanizza i listini, ma i mercati rimangono cauti

I fatti salienti della settimana

Svolta democratica. Nella mattinata di sabato 7 novembre è arrivata l’ufficialità: Joe Biden del Partito Democratico ha vinto le elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Lo scrutinio in Pennsylvania ha infatti sancito il sorpasso sul presidente uscente Donald Trump, rendendo la sua vittoria finalmente certa. Venerdì 13 arriva anche il successo in Arizona, dove l’ultimo dem a vincere era stato Bill Clinton.

L’annuncio di Pfizer. La società farmaceutica americana Pfizer e il suo partner tedesco BioNTech, subito dopo l’ufficialità della vittoria di Biden, hanno annunciato una svolta cruciale nella lotta alla pandemia. Il loro vaccino sperimentale, somministrato in due dosi e nella fase finale degli studi clinici, ha mostrato un’efficacia superiore al 90% nello sviluppare anticorpi contro il Covid-19. Nell’immediato borse euforiche e oro in calo.

Bollettino economico Bce. L’ultimo bollettino economico della Bce segnala una rapida crescita dell’attività e del commercio mondiale nel terzo trimestre. In una prospettiva di più lungo periodo la possibilità di una ripresa sostenuta continua però a dipendere, in larga misura, dall’evoluzione della pandemia e dal buon esito delle politiche di contenimento. Il settore dei servizi? Il più colpito. Francoforte sottolinea comunque che il Consiglio direttivo è pronto a tutto e nell’immediato futuro “ricalibrerà i suoi strumenti” per sostenere la ripresa europea.

Btp Futura Bis. Nuova emissione questa settimana per il Btp “della ripresa”, il nostro Btp Futura. Acquisti sostenuti, ma minori rispetto alla prima edizione. Nella giornata di venerdì – giorno della chiusura delle contrattazioni – registrate un totale di 5,38 miliardi di richieste, sotto i 5,78 miliardi raccolti nello stesso periodo dal primo BTp Futura. Con ogni probabilità, il collocamento si chiuderà in area 6 miliardi o poco più. Non un flop, ma neppure un grosso successo.

Pil e lockdown. Secondo Oxford Economics il “nuovo” lockdown a fasce di novembre costerà al Pil italiano una caduta di 2 punti percentuali nel quarto trimestre. La stima prende in considerazione la divisione in zone effettuata dal governo, che quindi vede nella zona rossa regioni che valgono il 32 per cento del Pil, mentre Puglia e Sicilia, peseranno per circa il 9%. Ed infine calcola nel 59 per cento del Pil la restante zona gialla dell’Italia dove le limitazioni saranno ancora inferiori e gli spostamenti consentiti.

Rimbalza l’economia britannica. In base ai dati resi noti dell’Ufficio nazionale di statistica del Regno Unito rimbalza nel terzo trimestre anche il Pil della Gran Bretagna. Tra luglio e settembre, la crescita è stata del 15,5%, dopo essere crollata del 19,8% nei tre mesi a giugno. Su base annua si stima che la contrazione sarà del 9,6%.

Inflazione tedesca in calo. Come previsto scende, nelle rilevazioni di ottobre, il tasso di inflazione in Germania in flessione dello 0,2 per cento su base annua. Lo rende noto l’istituto Destatis, confermando così la stima preliminare. Si tratta della terza volta quest’anno in cui l’inflazione risulta negativa dopo un -0,1% registrato a luglio e un -0,2% a settembre. Su base mensile segna comunque una lieve crescita pari allo 0,1%.

Inflazione francese immobile. Restano fermi i prezzi al consumo in Francia ad ottobre. Secondo l’Insee, l’istituto nazionale di statistica, rispetto allo stesso mese del 2019, la crescita è stata zero. Anche su base mensile i prezzi si sono stabilizzati in ottobre, dopo essere calati dello 0,5%, precisa l’istituto.

Il Bitcoin risorge. La criptovaluta sembra essere risorta dalle sue ceneri. Nel giro di qualche giorno si è portata a quota 16mila dollari ossia cinque volte più cara rispetto ai minimi toccati nel dicembre 2018, anche se ancora lontana dai massimi storici di fine 2017. La notizia che avrebbe incoraggiato la rimonta è stata l’annuncio di PayPal: la criptovaluta dovrebbe divenire acquistabile sulla piattaforma e in seguito utilizzabile per effettuare acquisti.

 

 

Come si sono mossi i mercati

A inizio settimana la notizia di Pfizer ha fatto impennare i listini di tutto il mondo. Non solo, circa venti minuti dall’apertura di martedì 10 novembre le azioni BioNtech volavano in rialzo del 18,55% mentre quelle della Pfizer viaggiavano a +7,29%. Cali importanti invece per quelle azioni favorite durante la crisi: Zoom è arrivata a perdere il 20%, in calo anche Amazon, Netflix e Shopify. Titoli ciclici in ripresa.

Wall Street tra alti e bassi. Le elezioni presidenziali e il vaccino Pfizer hanno smosso e non poco le borse d’oltreoceano. Rally a inizio settimana per molti titoli azionari che sembravano essere dimenticati da tutti. Da giovedì però Wall Street ha perso quota, pagando dazio ai numeri sui contagi, che anche negli States continuano a mettere sotto pressione l’economia.

Stessa sorte in Europa. Anche le borse europee chiudono contrastate. Rally a inizio settimana grazie all’annuncio di Pfizer che ha dirottato gli investitori sui titoli azionari, soprattutto quelli ciclici pro-crescita. Sul finire pausa dagli acquisti: venerdì gli indici ripartono tutti deboli.

Anche l’Asia segue a ruota. Anche qui alti e bassi. Listini galvanizzati dal vaccino, poi in calo a metà settimana trainati dal crollo del tech cinese, dopo la sospensione della quotazione di Ant. Rimbalzo nella giornata di giovedì di tutto il settore tech asiatico, ma poi solo Tokyo rimane stabile in rialzo dello 0,60%.

Perde quota il petrolio. Petrolio ballerino perde quota sul finire di settimana dopo che le scorte Usa sono aumentate oltre le attese: il Wti con consegna a dicembre si attesta poco sopra i 40 dollari al barile.

L’Oro non si ferma. Secondo gli esperti con la vittoria di Biden, l’oro, trainato dal nuovo ciclo globale di misure espansive, avrà spazio per salire. Scivolato a inizio settimana durante il rally delle Borse recupera sul finire verso i 1880/1890 dollari l’oncia.

Btp e Spread ancora ai minimi. Nuovi minimi storici per il rendimento dei nostri BTp decennali, che scende per la prima volta sotto la soglia dello 0,60 per cento, allo 0,59%, dallo 0,62% del closing di venerdì scorso. Giù anche il differenziale di rendimento con il pari durata tedesco che sul finire della settimana rimane stabile intorno ai 121 punti base, in calo dai 123 punti della settimana precedente.

 

Indici azionari
Azioni Italia 6.20%
Azioni Europa 5.33%
Azioni Usa 0.53%
Azioni Cina -2.85%
Indici obbligazionari
Bond governativi eurozona -0.82%
Bond governativi usa -0.45%
Bond corporate usa -0.28%
Spread Btp-Bund 117 punti
Materie prime
Oro 1,825.64 (0.82%)
Petrolio Wti 40.38 (0.31%)
Valute
Cambio Eur/Usd 1.1881 (0.10%)
Cambio Eur/Gbp 0.9005 (0.14%)

Indici di mercato. Dati aggiornati ore 16.15 del 13/11/20

 

I market movers della settimana

Inizio di settimana guardando a est: in arrivo il pil trimestrale giapponese atteso in crescita del 4% dopo l’ultimo calo pari a -7 % del trimestre precedente. Si attende anche la produzione industriale cinese annuale, un buon indicatore della forza del settore manifatturiero. Il dato sembra essere superiore al previsto e sarà rialzista per lo CNY.

Martedì ci si sposta dall’altra parte del mondo con l’arrivo delle vendite al dettaglio mensili statunitensi previste in calo dell’1% ad ottobre rispetto al mese precedente.

Mercoledì tocca all’eurozona: in arrivo l’Indice dei prezzi al consumo su base annua, uno strumento chiave per misurare i cambiamenti nelle tendenze di acquisto e l’inflazione in zona Euro. Atteso senza variazioni significative.

Giovedì è il turno della Federal Reserve, la banca centrale americana, che renderà noto il suo Philadelphia Fed Manufacturing Index, un indice che determina lo stato di salute economico del settore manifatturiero nella regione di Filadelfia e che proviene da un’indagine effettuata presso circa 250 produttori del distretto in questione. Il dato sarà di molto superiore allo 0 e ci indicherà quindi un netto miglioramento delle condizioni del settore manifatturiero americano.

Chiude la settimana la banca popolare cinese con l’annuncio del suo tasso privilegiato d’interesse, ossia il tasso di riferimento per i prestiti bancari in Cina. Previsto invariato al 3,85%.

 


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