Il primo mese dell’anno è stato contraddistinto da diverse turbolenze che hanno colpito i principali listini del pianeta. Inflazione e politica monetaria, che poi sono due facce della stessa medaglia, sono i fattori che hanno scatenato la correzione, soprattutto se si guarda al mercato americano.
A fare da sfondo, le tensioni geopolitiche tra i Paesi Nato e la Russia sull’Ucraina, una situazione che non lascia tranquilli i mercati, anche in considerazione del fatto che dal Paese guidato da Vladimir Putin partono importanti forniture di gas alla volta dell’Europa, che già sta facendo i conti con il caro energetico e delle materie prime.
Non è migliorata granché la situazione anche in Cina, dove la stretta normativa del governo sulle aziende e la crisi del mercato immobiliare hanno rallentato la crescita nel 2021.
I fatti salienti del mese di gennaio
La turbolenza non ha risparmiato l’Italia, tanto da spingere il Ftse Mib a tirare il fiato scendendo sotto i 27mila punti, dagli oltre 28mila di inizio mese.
Nel nostro Paese hanno tenuto banco le votazioni per il nuovo presidente della Repubblica, che si sono alla fine concluse con una conservazione dello status quo: Mario Draghi a Palazzo Chigi e Sergio Mattarella altri sette anni al Quirinale.
I mercati sembrano avere apprezzato la soluzione, con il paniere principale di Piazza Affari che ha recuperato terreno negli ultimi giorni del mese.
Il caro materie prime e i costi dell’energia si stanno facendo sentire in tutto il continente, motivo per cui si guarda con una certa apprensione agli sviluppi sul confine tra Ucraina e Russia. Il rischio di invasione russa non piace ai mercati, dal momento che provocherebbe un intervento dei Paesi Nato e un inasprirsi delle tensioni sui prezzi delle forniture di gas e altre materie prime.
Ma il rialzo dell’inflazione intanto già c’è e si fa sentire anche in Europa. Secondo i dati Eurostat, ha toccato il 5% su base annuale a dicembre 2021, in progresso sul 4,9% di novembre. Gli Stati Uniti condividono lo stesso problema, tant’è che la Federal Reserve ha annunciato una stretta alla politica monetaria, che sarà più veloce di quanto previsto.
Nel dettaglio, il presidente Jerome Powell ha annunciato che gli acquisti di titoli saranno azzerati entro marzo 2022, anno in cui si concretizzerà un significativo aumento dei tassi di interesse e, quindi, del costo del denaro (si vedano le previsioni sintetizzate nel recente report di S&P Global Ratings).
Intanto in Cina prosegue la stretta normativa del governo nei confronti delle aziende tech: i controlli si sono inaspriti e ora i colossi del digitale dovranno ottenere l’approvazione delle autorità prima di effettuare investimenti o raccolte fondi.
Come si sono mossi i mercati
In Europa i listini hanno corretto in maniera generalizzata nel mese di gennaio. Il Ftse Mib è sceso, seppur con un recupero a fine mese, sotto quota 27mila punti. Ha corretto anche il Cac40 francese e pure il Dax tedesco ha conosciuto un andamento sovrapponibile.
Negli Usa l’S&P500 è passato da 4.800 punti al minimo del mese, attorno ai 4.300, per poi risalire. Stessa musica per il Nasdaq, l’indice che raccoglie i titoli tecnologici, che ha assistito a un arretramento intorno all’8% a gennaio.
In Asia il Ftse China A 50 rimane al momento nel suo periodo “no”, mentre l’Hang Seng a Hong Kong si è mosso in controtendenza e ha visto un gennaio leggermente positivo. In Giappone il Nikkei ha vissuto anch’esso un mese in territorio negativo, in linea con i principali listini mondiali.
Sul fronte obbligazionario, il rendimento del bond decennale Usa è salito nel corso del mese attorno a quota 1,77%, dall’1,53% di inizio mese. In Europa lo spread Btp/Bund è leggermente sceso, intorno a quota 134 punti base (dai circa 140 punti di inizio mese).
Per quanto riguarda le commodities, l’oro si è portato a quota 1.798 dollari l’oncia (a fine 2021 era oltre i 1.800 dollari). Il gas naturale è cresciuto in modo netto e a fine gennaio si posizionava poco sotto i 4,90 dollari al metro cubo, dai 3,80 di inizio mese. Petrolio Brent oltre i 90 dollari al barile, Wti a quota 88.
Sul fronte valute, il cambio euro/dollaro è rimasto sostanzialmente stabile a 1,12.
Eventi da tenere d’occhio nel mese di febbraio
Da segnalare innanzitutto gli sviluppi delle varie partite geopolitiche sullo scacchiere internazionale. E poi, immancabilmente, la situazione pandemica, che sembra volgere al meglio, con i governi che più o meno ovunque si preparano alla fine della fase emergenziale.
A febbraio è atteso poi il disvelamento delle trimestrali di molte società, tra Europa e Stati Uniti, che daranno indicazioni concrete su come sia andata l’ultima parte dell’anno e l’economia mondiale in generale.
Da tener d’occhio, inoltre, diversi indicatori economici, fra i quali i dati di crescita del Pil. Un dato, quest’ultimo, che nelle stime dell’Istat è stato molto positivo per l’Italia nel 2021, con una crescita del 6,4%, superiore alla media Ue del 4,8%.