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HomeECONOMIA E MERCATICOMMENTO AL MERCATORiassunto mensile di maggio: inflazione e guerra ancora protagoniste, occhio a Fed e Bce

Riassunto mensile di maggio: inflazione e guerra ancora protagoniste, occhio a Fed e Bce

Si è chiuso un maggio di alti e bassi sui mercati globali. Le fasi iniziali e centrali del mese, infatti, sono state contraddistinte dai ribassi, in particolare per i titoli tecnologici statunitensi. A incidere maggiormente ancora una volta le banche centrali, con in testa la Fed che ha alzato i tassi d’interesse e confermato di voler fare almeno altri due ritocchi verso l’alto di mezzo punto prima della fine dell’anno.

Una banca centrale travestita da falco ha finito così per colpire il mercato azionario americano, trascinandosi dietro anche Europa e Asia. Dietro alla stretta monetaria c’è sempre il tentativo di domare un’inflazione che è molto alta in America e nel Vecchio Continente, mentre in Cina non c’è aumento dei prezzi ma ha tenuto banco il lockdown prolungato anti Covid nelle principali città del Paese: misure molto restrittive che hanno portato a un rallentamento della crescita economica.

Nella parte finale di maggio, tuttavia, i mercati hanno iniziato un corposo rimbalzo grazie a utili aziendali che tengono, così come l’occupazione e un’economia globale che non dovrebbe finire in recessione, almeno per quest’anno, nonostante eventi destabilizzanti come la guerra tra Russia e Ucraina.

 

I fatti salienti del mese di maggio

Durante tutto il mese ha continuato a essere sotto i riflettori la guerra in Ucraina, con i russi che hanno concentrato l’offensiva sul Donbass e gli ucraini che, al momento, stanno avendo la peggio nella regione nonostante gli aiuti economici e di armi da parte dell’Occidente. Ci sono sforzi per riallacciare il discorso diplomatico, ma di fatto l’Unione europea, pur se faticosamente, è giunta a un accordo sull’embargo del petrolio russo che, seppur con alcune eccezioni, dovrebbe scattare entro otto mesi.

La Russia, dal canto suo, ha interrotto le forniture di gas a Olanda, Belgio e Polonia che si sono rifiutate di pagare in rubli come richiesto dal Cremlino. Gazprom, inoltre, ha interrotto le forniture anche alla Finlandia, che insieme alla Svezia ha avviato le procedure per aderire alla Nato, scatenando la reazione di Mosca.

Sempre l’Europa ha lanciato un nuovo programma energetico, chiamato RePower Eu, stanziando 300 miliardi di euro tra fondi e prestiti per arrivare alla completa indipendenza energetica dalla Russia entro il 2027.

Continua a galoppare l’inflazione: secondo i dati Istat in Italia a maggio è arrivata a quota 6,9%, ai massimi dal 1986. Va un po’ meglio, però, rispetto a Germania (+7,9% annuo) e Spagna (+8,5%). Sempre l’Istat ha ritoccato al rialzo le stime di crescita del Pil nel primo trimestre (a +0,1% da -0,2%), cosa molto positiva per il nostro Paese che ora ha una crescita acquisita per il 2022 del 2,6%.

Dopo la Fed, anche la Bce si muoverà entro la fine dell’estate per ritoccare verso l’alto i tassi di mezzo punto, il che porrà fine all’era dei tassi a zero o negativi.

Intanto, i mercati hanno apprezzato la decisione della Cina di porre fine ai lockdown dal primo di giugno.

Si è molto dibattuto sulla necessità di regolamentare le criptovalute, dopo che nel corso del mese si è osservato un crollo che ha portato il Bitcoin, la cripto più capitalizzata, a perdere oltre la metà del suo valore rispetto ai suoi massimi.

 

Come si sono mossi i mercati

In Europa, i listini hanno finito tutti più o meno intorno alla parità o comunque in territorio positivo. Il Ftse Mib in Italia ha chiuso il mese a 24.505 punti (+1,04% da inizio mese), il Dax tedesco ha guadagnato il 2%. Leggermente negativo il Cac 40 francese, che ha perso nel mese lo 0,99%.

Negli Usa l’S&P 500 ha chiuso in parità, dopo aver perso l’8% ad aprile. Ancora pesante il Nasdaq, l’indice che raccoglie i titoli tecnologici, che ha visto una perdita a maggio dell’1,65% della sua capitalizzazione.

In Asia, il Ftse China A 50 ha chiuso il mese in negativo dello 0,3%. Un po’ meglio l’Hang Seng a Hong Kong (+0,97%). In Giappone, il Nikkei ha vissuto un mese positivo, chiudendo in rialzo dell’1,61%.

Sul fronte obbligazionario, il rendimento del bond decennale USA è sceso nel corso del mese fino a toccare quota 2,8% (dal 3%). In Europa, lo spread BTP/Bund è cresciuto a fino a 198 punti base.

Per quanto riguarda le commodity, l’oro è salito a quota 1845 dollari l’oncia. Il gas naturale europeo, invece, è sceso nel corso del mese e ora viene scambiato a 94 euro al megawatt/ora (a un prezzo vicino a quello pre-invasione dell’Ucraina). Il petrolio è cresciuto a 117 dollari al barile per il Brent. Poco più sotto, invece, il Wti a quota 116 dollari alla fine del mese.

Sul fronte valute, il dollaro si è avvicinato molto all’euro per poi stabilizzarsi intorno a 1,06.

 

Eventi da tenere d’occhio nel mese di maggio

Il conflitto in Ucraina continuerà a catalizzare l’attenzione del mondo. In primis, perché l’inflazione da materie prime – che poi innesca gli aumenti di tutti i prodotti – deriva proprio da lì. L’apertura di veri negoziati di pace potrebbe veramente far virare verso il meglio tutto il clima economico mondiale, che, al contrario, peggiorerebbe nel caso di una guerra lunga.

Attenzione anche alle banche centrali: la Bce si riunirà il prossimo 9 giugno e tutti cercheranno di capire meglio le politiche che verranno attuate e con quali tempistiche. Ma, soprattutto, si vedrà chi uscirà vincitore dalla disputa tra falchi (chi vuole un rialzo dei tassi più vigoroso) e colombe (i membri del board favorevoli a un rialzo più graduale). Il 14 e 15 giugno, invece, sarà la volta della Fed, con un meeting che verrà associato anche a proiezioni economiche.

 


 

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