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Elezioni europee e mercati: iceberg schivato (per ora)

Come sono andate le Elezioni europee 2019 e che impatto hanno avuto sui mercati?

Disclaimer: non spettano a noi le analisi politologiche, considerato che – come sa chi ci segue – noi ci occupiamo di temi economici e finanziari. Ma, come pure sa chi ci segue, tutto quello che accade là fuori, nella giungla della politica continentale, ha un impatto sui mercati. E allora ecco il nostro resoconto sul voto per il rinnovo dell’Europarlamento (e di riflesso della Commissione UE), che si è svolto domenica 26 maggio.

 

I risultati del voto europeo

Possiamo quasi dire che questa è stata la tornata elettorale del “sì, ma”:

  • gli euroscettici crescono (e in alcuni Paesi trionfano), ma non riescono a ribaltare la maggioranza del Parlamento Europeo a loro favore;
  • i partiti tradizionali perdono consensi pressoché ovunque, ma la maggioranza a Strasburgo per adesso pare destinata a restare nelle loro mani;
  • buona prova delle nuove formazioni tendenzialmente pro-UE, ma non dappertutto;
  • il Regno Unito avrebbe dovuto essere fuori dall’UE da due mesi, ma invece è stato tra i primi Paesi a votare, destinando il 31% e oltre delle preferenze al Brexit Party di Nigel Farage e alla sua proposta di Brexit senza accordo.

 

Che Parlamento sarà?

A conti quasi fatti, è evidente che la maggioranza del prossimo Parlamento Europeo dovrà essere costruita su equilibri diversi da quelli che finora hanno caratterizzato il dominio dei due partiti tradizionali europei: il Partito Popolare Europeo e i Socialisti e Democratici, che insieme non detengono più la maggioranza dei seggi.

Le proiezioni parlano chiaro: l’alleanza tra Socialisti e Popolari non ha più i numeri per poter governare, visto che i due gruppi insieme hanno perso una settantina di seggi attestandosi a quota 329, a fronte dei 376 necessari per la maggioranza. Ago della bilancia potrebbero essere i Liberali dell’ALDE, in crescita rispetto al 2014 con 107 seggi.

 

Elezioni europee 2019 | amCharts

 

Oltre ai Liberali, diversi altri gruppi minori hanno aumentato il loro peso: straordinario successo dei Verdi, che hanno registrato ottimi risultati in Francia, Belgio, Irlanda e Germania, dove avevano già ottenuto molti voti alle regionali nel 2018.

A causa di questa frammentazione, la sfida sarà più che altro quella di formare una maggioranza stabile e in grado di tenere le redini della legislatura fino al 2024. Inoltre, se i Popolari riescono nell’impresa di allearsi di nuovo con i Socialisti con l’aiuto di Liberali e Verdi, è probabile che questi chiedano per contro cariche di rilievo nel nuovo Parlamento.

Ad oggi, comunque, sembra questa la soluzione più probabile.

 

La reazione dei mercati

Seppure in presenza di dati che non si possono ignorare (l’exploit dei sovranisti in Paesi chiave come la Francia e l’Italia, per esempio), la prima reazione dei mercati azionari e obbligazionari e dei cambi valutari al voto UE è stata all’insegna di un certo pacato ottimismo.

Ciò è avvenuto proprio perché, almeno a una prima considerazione, risulta altamente probabile che i partiti tradizionali conservino la maggioranza dell’Europarlamento, con il puntello di Liberali e altri partiti pro-UE. Insomma, si temeva una rottura degli argini che per il momento non c’è stata, e i mercati hanno tirato un sospiro di sollievo.

 

 

Quali scenari per l’Europa?

Questo importante appuntamento elettorale sarà seguito dalla scelta del nuovo presidente della Commissione Europea per opera del neoeletto Parlamento1 e dalla nomina del prossimo presidente della BCE (compito che spetta al Consiglio Europeo).

Qui, insomma, si giocano i futuri equilibri politici europei e soprattutto le strategie monetarie e fiscali dell’Unione. Di seguito, i tre scenari che verosimilmente abbiamo di fronte.

  • SCENARIO 1: alleanza PPE, PSE, ALDE e Verdi
    Probabilità: alta
    Secondo gli analisti politici, questa maggioranza potrebbe dare corso a una politica fiscale un po’ più permissiva, che favorirebbe la nomina alla presidenza della Commissione Europea del Socialista olandese Frans Timmermann o del tedesco Manfred Weber, allontanando l’ipotesi di un presidente tedesco alla BCE. Tale scenario potrebbe rivelarsi positivo per l’Italia nel lungo periodo, con buone ripercussioni sull’azionario europeo e sui nostri mercati (FTSE Mib e non solo).
  • SCENARIO 2: alleanza PPE e sovrasti europei
    Probabilità: bassa
    Se dovesse accadere, i partiti di maggioranza potrebbero osteggiare l’elezione alla presidenza della Commissione di un tedesco, con un effetto boomerang che porterebbe all’elezione di un presidente teutonico alla BCE (da tempo si parla di Jens Weidmann, attuale presidente della Bundesbank). Addio al Quantitative Easing e compagnia bella. Attesi effetti negativi sulle Borse europee così come sull’azionario e l’obbligazionario italiani.
  • SCENARIO 3: Lega-M5S alla resa dei conti ed elezioni anticipate
    Probabilità: media
    Qualunque forma prenda la nuova maggioranza europarlamentare, un dato è certo: il leader della Lega Matteo Salvini ha trionfato, anche a scapito degli alleati pentastellati. Tutti giurano che il governo di Roma andrà avanti e che non ci sarà alcuna resa dei conti. E se invece l’Italia andasse a nuove elezioni? Salvini, come nuovo capo dell’esecutivo italiano, potrebbe accentuare le sue posizioni antieuropeiste forte del mandato popolare o, all’opposto, decidere di abbandonare l’antieuropeismo in favore di posizioni più moderate, scongiurando la tanto temuta Italexit. In questo secondo caso, la reazione dei mercati sarebbe positiva e trascinerebbe al rialzo la Borsa Italiana, allentando le tensioni sull’obbligazionario.

 

Le prossime tappe

A partire da oggi, lunedì 27 maggio, i nuovi deputati eletti avvieranno i negoziati per la formazione dei gruppi parlamentari a Strasburgo. Per costituire un gruppo politico servono almeno 25 membri, e almeno un quarto degli Stati membri deve essere rappresentato.

La composizione dovrà essere notificata entro il 24 giugno. Il 2 luglio avrà inizio la nona legislatura del Parlamento Europeo, che avrà il compito di eleggere il presidente, i 14 vicepresidenti e i 5 questori dell’assemblea. A luglio il Parlamento UE dovrebbe eleggere anche il nuovo presidente della Commissione Europea.

Nei prossimi mesi – di riflesso al voto europeo, che riguarda solo i membri dell’Europarlamento – prenderà infatti forma anche la nuova Commissione: l’ultima parola spetterà allo stesso Parlamento UE, che si esprimerà con il voto a ottobre o novembre. A quel punto, la Commissione potrà entrare in carica.

 



1 – Come sono nominati il Presidente della Commissione e i commissari?, fonte: Parlamento Europeo

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