Il 25 febbraio 2015, con l’annuncio dell’OPAS (offerta pubblica di scambio) della controllata di Mediaset Ei Towers, Rai Way è in passivity rule: quindi non può compiere operazioni straordinarie, come cambio dello statuto, assemblea straordinaria, acquisizioni, vendite di asset.
Al contrario della RAI, il bidder (la società che si candida ad acquisirla) ha invece le mani libere: può modificare i termini dell’OPAS, fare acquisizioni di altri asset sul mercato (ci punge vaghezza che ci siano torri in vendita, cominciando da Telecom, finendo ad Autostrade, passando per Ferrovie…).
Il CdA di Rai Way potrà (anzi dovrà, e in autonomia rispetto a quanto dirà il CdA di Rai!) valutare se l’OPAS è conveniente o meno, e proporre agli azionisti se vendere o non vendere: questo è quanto sarà tenuto a fare il CdA, che è il management della società.
Gli azionisti (di maggioranza: Rai; di minoranza: il 35% scarso sul mercato) saranno poi nelle condizioni di decidere se vendere o tenere, sino alla data ultima prevista nel (successivo) prospetto di OPAS.
Il mercato è davvero una “grande bellezza”? Lo vedremo, e sarà tanto più bello, quante più offerte giungeranno su Rai Way. Se arrivano altre OPA/OPAS ci si divertirà, e sarà un “sacco bello”!
Le leggi si cambiano, e a maggior ragione i decreti.
Siamo solo ai titoli iniziali, il film sarà lungo emozionante e con colpi di scena, il colpevole si scoprirà alla fine, probabilmente al buio.
Sine qua non.