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Largo alla Gen Alpha: veri nativi digitali e con un’anima green

Generazione X, Millennials, Generazione Z: sono tutti termini che ormai abbiamo imparato a conoscere. Ampiamente utilizzati nel giornalismo, nel marketing e in finanza, indicano fasce di consumatori (o investitori) che, oltre all’età anagrafica, condividono tutta una serie di caratteristiche: abitudini di consumo e modo di pensare, di agire, di comunicare.

Il fatto di essere nati in un certo momento storico, del resto, plasma in modo rilevante gli atteggiamenti delle persone: per dire, ogni generazione ha i suoi film cult, i suoi campioni, le sue canzoni.

Naturalmente stiamo generalizzando: queste distinzioni servono per creare dei modelli utili a fini sociali, scientifici o di marketing, ma ovviamente vanno prese con le pinze.

Tutto ciò premesso, chi verrà dopo Millennials (o Generazione Y, ovvero i nati tra il 1981 e il 1996) e Generazione Z (nati tra il 1997 e il 2010)?

È proprio come suggerisce la logica: si riparte con l’alfabeto. La prossima generazione di cui sentiremo parlare sarà la Alpha, quella cioè dei nati dopo il 2010: i Baby Boomers sono i loro nonni, Gen X e Millennials i loro genitori.

 

… benvenuta, Generazione Alpha

Per il momento, i rappresentanti più “anziani” di questa nuova generazione si stanno approssimando alle soglie dell’adolescenza. Eppure, è già possibile delineare alcune caratteristiche molto particolari che li contraddistinguono.

Questi bambini e ragazzi – che hanno sperimentato la didattica a distanza nei mesi della pandemia – rappresentano di fatto “la prima generazione che percepisce la tecnologia non solo come un mezzo ma proprio come un aspetto integrante dell’esistenza”, dice all’agenzia di stampa Ansa lo psicologo Matteo Lancini, presidente della fondazione Minotauro. “Cresciuti con il tablet e il cellulare accanto, sono figli di genitori che investono molto tempo, risorse e affetto nella loro educazione”.

Quella che abbiamo di fronte è una generazione “moderna, iperconessa, green, inclusiva”, rincara la dose una ricerca commissionata da BNP Paribas Cardif e condotta da Friendz alla fine del 2020.

Lo studio, che ha coinvolto (tramite app) circa 1.000 genitori con figli dai 5 ai 10 anni e 100 bambini, si è soffermato su modalità di utilizzo dei device tecnologici, tempo libero e sfera sociale, attenzione alla sostenibilità e all’inclusione, sicurezza e cyberbullismo e aspetti economici legati al mantenimento, con un focus sulle assicurazioni.

 

Con lo smartphone in mano prima dei 5 anni

Ne è emerso che il 62% dei bambini della Generazione Alpha inizia a usare dispositivi tecnologici – soprattutto smartphone (62%) e tablet (55%) – prima dei 5 anni e ben il 53% può vantare almeno un dispositivo di sua esclusiva proprietà (ma solo il 9% può usarlo in piena autonomia).

Questi dispositivi vengono usati principalmente per giocare (50%) e per guardare video o cartoni (21%), ma – e qui il lockdown ha giocato un ruolo importante – anche per seguire le lezioni online (10%). La durata media di connessione è di 107 minuti al giorno, un po’ di più per i bimbi dagli 8 ai 10 anni (121 minuti) rispetto ai più piccoli (93 minuti).

Anche se parliamo di bambini ancora un po’ troppo piccoli per avere un account sui social network (solo il 10% ne ha uno), molti dicono di utilizzare comunque queste piattaforme: le preferite sono YouTube e TikTok.

 

 

Un’anima verde e inclusiva

Un altro aspetto interessante emerso dall’indagine è che, rispetto alle generazioni precedenti, i bambini della Generazione Alpha sembrano essere più inclusivi e avere meno barriere culturali: il 33% infatti dice di avere amici di diverse etnie e il 44% ha dei compagni di classe di origine straniera.

Anche gli stereotipi di genere sembrano destinati a sbiadire ulteriormente: alla richiesta di associare alcuni mestieri e attività a un genere (maschi, femmine o entrambi), l’opzione “entrambi” è prevalsa in maniera netta in quasi tutti i casi. Dal lavare i piatti a fare il presidente del Consiglio, dal giocare a calcio al fare la spesa: per i bambini della Generazione Alpha tutti possono fare tutto (e sarebbe anche ora).

Per concludere, la Generazione Alpha sembra avere un’anima molto “green”: il 39% dei bambini in tutte le fasce d’età si preoccupa, per esempio, della raccolta differenziata, mentre il 43% è molto attivo con progetti sul tema a scuola. In generale, tra gli intervistati c’è molta preoccupazione per lo stato di salute del nostro pianeta: secondo il 54% la Terra sta “molto” o “abbastanza male” e il 51% pensa che dovremmo fare molto di più per aiutare il pianeta.

 

Gen Alpha tra consumi e investimenti

Stiamo parlando dei primi veri “nativi digitali a 360 gradi”, abituati a gestire una grande abbondanza di stimoli contemporaneamente e a saltare con nonchalance da una piattaforma all’altra. Questi individui sono stati esposti fin da piccolissimi a tecnologie come l’intelligenza artificiale e la realtà aumentata, motivo per cui proprio questi strumenti potrebbero rivelarsi indispensabili per attrarli, un domani, in qualità di consumatori o investitori.

Non solo. Come abbiamo detto, proprio come i Millennials – anzi, potremmo dire in modo “potenziato” rispetto ai Millennials – i membri della Generazione Alpha sembrano attenti alla sostenibilità, alla cura del pianeta e a mantenere stili di vita salutari.

Ovviamente per adesso quelle abbozzate fin qui sono solo supposizioni e teorie: chissà cosa succederà di qui ai prossimi dieci anni e in che modo questo influenzerà comportamenti e attitudini della nuova generazione. Ma i segnali sembrano parlare chiaro. Le parole chiave per attirare i consumatori di domani potrebbero essere – più che mai in precedenza – “tecnologia” e “sostenibilità”.

 


 

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