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HomeECONOMIA E MERCATIECONOMIA, POLITICA E SOCIETA'Non sono solo canzonette: il giro d’affari del Festival di Sanremo

Non sono solo canzonette: il giro d’affari del Festival di Sanremo

Dice: ma come, pure voi? E certo: prende il via la settimana del Festival della canzone e noi, fatti due conti, non ce la siamo proprio sentita di tirarci indietro. Vi proponiamo quindi alcune cifre e riflessioni riportate nel Market Watch “Economia dello Spettacolo e dell’Intrattenimento” che Banca Ifis ha realizzato in occasione della sponsorizzazione di Casa Sanremo, con l’obiettivo di fotografare lo stato di salute del settore e misurarne il valore economico e sociale.

Primissima annotazione: il Festival di Sanremo produce complessivamente 60 milioni di euro di ricavi e si conferma così una risorsa importante non solo per il sistema musicale, ma anche per le imprese e per il territorio nel quale si svolge.

Lo studio evidenzia che l’intero settore dello spettacolo e dell’intrattenimento, fra i più colpiti dalla pandemia di Covid-19, ha conosciuto una ripresa ed è tornato a crescere, producendo valore: nel 2022, per dire, l’industria italiana dello spettacolo ha generato 54 miliardi di euro di ricavi, superando del 2% il livello del 2019.

Secondo le stime, il 2023 è destinato a veder durare il trend positivo del comparto, con una crescita del 3% e con il taglio del traguardo di 55,8 miliardi di euro a fine anno. Merito anche del contributo portato proprio dalla musica.

 

Perché Sanremo è Sanremo: il giro d’affari del Festival

E veniamo al Festival di Sanremo, che come dicevamo genera 60 milioni di euro di ricavi complessivi, di cui, secondo lo studio:

42 riconducibili alla raccolta pubblicitaria Rai;
18,4 legati all’impatto delle attività del Festival sul territorio.

Il Festival porta nella città di Sanremo e nelle aree limitrofe 41mila persone ogni anno tra ospiti, organizzatori, staff e turisti. L’impatto di queste presenze ricade principalmente su alloggi (8,8 milioni di euro), ristorazione (2 milioni di euro), shopping (2 milioni di euro incluse spese al casinò e ticketing dell’evento) e trasporti (0,6 milioni di euro).

A ciò si aggiunge la cifra erogata dalla Rai al comune organizzatore, che si attesta sui 5 milioni di euro. E proprio la Rai è uno dei maggiori beneficiari del Festival: la raccolta pubblicitaria relativa alle sole attività di Sanremo è prevista in crescita di oltre il 9% nel 2023, a 46 milioni di euro rispetto ai 42 milioni di euro del 2022.

 

 

Non solo Festival: numeri in ripresa per tutto il settore

Non solo Festival di Sanremo. L’intera economia italiana dello spettacolo e dell’intrattenimento che è tornata in salute dopo gli affanni degli anni della pandemia di Covid-19. Nel 2022 il settore ha prodotto nel complesso ricavi per 54,1 miliardi di euro, in crescita del 2% rispetto ai valori registrati nel 2019, prima della pandemia.

La ripresa del biennio 2021-2022 ha riportato il peso dell’economia dello spettacolo e dell’intrattenimento sul Prodotto interno lordo nazionale all’1,5%: un valore in linea col passato, anche se risente dell’incremento dei costi di servizi e materiali (nel 2019, per dire, l’impatto sul Pil ammontava all’1,8%).

 

 

Spettacolo e intrattenimenti: le previsioni del Market Watch

Secondo i dati del Market Watch, il settore dello spettacolo e dell’intrattenimento nel 2023 registrerà una crescita del +3%, con i ricavi a quota 55,8 miliardi di euro, grazie allo slancio nella produzione e nella distribuzione di contenuti, soprattutto per televisione e cinema.

All’interno di questo ampio settore, assicura il Market Watch, un ruolo centrale lo svolge il comparto musicale. Grazie anche al fatto che ogni italiano dedica 20,5 ore settimanali ad ascoltarla (dato in crescita del 1,4% rispetto al 2021), il mercato discografico del nostro Paese appare in buona salute, con un valore di mercato a fine 2021 che si attestava a 332 milioni di euro e un outlook di crescita del +18% nel primo semestre del 2022 (ultimo dato disponibile). Proiettati sul palcoscenico internazionale, questi numeri fanno di quello italiano il decimo mercato discografico per valore.

Quanto al futuro dell’industria musicale, stando allo scenario delineato gli utenti saranno sempre meno fruitori e sempre più co-creatori, attraverso percorsi di democratizzazione, personalizzazione e gamification.

 


 

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