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Progetto startup in Italia: un modo per rinnovare davvero il Paese

Breve diario di una giornata speciale.

Ieri, io e il mio socio “geek” Fabio Marras, abbiamo preso un treno in orario davvero antelucano per partecipare all’ISDAY 2: Restart Italia, convegno sulle startup tenuto presso la sede di H-Farm, in provincia di Treviso, con la partecipazione del ministro Corrado Passera.

Progetto startup in Italia:  un modo per rinnovare davvero il paese

A dire il vero le nostre aspettative non erano granché, noi all’evento abbiamo deciso di partecipare perchè l’invito ce l’ha girato il nostro presidente Claudio Costamagna e come si sa  “ubi maior…”

Oggi le “startup” vanno di gran moda, in molti si definiscono “startupper”, “venture capitalist”, “accelerator” o altro… parlano un gergo che fa molto Silicon Valley ma, spesso, “se la cantano e se la sonano” e sono ignari della vera realtà quotidiana che affronta chi ha deciso di avviare una società nel nostro Paese.

Quello del cosiddetto “startupper” è oggi un mestiere per ricchi, perchè in questo campo esistono tanti bei premi per le idee brillanti, ma pochissimi quattrini; oppure un mestiere per giovani coraggiosi pronti a volare oltreoceano per cercare fortuna. Anche noi di Advise Only, almeno una volta alla settimana, quando siamo sommersi da tonnellate di incombenze burocratiche spesso ingiustificate, sogniamo ad occhi aperti di ripartire in un Paese più amichevole nei confronti di chi prova a fare qualcosa di nuovo.

Ma torniamo all’ISDAY 2. Una volta arrivati alla stazione di Mestre un vento maligno, accompagnato da pioggerellina battente, ha ulteriormente raffreddato il nostro già scarso entusiasmo. Giunti a Roncade il tempo è peggiorato ulteriormente, anche se la bellezza e la pace del luogo dove H-Farm ha stabilito la sua bellissima sede hanno cominciato a riscaldare i cuori di noi “grigi” milanesi, assuefatti al cemento e agli spazi angusti dei nostri uffici.

La presentazione della task force di 12 persone (il ministro Passera li ha addirittura definiti “i 12 apostoli”) tutte giovani e parecchio competenti è stata una vera sorpresa, non solo per la magnifica grafica usata per la presentazione, ma per i contenuti: un mix eccellente di chiarezza, semplicità, logica e buonsenso.

Credetemi, non le solite parole in burocratese e le solite richieste di concessioni per pochi eletti, ma una serie di proposte credibili e un lavoro attento e chiaro, fatto con la serietà e l’umiltà di chi ha studiato i contesti dove la creazione di startup è un meccanismo davvero virtuoso come Israele, Germania e USA.

Riassumo di seguito i punti principali del rapporto:

  • Prima di tutto fare chiarezza sulla definizione di startup: L’elemento fondamentale è l’innovazione tecnologica non necessariamente web, con un occhio di riguardo al sociale. La startup per essere tale deve essere nata da meno di 4 anni, registrare utili inferiori ai 4 milioni di euro (magari!!), avere una maggioranza del capitale composta da persone fisiche e, soprattutto, TRASPARENZA contabile.
  • La creazione di una “directory delle startup” presso le Camere di commercio e la richiesta di molte informazioni, al fine di favorire la trasparenza e la misurabilità.
  • La creazione della iSRL, direttamente via web, senza costi e burocrazia (magari l’avessimo avuta!)
  • Delle agevolazioni nel pagamento di IVA ed IRES per cassa
  • Un contratto tipico di lavoro in startup che prevede per i primi 48 mesi agevolazioni fiscali, semplificazioni e la possibilità di dare stock options ai dipendenti
  • La possibilità di remunerare con azioni anche fornitori e collaboratori.

Riguardo all’aspetto di agevolare il reperimento di capitali:

  • Creazione di un “fondo di fondi” che sostiene e affianca i fondi di venture capital e gli investitori privati
  • Un Fondo finanziato dalla CDP e da raccolta privata per il “seed”, cioè i primi finanziamenti per far partire l’impresa
  • Incentivi fiscali per le aziende che investono in startup
  • Detassare gli investimenti privati in startup
  • Crowdfunding” cioè la possibilità di raccogliere direttamente fondi privati attraverso piattaforme online
  • Creazione di un fondo di garanzia per il finanziamento bancario

Riguardo agli sbocchi futuri delle startup è stato contemplato sia il caso in cui tutto vada per il meglio, che quello più sfortunato, ma realisticamente più probabile, che l’idea non abbia successo.

Nel primo caso :

  • Favorire il riacquisto delle quote per i fondatori
  • Favorire l’acquisizione industriale delle startup
  • Favorire l’eventuale quotazione in borsa

Nel secondo caso:

  • Velocizzare le procedure di liquidazione
  • Favorire la continuità aziendale
  • Semplificare le procedure di fallimento e far sì che aver sbagliato per l’imprenditore non rappresenti un “dramma” sociale, e che possa ricominciare rapidamente.

A tutto ciò si aggiungono importanti progetti per favorire la “contaminazione culturale” o, in modo più “pane e salame”, l’avvento di una mentalità nuova, favorevole all’innovazione, allo scambio, alla crescita a partire da scuole e università.

È bello poter raccontare che, alla fine della presentazione del piano, ci sono stati 5 minuti buoni di applausi. Veri, sinceri.

Il Ministro Passera ha quindi preso la parola, dimostrando di apprezzare l’ottimo lavoro svolto, da bravo politico (e per di più con “mandato a termine”) senza sbilanciarsi più di tanto, ha parlato bene e in modo chiaro e diretto, ascoltato le domande e risposto a tutti, concedendosi anche oltre i tempi stabiliti.

Un’ottima grigliata di salsicce e polenta e un po’ di sano prosecco, ci hanno definitivamente consentito di accantonare i malumori per la trasferta, il ritardo del treno e il tempo infame.

Rinfrancata da quest’aria fresca, non è stato facile tornare a Milano e incontrare la nostra consulente del lavoro che, con la voce di una persona sul campo, ha raccontato il dramma di tutte quelle persone che settimanalmente perdono il lavoro a Milano e come si comportano le persone rispetto alla sanatoria e alle problematiche degli immigrati.

Resta molto da fare per cambiare la mentalità degli Italiani: dobbiamo imparare ad essere corretti e a fidarci degli altri per condividere le conoscenze e crescere davvero. Questa crisi probabilmente ha un merito: aver innescato in tanti la voglia di provarci.

Questa giornata mi ha dato una sferzata di energia e entusiasmo che non provavo da tempo, mi ha fatto pensare che, forse, qualche speranza di cambiare questo Paese esiste e che questo deve venire dall’innovazione, dall’abbandono di schemi e regole arretrate e perdenti, dal coraggio di reinventarci.

È stato bello vedere riaccendersi quella lucina che ci ha fatto buttare a capofitto in questa pazza avventura di advise Only…

Scritto da

È uno dei partner fondatori e Presidente di Advise Only. Laureata in Economia Politica presso l'Università Bocconi, è stata responsabile dell'area commerciale dell'asset management del gruppo Banca Leonardo, occupandosi della ristrutturazione dell'offerta dei prodotti di risparmio gestito. In precedenza ha accumulato significative esperienze dapprima presso l'area Fixed Income Sales & Trading di JP Morgan e poi come Managing Director in Goldman Sachs, area Structured Fixed Income, occupandosi di clientela istituzionale italiana. Ama lo sport (corsa e sci di fondo), i buoni libri e l'opera lirica.

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