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HomeECONOMIA E MERCATIGRAFICO DELLA SETTIMANAGrafico della settimana: dollaro, da brutto anatroccolo a “bella del ballo”

Grafico della settimana: dollaro, da brutto anatroccolo a “bella del ballo”

Avete presente quei film nei quali c’è la protagonista che all’inizio ha un aspetto tutto sommato dimesso, occhiali con lenti stile fondo di bottiglia, make-up anche no, pelle grassa e punti neri, messa in piega non-ti-conosco? E poi, verso metà pellicola, accade qualcosa che le fa scoprire il piacere di avere un aspetto più curato, quindi via gli occhiali, avanti trucco e messa in piega, veloce trattamento della pelle del viso e – oplà! – la donna un tempo niente-di-che è in realtà di una bellezza strepitosa?

Ecco. Parte da qui, evocando più o meno questa immagine, Cormac Mullen, cross-asset reporter ed editor per Bloomberg News a Tokyo, nella rubrica “And finally, here’s what Cormac is interested in this morning”, contenuta nella consueta newsletter mattutina di Bloomberg.

 

Perché mai il dollaro sarebbe una “commedia romantica”?

“Il dollaro”, scrive infatti Mullen, “si è tramutato in una commedia romantica anni Novanta, trasformandosi dal brutto anatroccolo che era all’inizio dell’anno a bella-del-ballo ora che siamo verso la fine”. Dopo i robusti dati economici statunitensi, infatti, martedì il Bloomberg Dollar Spot Index è salito al massimo in un anno, portando i suoi guadagni 2021 a circa il 5%. Qui di seguito, ecco cosa ci mostra il grafico proposto da Mullen quest’oggi.

 

 

Gli strategist, continua Mullen, si stanno ora allineando su previsioni di una sua maggior forza in futuro: rialzisti appaiono infatti gli esperti di Bank of America, Ubs e Hsbc, nei report che stanno uscendo questa settimana.

E così ci si dimentica “quanto fosse odiato il biglietto verde all’inizio dell’anno”, continua Mullen: tanto che – come in sostanza rievoca il grafico – le posizioni nette corte speculative a gennaio raggiunsero un massimo decennale di 35 miliardi di dollari e l’essere ribassisti sul dollaro era probabilmente la parola di passo più gettonata sui mercati.

Oggi invece – come suggerisce sempre il grafico – si è passati a posizioni nette lunghe per un valore di circa 19 miliardi di dollari e di “Orsi” in giro se ne vedono molto pochi.

 

 

Ma attenzione agli effetti collaterali di questa narrazione

“La valuta ha guadagnato mentre l’inflazione statunitense continua a salire e gli operatori anticipano le scommesse su quando la Federal Reserve aumenterà per la prima volta i tassi di interesse. Con l’Europa e il Giappone ancora ben indietro sulla stretta della politica monetaria, una maggiore forza del dollaro ha senso”, continua Mullen.

Tuttavia, conclude, “più consensus si accumula attorno a questa narrazione, maggiore è la possibilità che essa venga anticipata nei prezzi. Basti ricordare cosa è successo a gennaio”.

 


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