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Grafico della settimana: la Spagna traballa, ma l’Italia spaventa di più

Nonostante le difficoltà in politica, l'economia spagnola rimane più solida di quella italiana. Grafico della settimana

La Spagna traballa sotto i colpi dell’instabilità politica (mal comune…). Madrid si avvia infatti a elezioni anticipate – il voto è previsto per il prossimo 28 aprile – dopo la caduta del governo guidato dal socialista Pedro Sanchez. Saranno le terze elezioni politiche in meno di quattro anni, un evento senza precedenti per un Paese che, fino a pochi anni fa, era considerato tra i più solidi in Europa dal punto di vista politico.

 

Perché il governo Sanchez è caduto?

La crisi di governo è scaturita dalla mancata approvazione in Parlamento della Legge di Bilancio, ma la maggioranza su cui si reggeva il partito di Sanchez (PSOE) ha sempre avuto fondamenta molto fragili.

Con appena 84 deputati in Parlamento (su un totale di 350), i socialisti erano riusciti lo scorso giugno a convincere sia i separatisti catalani sia il partito anti-establishment Podemos a votare la sfiducia che ha fatto cadere il precedente governo, guidato dal conservatore Mariano Rajoy.

Ma le posizioni dei tre schieramenti sono sempre state distanti: giusto per citare un esempio, i catalani chiedevano un referendum per l’indipendenza, mentre il Partito Socialista difende i valori costituzionali.

Insomma, l’alleanza era destinata ad avere vita breve.

 

Quali sono i partiti in vantaggio?

Il panorama politico spagnolo si è frantumato dopo la salita al potere di Rajoy nel 2011. Stando a un recente sondaggio pubblicato dal quotidiano El Pais, i socialisti sarebbero in vantaggio con il 24,4% dei consensi, seguiti dal conservatore Partito Popolare (20,7%) e dai liberali di Ciudadanos con il 18%.

I consensi per Podemos sono scesi al 15%, mentre il partito nazionalista Vox è riuscito dal nulla a conquistare il 10,6% delle preferenze raccolte dal sondaggio. La situazione è liquida e potrebbe cambiare profondamente di qui a fine aprile.

Stanti così le cose, comunque, un esito possibile potrebbe vedere l’alleanza a destra tra Partito Popolare, Ciudadanos e Vox, che condividono posizioni rigide sulla richiesta di indipendenza della Catalogna e già hanno unito le forze per espellere i socialisti dal potere in Andalusia, dopo le elezioni regionali di dicembre.

 

 

Cosa ha fatto Sanchez nel suo breve mandato?

La maggioranza debole di cui godeva in Parlamento ha costretto Sanchez a governare procedendo per decreti e a faticare per far passare le leggi di base, senza considerare che il suo governo ha dovuto fare i conti con gli effetti dell’austerity seguita alla crisi finanziaria spagnola del 2012.

Nonostante questo, ha approvato un aumento senza precedenti – pari al 22% – dei salari minimi e avviato il più vasto programma di assunzioni nel settore pubblico dell’ultimo decennio. Sanchez ha anche investito 2 miliardi di euro nella lotta alla disoccupazione giovanile e ha fatto sua la battaglia contro la violenza di genere.

 

Quali conseguenze per gli investitori?

I titoli di Stato spagnoli hanno tremato al primo accenno di elezioni anticipate all’inizio della settimana, ma il sell-off è stato solo momentaneo. I Bonos sembrano infatti reggere bene alla perdita della fiducia di Sanchez in Parlamento, con gli investitori che anzi sperano in un cambio di governo a loro favorevole. Il rendimento dei titoli decennali si attestava all’1,23% mercoledì sera, subito dopo la bocciatura della manovra.

A destare maggiore preoccupazione negli investitori è ancora una volta la situazione italiana, dove all’instabilità politica si aggiunge la fase di recessione tecnica appena inaugurata. In effetti, dando un’occhiata al grafico qui sotto, si vede come lo spread spagnolo – ovvero il differenziale di rendimento tra il Bonos decennale spagnolo e il Bund tedesco – sia rimasto tutto sommato stabile negli ultimi mesi (e anche nel corso di tutto l’ultimo anno), specialmente se paragonato alle oscillazioni di quello italiano.

 

GDS spread Italia - Spagna | amCharts

 

Come sta oggi l’economia spagnola?

Del resto, la situazione economica spagnola è ben diversa da quella dei cugini italiani. Dopo 21 trimestri consecutivi di crescita, il PIL spagnolo resta infatti tra i più brillanti della zona euro e anche nell’ultimo trimestre 2018 ha fatto registrare un’accelerazione imprevista, grazie al contributo di spesa pubblica e consumi privati.

La banca centrale spagnola prevede per il 2019 una crescita del 2,2%, in calo rispetto al 2,5% del 2018, ma sempre sopra la media della zona euro.

 


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La scrittura è sempre stata la sua passione. Laureata in Economia per le Arti, la Cultura e la Comunicazione all’Università Bocconi di Milano, è entrata nel mondo del giornalismo nel 2008 con uno stage in Reuters Italia e successivamente ha lavorato per l’agenzia di stampa Adnkronos e per il sito di Milano Finanza, dove ha iniziato a conoscere i meccanismi del web. All’inizio del 2011 è entrata in Blue Financial Communication, dove si è occupata dei contenuti del sito web Bluerating.com e ha scritto per il mensile Bluerating.

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