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HomeECONOMIA E MERCATIGRAFICO DELLA SETTIMANAGrafico della settimana: studiare paga

Grafico della settimana: studiare paga

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Letteralmente: studiare paga, perché fa bene all’economia e alle persone. Lo dicono i dati storici, riassunti in singolo grafico animato che ripercorre 40 anni di storia.


L’ignoranza è una cosa triste, perché non porta nulla di buono. Di converso, studiare paga.
Non è uno slogan, è un fatto conclamato. Lo dicono i dati.

Per verificare empiricamente quest’affermazione, si possono utilizzare molte statistiche. Ad esempio, quelle che vi mostro: vengono messe in relazione una misura di reddito individuale medio, ossia il PIL reale pro-capite (fonte: World Bank, Gapminder.org) e una misura di scolarità, cioè il numero medio di anni spesi sui banchi di scuola dalle donne tra i 15 e i 44 anni (fonte: Institute for Health Metrics and Evaluation, Gapminder.org). E questo per una moltitudine di Paesi, osservando il fluire della storia grazie all’animazione, che mostra come cambia la relazione nel tempo, dal 1970 in avanti.

La relazione tra istruzione e benessere economico è talmente radicata nel buon senso che la probabilità di imbattersi in dati legati da una correlazione spuria, cioè una relazione casuale e non causale, è molto bassa. E infatti, guardando il grafico non ci sono molti commenti da aggiungere: in fondo, i dati raccontano una storia semplice e diretta, e cioè che consentire alle persone di studiare, incoraggiandole il più possibile, ha benefici sull’economia di un Paese, facendone aumentare il PIL reale pro-capite, misura standard del reddito medio individuale.


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Più reddito e più cultura tendono infatti ad innescare un ciclo virtuoso che porta a spendere ancora di più in istruzione, ricerca teorica e applicata, e poi investire, e far così crescere l’economia – ecco perché non solo i punti del grafico sono disposti su una retta inclinata positivamente, ma con il passare degli anni la retta trasla lievemente verso l’alto. Ho scelto una misura di scolarità delle donne perché se possono studiare le donne, possono studiare tutti – è triste, lo so, ma il mondo è ancora pieno di discriminazioni. Comunque, il grafico è completamente navigabile, ed è possibile, ad esempio, selezionare uno o più Paesi e seguirne le sorti negli anni.

Ovviamente, la cultura è intimamente legata al benessere più sostanziale, del quale quello economico è solo una sfaccettatura (ma, spesso, la causa principale). Per dire, la cultura difende dal pericolo di demagoghi “cazzari manipolatori pseudopostmoderni” del pensiero (cit. David Foster Wallace, ergo direi che è ammessa una lievissima volgarità). Quindi: please, facciamo studiare i figli. Ricordando peraltro a noi stessi che non è mai troppo tardi per studiare.

Buone vacanze a chi parte.

“Mio fratello ha l’armatura e io ho la mia mente, e la mente dipende dai libri quanto la spada dall’affilatura.” – Tyrion Lannister (Il Trono di Spade)

 


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Scritto da

Uno dei fondatori di AdviseOnly, responsabile del Financial & Data Analysis Group. Esperto di finanza e gestione dei rischi, statistico Bayesiano, lunga esperienza in Allianz Asset Management, è laureato in scienze economiche con indirizzo quantitativo-statistico all'Università di Torino. Docente di Quantitative Portfolio Management al Master in Finance dell'Università di Torino, ha pubblicato vari articoli su riviste finanziarie (fra le altre: Journal of Asset Management, Economic Notes, Risk), contribuendo a libri su investimenti e gestione dei rischi. Ex-triathleta, s'ostina a praticare apnea, immersioni e skyrunning.

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