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HomeECONOMIA E MERCATIGRAFICO DELLA SETTIMANAGrafico della settimana: spread ed elezioni politiche 2013

Grafico della settimana: spread ed elezioni politiche 2013

Più volte questo blog si è occupato dello spread, cioè del differenziale tra il rendimento dei titoli di stato italiano e quello tedesco. In particolar modo diversi post sono stati scritti per spiegare ai nostri lettori la relazione tra lo spread, termometro della crisi, e l’economia reale. Altre volte, invece, abbiamo proposto un’analisi sull’andamento di questo particolare indicatore di rischio nel tempo. Approfittando del poco tempo rimasto prima dei dati elettorali, torniamo sull’argomento e vediamo qual è la relazione tra questo indice e il risultato elettorale.

Per prima cosa L’Italia è un paese che nel corso del tempo ha accumulato un debito pubblico di oltre 2.000 miliardi di euro e paga all’incirca 75 miliardi di interessi l’anno (5% del PIL), piaccia o non piaccia per noi lo spread conta. Tale indice viene utilizzato come parametro di riferimento per individuare il tasso di remunerazione del capitale sia dalle banche, per finanziare l’economia reale (imprese e cittadini), sia dagli investitori che ogni settimana sono chiamati a sottoscrivere le emissioni di titoli di stato italiano. Dunque un aumento dello spread si traduce in un maggiore costo per lo stato italiano, per i cittadini ed imprese nel finanziare le proprie attività.

Tra l’insediamento del governo Monti e la fine della sua legislatura il differenziale tra i rendimenti tra i titoli di stato italiano e tedesco è diminuito di circa 250 punti base. Per darvi un parametro di riferimento sui benefici diretti di questo miglioramento tenete presente che 100 punti base di alleggerimento sul tasso di interesse pagato sull’ammontare del nostro debito pubblico corrisponde all’incirca ad un risparmio di 20 miliardi. Tuttavia questo miglioramento non è da attribuire al solo operato del governo Monti ma anche all’intervento della Banca Centrale Europea (con operazioni di politica monetaria straordinaria) e ad una maggiore cooperazione tra stati membri.

spread italia germania elezioni 2013

 

In conclusione, l’azione decisa e credibile di un governo è la conditio sine qua non per il raggiungimento della stabilità finanziaria. Stabilità che tuttavia non può prescindere dal contesto della crisi Europea (come dimostra l’aumento dello spread tra marzo e luglio 2012, momento in cui la crisi politica greca è tornata al centro delle preoccupazioni degli investitori internazionali) e da quelle riforme strutturali necessarie sia in campo nazionale che di integrazione europea che legittimino l’intervento della BCE.

Alla luce di queste considerazioni, che cosa ci dobbiamo aspettare dal 2013? Possiamo veramente permetterci di non capitalizzare gli sforzi fatti per raggiungere questi primi segni di stabilità finanziaria? Ovviamente la risposta è no.

Se da un lato il rischio di contagio è diminuito, dall’altro – com’è noto – la crisi della zona euro non è dietro le spalle, anzi… la scorsa settimana la commissione europea ha modificato le previsioni di crescita del PIL per l’anno in corso ed il 2014. Lo scenario base prevede nel 2013 un PIL del -0,3% per la zona euro e del -1,0% per l’Italia, mentre nel 2014 è previsto un tasso di crescita del prodotto del 1,4% per la zona euro e dello 0,8% per l’Italia.

In Italia come nel resto d’Europa, la gran parte degli indicatori economici (PMI, produzione industriale ed indicatori di fiducia dei consumatori) restano in territorio negativo ed i primi segni di miglioramento dovrebbero vedersi solo a partire dal secondo semestre 2013.

Il grande onere del prossimo governo è quello di far ripartire la crescita, che come un investitore consapevole sa bene, non può esserci senza stabilità finanziaria.

Come deve essere il prossimo governo? L’obiettivo non è abbassare lo spread, questo indice è infatti solo il termometro: il prossimo governo deve far passare la febbre. Come? Deve essere credibile, stabile, coerente, rispettoso degli impegni in ambito europeo e con un programma giudicato adeguato alla difficile situazione macroeconomica e sociale. Solo così avremo la chance di recuperare quelle redini politiche di cui ha disperatamente bisogno nel nostro paese.

Scritto da

Segue tematiche economiche e finanziarie per il team financial strategies group di Advise Only. Dopo aver conseguito una doppia laurea in Management all’Università di Torino e all’ESCP Europe, ha deciso di proseguire i suoi studi con un master in Economia Internazionale a Paris Dauphine. Dopo 4 anni di vita parigina ed esperienze lavorative come economista e strategist, sbarca in Advise Only con l’obiettivo di sviluppare la parte di analisi economica e congiunturale.

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