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Grecia vs effetto domino globale: ecco perché siamo ottimisti

Primi sobbalzi dei mercati dopo l’insediamento e le prime dichiarazione del nuovo premier greco Alexis Tsipras.

Come mossa d’apertura, il leader di Syriza ha bloccato le privatizzazioni (n.d.r. mai iniziate, in realtà, se ne è solo teorizzato) e, all’orizzonte, c’è il ritorno dello stipendio minimo a 751 euro, nonché l’assunzione di dipendenti pubblici. Oltre, naturalmente alla rinegoziazione del debito.

Tutto in linea con il programma di Syriza. Ma è un primo schiaffo alla Troika. Normale quindi che i mercati diventino nervosi -e i media inzino a utilizzare titoli allarmistici – in vista dei prossimi confronti con l’Eurogruppo per rinegoziare gli aiuti internazionali. Senza tali aiuti, la probabilità di onorare le scadenze dei prossimi sei mesi (una montagnola di debiti nei confronti della BCE e del FMI) è zero.

Il negoziato si preannuncia duro, nonché cruciale per i mercati finanziari (quindi per i vostri risparmi) e per l’economia. Ma, ragionandoci su, noi di AdviseOnly siamo abbastanza ottimisti. E non perché abbiamo fatto dell’ottimismo una filosofia di vita, ma semplicemente perché è un’attesa ragionevole. Vediamo se il ragionamento vi convince.

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Grecia vs Troika: ce la può fare? Uscirà dall’euro?

La Grecia ha una situazione economica insostenibile e porta su di sé i segni dell’evidente fallimento delle politiche di austerity d’ispirazione teutonica (l’austerità espansiva, oltre che un ossimoro, è un’evidente sciocchezza per chiunque dotato di buon senso).

Tsipras ha un fortissimo mandato elettorale, che fa leva sull’orgoglio nazionale greco e sull’attuale disperazione dei cittadini, inoltre conta sull’appoggio dei numerosi movimenti anti-austerity dell’eurozona.

La Grecia ha un piccolo avanzo primario (cioè entrate governative superiori alle spese, senza contare gli interessi): una rozza misura di autosufficienza di un Paese, che potrebbe indurre la Grecia, se messa all’angolo nella trattativa, a tentare la demenziale strada del default e dell’uscita dall’euro.

La realtà è che, senza aiuti esterni, la Grecia non è minimamente autosufficiente in termini di liquidità: non può andare avanti, non ha cassa per pagare stipendi, far funzionare scuole e ospedali, “cosette” così.

Già a febbraio scade l’estensione del programma di aiuti, la cui proroga è quanto meno dubbia. In mancanza di proroga, l’unica fonte di finanziamento per le banche greche sarebbe la Emercency Liquidity Assistance (ELA) della BCE, che in teoria è da utilizzarsi solo per le banche giudicate solvibili. La BCE potrebbe quindi decidere, se volesse fare pressione sulla Grecia, di tagliare l’ELA: sarebbe subito crisi bancaria (corsa agli sportelli da parte dei risparmiatori, ulteriori tagli alle spese governative, e via dicendo – vedreste di che cosa è capace un sistema complesso adattivo come i mercati finanziari).

Nel caso peggiore, in un moto d’irrazionalità e orgoglio nazionale, la Grecia potrebbe uscire dall’euro. Ma avrebbe comunque vita difficile, almeno all’inizio, perché l’ipotetica “nuova” dracma sarebbe poco credibile: dove troverebbero i soldi per pagare stipendi e far girare l’economia? Chiedendoli all’estero? Chi presterebbe ancora soldi ai greci?

D’altro canto, un default e una crisi incontrollata della Grecia causerebbero un probabile contagio ai Paesi periferici dell’eurozona. Se si scatenasse il panico, è seriamente probabile un velocissimo contagio anche all’Italia, Paese del quale tutti gli operatori di mercati riconoscerebbero immediatamente le debolezze strutturali.

Se i problemi arrivassero all’Italia, sarebbe verosimilmente crisi sistemica: crollo verticale di tutti gli attivi rischiosi, problemi ai sistemi dei pagamenti, recessione nella zona euro (e, probabilmente, mondiale), panico. Una catastrofe che nessuno vuole che accada. Non conviene a nessuno. Meglio negoziare, allora. Entrambe le parti dovranno lasciare sul terreno qualcosa, come in ogni negoziazione. Ma un compromesso si può trovare, perché se non si trova le conseguenze sono davvero pessime per tutti: riassumendo la situazione, utilizzando come sfondo un  po’ di Teoria dei Giochi 101, l’output della negoziazione tra il Governo greco e la Troika si può schematizzare come segue.

Probabile esito della negoziazione tra Grecia e Troika

Non trovano un accordo Trovano un accordo
Conseguenze possibili
  • Crisi finanziaria sistemica
  • Dissoluzione dell’euro
  • Recessione
  • Delegittimazione dell’attuale classe politica europea (inclusa quella greca, che ha come mandato restare nell’euro)
  • Epic fail della BCE
  • L’euro sopravvive (e probabilmente si va avanti a piccoli passi sul piano dell’unione fiscale e politica)
  • Si riduce l’austerity
  • È un successo per Troika e Governo greco
  • Può proseguire la ripresa economica mondiale

 

Probabilità Bassa Alta

Quindi, in sostanza, riteniamo più probabile che prevarrà la ragionevolezza, giusto per evitare danni a tutti. Ci sarà comunque molta volatilità: ad ogni scadenza rilevante, ad ogni incontro, i mercati finanziari si innervosiranno.

Queste le principali scadenze che riguardano da vicino la Grecia (e che potrebbero corrispondere a giornate di elevata volatilità) nel mese di febbraio:

  • 6 febbraio – primo giro di elezioni presidenziali;
  • 10 febbraio – il Governo greco annuncia il suo programma (con voto di fiducia);
  • 12 febbraio – seconda tornata di elezioni presidenziali e summit di tutti i leader dell’eurozona;
  • 16 febbariomeeting dei ministri delle finanze dell’eurozona e prime negoziazioni con i creditori della Grecia;
  • 18 febbraio – terza tornata di elezioni presidenziali;
  • 28 febbraio – scade l’estensione del programma di aiuti.

Per monitorare il rischio sistemico vi suggeriamo di tenere sempre d’occhio i Barometri del Rischio. Di idee d’investimento per superare questo periodo ne trovate quante ne volete su www.adviseonly.com. E se pensate che la soluzione di questa vertenza sarà positiva, vi consiglio di dare un’occhiata al portafoglio Less Austerity, il cui nome è un programma.

Scritto da

Uno dei fondatori di AdviseOnly, responsabile del Financial & Data Analysis Group. Esperto di finanza e gestione dei rischi, statistico Bayesiano, lunga esperienza in Allianz Asset Management, è laureato in scienze economiche con indirizzo quantitativo-statistico all'Università di Torino. Docente di Quantitative Portfolio Management al Master in Finance dell'Università di Torino, ha pubblicato vari articoli su riviste finanziarie (fra le altre: Journal of Asset Management, Economic Notes, Risk), contribuendo a libri su investimenti e gestione dei rischi. Ex-triathleta, s'ostina a praticare apnea, immersioni e skyrunning.

Ultimi commenti
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    Credo che potrebbe essere comunque una negoziazione all’ultimo sangue.

    La UE non può lasciargliela vinta completamente, altrimenti nel 2015 in Spagna i PODEMOS (che potrebbero vincere) comincieranno a richiedere anche per la Spagna ciò che è stato concesso alla Grecia. Portogallo pure.

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    mosler economic

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    blocco totale dei derivati

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    fine delle speculazioni

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    utopia… lo so non vedo altre soluzioni in questo mondo di intelligenze incompiute

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