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Anche il “bear market” può dare soddisfazioni

Anche quando i mercati vanno giù, ci sono sempre occasioni da poter cogliere

“Il 2019, secondo le attese di Goodwill Asset Management, sarà un anno di consolidamento della crescita economica globale, che si attesterà intorno al +3,7%, stabile rispetto al 2018”. A dirlo è Nicola Esposito, amministratore delegato e responsabile investimenti del gestore patrimoniale svizzero. “Lo stimolo fiscale USA continuerà a sostenere la piena occupazione americana”, continua, “e il rallentamento cinese sarà gestito in maniera proattiva”. La società, poi, crede in una chiusura positiva dei negoziati commerciali tra Stati Uniti e Cina nel 2019. Discorso diverso per l’Europa e le economie emergenti, che “fronteggeranno un rallentamento dovuto, rispettivamente, allo stallo sulla Brexit e al dollaro forte”.

 

In questo quadro, voi come vedete l’Italia?

L’Italia è alle prese con una profonda crisi di identità politica, ha uno dei debiti pubblici più alti al mondo che non permette uno stimolo pubblico adeguato a una forte crescita economica. Tale circolo vizioso la rende costantemente e stabilmente uno dei fanalini di coda della crescita economica europea. Non avendo la possibilità l’Italia di svalutare la sua moneta, ne risente la sua competitività produttiva, che rimane seriamente compromessa danneggiando il settore privato, unico motore rimasto. Un haircut del debito pubblico italiano o una patrimoniale nei prossimi anni sembrano essere tra le poche soluzioni percorribili per ricreare un tessuto economico e produttivo di stabile crescita e per abbattere l’enorme debito pubblico, che da decenni zavorra la crescita economica.

 

Quanto deve far paura la Brexit che diventa realtà?

La Brexit sta vivendo una profonda fase di stallo politico, con rischi in salita per la crescita economica europea e inglese. Non è interesse di nessuno avere una “hard Brexit”. La soluzione più probabile è un’estensione dell’incertezza, con un allungamento dei tempi di uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Sicuramente bisogna sottopesare il mercato azionario e obbligazionario europeo e inglese e investire in dollari USA, cosa che proteggerà gli investitori in ogni eventualità.

 

Nel 2018 i Paesi emergenti hanno dovuto affrontare vari ostacoli: rialzo dei tassi USA con conseguente rafforzamento del dollaro, guerra commerciale e varie storie locali. Quali opportunità vedete in questa variegata ed eterogenea asset class?

Nel 2019 prevediamo un ulteriore rafforzamento del dollaro grazie alla fine dello shutdown e al perdurare del differenziale dei tassi favorevole e in ampliamento dell’economia a stelle e strisce rispetto all’euro. Tale scenario penalizzerà i Paesi emergenti: di conseguenza, questa eterogenea asset class diventerà interessante, secondo le attese di GWAM, nei prossimi anni, non nell’immediato.

 

A proposito di tassi USA. Negli Stati Uniti, secondo voi, la Fed si prenderà una pausa? E cosa farà la BCE?

Per quanto riguarda i tassi USA, prevediamo un rialzo dei Fed funds nel corso del 2019, verosimilmente a giugno, e contestualmente nell’ultimo semestre del 2019 potremmo assistere a un’inversione della curva dei tassi USA, foriera di una recessione statunitense a partire dal 2021. Viste le difficoltà di crescita europee e i rischi di “hard Brexit” e di instabilità politica dopo le elezioni europee di maggio, non prevediamo alcun rialzo dei tassi per il 2019 da parte della BCE.

 

Quali implicazioni avrà tutto questo per gli investitori?

Nel primo semestre del 2019 prevediamo un mercato azionario americano tonico, che potrebbe tornare a rivedere i massimi storici. Vediamo bene anche il settore obbligazionario americano. L’azionario europeo e quello dei Paesi emergenti, invece, beneficeranno di un “effetto-trascinamento”, ma sottoperformeranno in maniera significativa, stanti le loro intrinseche debolezze, di cui abbiamo già parlato.

 

In conclusione, avanti tutta sugli Stati Uniti?

Secondo Goodwill, le migliori opportunità, specialmente nel primo semestre, risiedono nel mercato azionario e obbligazionario USA e nel rafforzamento del dollaro contro le principali valute. Specificatamente, preferiamo il settore farmaceutico/biotech e il settore dei semiconduttori. Per quanto riguarda invece il mercato obbligazionario, vediamo valore nelle obbligazioni in dollari investment grade con lunga duration. Solo a partire dal secondo semestre la nostra asset allocation subirà una sostanziale modifica, nell’attesa di una recessione globale negli anni a venire. Oggi più che mai è importante fare scelte attive sui titoli, perché anche nel “mercato Orso” che ci aspettiamo in futuro ci saranno importanti opportunità da cogliere.

 


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