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Una nuova fase sui mercati: come muoversi?

guida agli investimenti 2018 di goodwill asset management

Il ritorno della volatilità, le elezioni italiane ormai alle porte, la politica monetaria della Banca Centrale Europea: sono alcuni dei temi che hanno tenuto banco in queste prime settimane dell’anno. Ne parliamo con Nicola Esposito , amministratore delegato e responsabile investimenti di Goodwill Asset Management.


AO: Dagli inizi di febbraio sono riapparse sulla scena le fluttuazioni dei mercati azionari e la volatilità. Sembrerebbe che stiamo tornando alla normalità. Quali sono le vostre attese e previsioni per i prossimi mesi?

I mercati azionari hanno avuto dal 2009 a oggi un fortissimo sostegno dal quantitative easing creando il tessuto ideale per una crescita organica dei mercati finanziari. Ossia bassissimi tassi di interesse e inflazione nettamente al di sotto del potenziale. Agli inizi di febbraio questo scenario idilliaco, che sta resistendo ormai da ben nove anni, ha subito uno scossone, dal momento che la crescita economica degli ultimi anni ha lentamente riportato i prezzi delle materie prime, petrolio in particolare, su livelli inflattivi.

L’inflazione sia europea che americana è ormai stabilmente al di sopra rispettivamente dell’1,5% e del 2%, creando le premesse per un’ulteriore accelerazione nei prossimi mesi, che porterà con tutta probabilità a una netta salita dei tassi di interesse sia negli Stati Uniti che in Europa. In tale scenario, i mercati azionari possono ancora esprimere un’ultima fase rialzista dopo i recenti storni rivedendo quotazioni superiori entro fine marzo, per poi iniziare una discesa lineare che ci porterà direttamente in autunno prima di vedere una nuova inversione rialzista.

AO: La BCE sta preparando la fine del quantitative easing e il primo rialzo dei tassi, che verosimilmente avverrà nel marzo del 2019. Come può un investitore capire se il suo portafoglio è ben posizionato per resistere all’aumento dell’inflazione e dei tassi?

Un investitore obbligazionario deve porre molta attenzione alla duration di portafoglio, ossia quell’indicatore che segnala la sensibilità del prezzo delle obbligazioni al rialzo dei tassi. A titolo d’esempio, il BTP con scadenza 01 giugno 2027 (ISIN IT0005240830) ha una duration di 8, quindi in caso di rialzo dei tassi di interesse dell’1% dagli attuali livelli vedrà il prezzo dell’obbligazione scendere del 8% circa.

Per resistere a un aumento dei tassi bisogna ruotare il portafoglio riducendone drasticamente la duration e portandola entro i 2 anni. Per riuscirci, bisogna acquistare titoli a tasso variabile che hanno duration inferiore a 1 e obbligazioni a tasso fisso con scadenza entro 2 anni. Ma un buon gestore patrimoniale come Goodwill Asset Management, in questo scenario avverso al mondo obbligazionario, seleziona anche obbligazioni che non solo resistono ma performano bene con il rialzo dei tassi.

Come le obbligazioni CMS (Constant Maturity Swap), che sono normalissime obbligazioni, poco conosciute, la cui cedola non è indicizzata all’Euribor bensì ai tassi a 10 anni. Quindi hanno una cedola crescente al crescere dei tassi lunghi che tipicamente sono molto influenzati dalle aspettative di inflazione e ancora oggi si comprano molto a sconto rispetto al nominale.

AO: A vostro avviso, le elezioni italiane rappresentano un rischio per i mercati europei? Voi cosa suggerite ai vostri clienti?

Le elezioni italiane, con questa legge elettorale, possono creare tempi lunghi per la creazione di un governo stabile rallentando le riforme necessarie a un’economia che ha il terzo debito pubblico del mondo. Il peggior nemico dei mercati finanziari è l’incertezza, di conseguenza ci aspettiamo un rafforzamento del dollaro rispetto all’euro e un aumento della volatilità sui mercati europei. Il consiglio è di effettuare una diversificazione geografica dei propri asset e investimenti.

In generale, considerando tutte le asset class e le aree geografiche, voi dove vedete le opportunità più interessanti in questa fase? E perché?

Vediamo molto valore nella curva dei tassi americani, che rimane molto piatta, con una strategia butterfly, ossia comprare obbligazioni in dollari USA corte entro i quattro anni e molto lunghe oltre i 15 anni, in modo da sfruttare il possibile rafforzamento del dollaro contro l’euro e anche tassi decisamente superiori a quelli europei su tutto l’asse del tempo e che già scontano in gran parte il futuro rialzo del tassi FED.

Inoltre vediamo ancora valore nell’investire su azioni americane small cap non all’interno dei benchmark in quanto rimaste estremamente indietro nella performance e nelle valutazioni fondamentali rispetto alle big cap, specialmente nel settore biofarmaceutico, entertainment e semiconduttori.


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