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#ABCFinanza: Cos’è l’inflazione e come si calcola?

Dopo anni di sonnolenza, di “eccola che adesso il tasso risale” e di tassi che invece si sono di volta in volta confermati modesti o molto modesti, questa volta per davvero l’inflazione ha ricominciato a vedere tassi di variazione di una certa robusta rilevanza. C’è tanta liquidità in circolazione dopo anni di politiche monetarie stra-espansive, poi ci sono stati i colli di bottiglia delle forniture nella prima fase della ripresa post Covid-19, e alla fine è arrivata anche la guerra nell’est Europa.

Risultato: l’inflazione ha riguadagnato le prime pagine e i titoli in apertura. Già, ma che cos’è l’inflazione e come si calcola? Abbiamo provato a spiegarlo in un post uscito sul nostro blog nel maggio del 2016. Ve lo riproponiamo qui di seguito, con poche variazioni (una di queste è, va da sé, il paniere Istat). L’idea è darvi qualche chiarimento per capire di cosa si parla quando si parla di inflazione. Già sapendo che, in ogni caso, ci torneremo su…

Buona lettura!

 
I vari beni e servizi che utilizziamo quotidianamente hanno un prezzo, che può variare nel tempo: alcuni possono subire un aumento, altri una riduzione. Si parla di inflazione quando c’è un aumento generalizzato dei prezzi e, quindi, quando con un’unità di moneta si può acquistare una minore quantità di beni e servizi rispetto a prima. In altre parole, quando il valore reale dell’unità di moneta è inferiore rispetto al passato.

 

Come si calcola l’inflazione?

Non siamo tutti uguali e proprio per questo le nostre abitudini di spesa non sono tutte uniformi. Partendo da questo presupposto, chi si occupa di calcolare l’inflazione – in Italia è l’Istituto nazionale di statistica, o Istat – crea un apposito paniere di beni e servizi, ossia una specie di carrello contenente un tot di beni e servizi mediamente consumati dalle famiglie nel corso dell’anno.

Nel definire il paniere sul quale poi calcolare l’andamento dei prezzi si tiene conto dei beni di uso quotidiano (alimentari, carburanti, e via dicendo) dei beni durevoli (abbigliamento, elettrodomestici, eccetera) e anche dei servizi (dentista, assicurazioni e via di questo passo). Le abitudini di spesa medie dell’insieme delle famiglie determinano il peso da attribuire ai diversi beni e servizi.

Una volta creato il paniere, bisogna definirne il prezzo, dato semplicemente dalla quantità dei beni per il relativo prezzo. Questo calcolo viene effettuato ogni anno: il tasso di inflazione sui 12 mesi non è nient’altro che la variazione percentuale da un anno all’altro.

 

 

Alla scoperta dei diversi tipi di indici

Oltre all’indice che misura le variazioni di prezzo del paniere, l’Istat elabora in totale 3 indici:

  1. NIC – è l’indice relativo all’intera collettività nazionale, che considera l’Italia come un’unica grande famiglia di consumatori, anche se all’interno le abitudini di spesa sono molto diverse tra loro;
  2. FOI – è l’indice relativo a operai e impiegati e si riferisce ai consumi dell’insieme delle famiglie che fanno capo a un lavoratore dipendente;
  3. IPCA – è l’indice armonizzato europeo, messo a punto per garantire una misura dell’inflazione comparabile a livello europeo. Il concetto di “armonizzato” fa riferimento al fatto che tutti i Paesi dell’Unione europea adottano per l’appunto la stessa metodologia di calcolo.

 

Perché l’inflazione è importante?

L’inflazione è un dato macroeconomico molto importante ed è alla base delle decisioni di politica monetaria delle banche centrali di tutto il globo. Il compito principale della banca centrale è di mantenere una certa stabilità dei prezzi, che secondo la Bce e la Federal Reserve si traduce in un’inflazione target del 2%.

 


 

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