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#ABCFinanza: come iniziare a investire in azioni? Ecco le strategie

Le azioni permettono agli investitori di diventare proprietari di una parte di una società investendovi il proprio capitale. Ma non tutte sono uguali1. Di seguito illustreremo come si valuta un azione e le diverse strategie d’investimento utili per iniziare a investire.

 

Come iniziare a investire in azioni?

Verità assolute non ce ne sono e chiunque vi proponga dei metodi infallibili per generare profitti (su internet è pieno di queste affermazioni) mente sapendo di mentire.

Ogni investitore ha il proprio approccio, che di norma può variare da un metodo meramente qualitativo a uno esclusivamente quantitativo, o da un mix dei due con un pizzico di pragmatismo determinato dall’esperienza. Ma iniziamo confrontando le diverse strategie utili per iniziare a investire in borsa utilizzando questi particolari strumenti finanziari.

 

Come valutare il prezzo di un’azione? L’analisi fondamentale

Prima cosa: per valutare il prezzo di un’azione un primo approccio può essere costituito dall’analisi fondamentale, che parte da un’attenta ricerca dei dati di bilancio di una società emittente (ricavi, margini di profitto, flussi di cassa) per cercare di individuare quello che può essere definito il “giusto prezzo” di un titolo azionario. L’analisi fondamentale del mercato azionario può seguire due approcci:

  1. Il confronto tra i dati storici e le valutazioni di mercato (tipicamente il prezzo, oppure la capitalizzazione di mercato). Il rapporto tra il valore di mercato e un valore fondamentale (o di bilancio) si definisce multiplo, una misura di come il mercato valuta l’impresa in rapporto a quel determinato fondamentale. Tra i multipli più comuni che potete trovare in circolazione ci sono: il prezzo/utili (o P/E), il prezzo/patrimonio netto, il dividend yield oppure il prezzo/flusso di cassa operativo (ce ne sono molti altri).
  2. Effettuare previsioni sui risultati futuri della società, partendo dai dati di bilancio. L’obiettivo è ricavare quello che potrebbe essere il prezzo futuro, mettendolo a confronto con il prezzo attuale. Questo approccio è tipico degli analisti finanziari che, per lavoro, analizzano nel dettaglio una società, fanno delle previsioni (ricavi, margini, utili) e da queste ricavano il “prezzo atteso” o “target price”.

Tenete presente che entrambi gli approcci hanno pro e contro. Vuol dire che sebbene i multipli siano facili da calcolare, essi possono trascurare il potenziale (positivo come negativo) futuro della società. Al contrario, il secondo approccio è molto sensibile all’affidabilità delle previsioni (che, come sappiamo, non sono mai infallibili).

Sebbene l’analisi fondamentale dei titoli di un’impresa sia indispensabile per chiunque voglia iniziare a investire in borsa, non è sufficiente a impostare una strategia efficace sul lungo periodo.

 

 

In quali azioni conviene investire? L’analisi tecnica

L’analisi tecnica ha un approccio completamente differente dall’analisi fondamentale e forse meno “ambizioso”. Innanzitutto, si disinteressa della ricerca del giusto prezzo e si concentra sui fattori non razionali della domanda e dell’offerta come la paura o l’effetto gregge. L’obiettivo di un analista tecnico è dunque quello di essere dalla parte giusta del mercato al momento giusto.

In sostanza, con l’analisi tecnica si cerca di intuire i movimenti futuri dei prezzi analizzando principalmente modelli grafici e statistici. Tipicamente, chi si cimenta con l’analisi tecnica pretende di anticipare i movimenti dei prezzi di mercato considerando indicatori come: medie mobili, volumi di trade, trend di mercato oppure svariate figure geometriche.

Un tipico esempio di strategia di questo tipo consiste nel comprare un titolo/indice o settore quando l’ultimo valore è superiore alla media mobile a 10 mesi e vendere nel caso opposto.

 

grafico azioni strategie | amCharts

 

Quando comprare azioni? L’analisi momentum

L’analisi momentum si concentra sull’idea di inerzia di mercato e sulla compravendita di azioni: si compra quando i prezzi salgono e si vende quando i prezzi scendono. Troppo semplice? È vero, può sembrare banale, eppure c’è una fortissima evidenza empirica che dimostra come questa semplice strategia produca buoni risultati. La ragione alla base del funzionamento di questo tipo di indicatore è che gli operatori tendono a imitarsi, a “seguire il gregge” e le mode del momento.

Di solito, per calcolare il momentum o market timing si utilizza la semplice variazione di prezzo a 12 o 6 mesi, ma si può usare anche la variazione degli utili (si parla allora di “earnings momentum”).

Secondo questa strategia d’investimento, nel caso in cui si dovesse decidere tra uno o più titoli, viene privilegiato quel titolo con maggiore momentum.

 

Altri approcci

Oltre alle più comuni metodologie di analisi ve ne sono altre, di pari dignità (non esistono verità assolute in questo campo): ad esempio, si può citare la pura analisi macro, che considera esclusivamente fattori come il PIL, consumi o debito pubblico; l’approccio contrarian, oppure, tra le più originali, l’utilizzo di reti neurali.

Inoltre, è bene ricordare che il processo di selezione dei titoli azionari da comprare tira in ballo altri fattori determinanti nella propria scelta di investimento, come il concetto di rischio e la creazione di valore. Analizzeremo questi concetti nei prossimi articoli.

 



1 – #ABCFinanza: vuoi investire in azioni? Ecco ciò che devi sapere

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Ultimi commenti
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    Complimenti per l’articolo! Snello, elegante e preciso. Da parte mia uso l’analisi fondamentale per decidere cosa comprare/vendere, e l’analisi tecnica per decidere il quando. Questo per gli investimenti. Invece per il trading la sola ananlisi tecnica!

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    Mi associo a quanro detto da Massimo sull’articolo. Bella introduzione riepilogativa semplice e chiara. Grande Jacopo!

  • Avatar

    Grazie ragazzi!! 🙂

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    Buongiorno,
    in merito all’articolo “#ABCFinanza: come iniziare a investire in azioni? Ecco le strategie” e’ possibile avere qualche dettaglio in piu’ sul metodo di costruzione degli stesse?
    Mi riferisco in particolare all’approccio Value e Macro.
    Grazie in anticipo
    Alessandro

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