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Investimenti sostenibili: c’è chi al rating Esg preferisce il bottom-up

Come può un investitore ottenere buoni rendimenti ed evitare le insidie della transizione energetica? Questa è probabilmente una delle domande più importanti e controverse per il mondo della finanza di oggi.

Quello passato è stato un anno difficile per i fondi che si concentrano su fattori ambientali, sociali e di governance, o Esg. Politiche avverse, performance e design dei prodotti hanno pesato sul settore, incidendo anche sui risparmiatori. Secondo l’analisi di Oliver Wyman, molti fondi Esg hanno subito una sottoperformance di circa 3-4 punti percentuali rispetto ai mercati azionari nel 2022.

Il calo ha spinto gli investitori a intraprendere un esame più approfondito degli attributi d’investimento dei portafogli Esg. Molti sono risultati carenti o troppo semplicistici, e la situazione ha portato a diversi downgrade dei rating.

Tuttavia, la domanda di prodotti sulla transizione energetica e la sicurezza energetica non è di certo in calo: il mercato ha sete di strumenti finanziari che possano sostenere il futuro del pianeta. Molti fondi innovativi sono stati lanciati di recente, indicando dove gli investitori pensano che possano trovarsi le prossime opportunità.

 

Perché la rivoluzione Esg arranca?

In primo luogo, gli investitori sono sempre più incuriositi dai “carbon improver”, ossia dalle aziende che riducono progressivamente la loro impronta di emissioni e generano rendimenti. La prima fase dell’investimento consapevole è quella di cercare aziende che offrano soluzioni e che evitino gli agenti inquinanti. Ma questo approccio non tiene conto di un aspetto fondamentale.

Le emissioni di gas serra sono altamente concentrate in alcuni settori azionari chiave, che rappresentano circa un terzo del mercato. Secondo Bridgewater Associates, questi settori costituiscono circa il 90% delle emissioni delle società pubbliche e circa il 60% di tutte le emissioni globali.

Escluderli sarebbe controproducente, anche per la decarbonizzazione nel mondo reale: la prossima generazione di prodotti sensibili al clima si sta quindi orientando verso misure di decarbonizzazione lungimiranti, come strumenti che includano stime sulla futura riduzione delle emissioni.

 

 

In secondo luogo, cresce l’interesse verso gli investimenti in aziende che consentono una transizione più rapida. C’è chi ha di recente introdotto sul mercato un Etf incentrato sulle risorse per la transizione. Altri hanno annunciato il lancio di fondi “BeyondNetZero”, con capitali iniziali di importante entità, per sostenere le imprese impegnate nello sviluppo di tecnologie utili ad affrontare le sfide legate ai cambiamenti climatici.

Sembra esserci però ancora una carenza di finanziamenti azionari su nuove soluzioni per i settori con un’impronta di carbonio difficile da abbattere. Il capitale di rischio non è ancora ben impostato per questo e alcune nuove tecnologie potrebbero richiedere termini più lunghi dei tipici dieci anni di finanziamento.

Inoltre, una manciata di allocatori istituzionali si sta buttando sui “fondi d’impatto”, che cercano di misurare non solo i rendimenti, ma anche i risultati nel mondo reale. Le società di private equity stanno cercando capitali per costituire fondi d’impatto anche in Europa.

 

Meglio bottom-up che rating Esg?

Il dato principale è che la sicurezza energetica e la relativa transizione stanno entrando a far parte dei portafogli, attirando sempre più l’attenzione. Ma come per tutti i settori d’investimento, non c’è solo un modo di programmare il proprio ingresso.

Secondo un nuovo sondaggio di Hsbc, gli investitori sembrano utilizzare maggiormente i dati bottom-up per far luce su specifiche questioni, mentre l’uso dei rating Esg come strumento primario è crollato.

In ogni caso, c’è una lezione che possiamo imparare dal passato. I fondi di tecnologia, media e telecomunicazioni, o TMT, hanno dominato gli afflussi alla fine degli anni Novanta, ma sono stati spazzati via dallo scoppio della bolla delle dotcom nel Duemila. Oggi gli investimenti tecnologici si sono evoluti e sono profondamente radicati: probabilmente assisteremo a uno schema simile per quanto riguarda la sicurezza energetica e la decarbonizzazione.

 


 

I nostri riferimenti:
New generation of funds signals evolution of ESG | Financial Times
Where Do Greenhouse Gas Emissions Come From, and What Does That Mean for Investors? | Bridgewater
Rising ‘Anti-ESG’ Sentiment in US Is Impacting Funds, HSBC Says | Bloomberg

 

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