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Attenti ai fat-finger error: per fare buon trading servono dita sottili?

Fino agli anni Sessanta, ogni acquisto di azioni e obbligazioni implicava un colloquio diretto tra due persone e la successiva consegna di titoli cartacei a un depositario. Poi questo sistema è stato sostituito dai computer. Così nella transizione si è persa una certa dose di verifica umana. Se un titolo costava 10 dollari e voi chiedevate di comprarlo per 100, qualcuno avrebbe anche potuto approfittarne, ma alla fine qualcun altro se ne sareste accorto. Né sarebbe stato facile acquistare 1.000 unità di un titolo quando ne erano disponibili solo 100.

Nel mondo della finanza digitale, dove la tastiera è l’unico intermediario con il mercato, è più facile dimenticare un punto decimale o aggiungere uno zero senza accorgersene. I “fat-finger error” – gli errori delle dita grosse, come un inciampo sulla tastiera o un clic involontario sul mouse – sono diventati una caratteristica dei mercati moderni. Tanto che a loro è dedicata una recente newsletter di Quartz a cura di Tim Fernholz e Annaliese Griffin, intitolata “Fat-finger trades: The swollen digits of financial despair”.

Gli errori si verificano in genere nelle principali società finanziarie e sono solitamente imputati ai trader più giovani. Il più delle volte, gli ordini sbagliati vengono rapidamente annullati. Ma a volte hanno conseguenze economiche pesanti.

Ecco qualche esempio, ripreso dalla newsletter di Quartz.

 

900 milioni di dollari: l’importo che Citigroup ha accidentalmente pagato agli obbligazionisti di Revlon nel 2020, un pagamento errato che alla fine è stato stornato.

105 miliardi di dollari: l’importo accidentalmente pagato da Samsung Securities ai lavoratori nel 2018 dopo che un dipendente ha inviato a ciascuno 1.000 azioni invece di 1.000 won (93 centesimi di dollari Usa, all’epoca). La transazione è stata annullata, ma non prima che le azioni della società precipitassero, a scapito degli investitori retail e delle pensioni.

250.000 dollari: perdita subita quando il proprietario di un Bored Ape NFT lo ha accidentalmente messo all’asta al prezzo di 0,75 ether invece di 75.

 

Dito grasso, algoritmo fin troppo reattivo: cosa si nasconde dietro l’errore

Quando sui mercati accade qualcosa di inaspettato e inspiegabile – come un’azione o una valuta che vanno improvvisamente in rosso – il “dito grasso” viene spesso ritenuto responsabile.

Nei crolli “lampo” che vedono i prezzi crollare in pochi secondi – come quello che ha visto il Dow precipitare di 600 punti nel 2010 o un altro, nel corso del quale la sterlina britannica è scesa del 9% rispetto al dollaro, nel 2016 – gli operatori di mercato e i giornalisti sospettano spesso l’errore umano. Ma quando i regolatori finanziari eseguono il minuzioso lavoro di verifica, il vero problema che viene fuori riguarda il modo in cui i robot hanno reagito agli input.

In entrambi gli esempi riportati nella newsletter di Quartz, una vendita insolitamente importante ma priva di cattive intenzioni di asset ha dato il via a una serie di vendite automatiche. I tool che bloccano automaticamente le operazioni discutibili hanno contribuito a limitare questo tipo di volatilità, ma al momento, finché umano e algoritmi interagiscono, gli esiti sorprendenti sono più che una possibilità.

 

 
Anche perché non solo il mercato è vulnerabile all’errore umano, ma algoritmi e compagnia bella sono fin troppo presenti sui mercati stessi, come ha evidenziato John Plassard, direttore di Mirabaud & Cie, dopo che l’errore di un banchiere di Citigroup ha causato il crollo dei mercati europei nel 2022. E ci sono stati altri casi: di seguito, la breve cronistoria proposta nella newsletter.

 

1985: in un articolo sui primi servizi internet, US News and World Report spiega che “alcune persone soffrono di ‘dito grasso’: sono inclini a digitare le cifre sbagliate”.

2003: AT&T cita in giudizio Sprint per un altro tipo di sfruttamento delle dita grasse: un sistema per far pagare ai clienti un extra per aver sbagliato a digitare numeri verdi comuni.

2013: La Federal Reserve ha il suo momento di “fat-finger”, inviando per sbaglio i verbali della sua riunione di politica monetaria a un gruppo di addetti ai lavori un giorno prima della pubblicazione prevista.

2018: La Deutsche Bank trasferisce accidentalmente 35 miliardi di dollari – più del valore di mercato della banca – su un conto esterno, prima di recuperare rapidamente il denaro.

2022: un trader di Citigroup costa alla sua azienda circa 50 milioni di dollari dopo un’operazione errata.

 

Dito grasso, criptovalute, finanza decentralizzata: le sviste possono costare parecchio

Le settimane difficili vissute dal sistema bancario globale hanno rimesso sotto i riflettori il mondo delle criptovalute e della finanza digitale decentralizzata, talvolta chiamata DeFi o Web3. Le regole incorporate nel software che definisce valute e protocolli di trading sono immutabili – a meno che la maggioranza delle parti interessate non trovi un punto d’accordo per cambiare le cose – e anche le transazioni lo sono.

Il che va bene, finché qualcuno non commette un errore. Quando la Borsa Bitfinex ha accidentalmente pagato 24 milioni di dollari di commissioni su una transazione di 100.000 dollari, è stata in grado di annullare l’operazione grazie alla stretta relazione con la sua controparte, che ha commentato: “La blockchain è immutabile, ma la rivoluzione di cui facciamo parte è definita dai nostri valori come esseri umani”.

Un caso eccezionale: il trading su molte piattaforme Web3 è spesso irreversibile e mediato da software automatizzati. Quando si utilizzano queste piattaforme, errori come cadere in una truffa NFT o semplicemente inserire l’indirizzo sbagliato per un pagamento possono costare assai di più.

Come evitare che le persone che lavorano con macchine sempre più autonome commettano errori? I progettisti sono al lavoro sullo sviluppo di software e sistemi che aiutino a eliminare proprio questo tipo di problemi. Staremo a vedere.

 


 

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Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, lavora a Milano dal 2007. Dopo un'esperienza di quattro anni in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori, si è spostata in Blue Financial Communication, casa editrice specializzata nei temi dell'asset management e della consulenza finanziaria. A dicembre 2017 si è unita al team di AdviseOnly.

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