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HomeCAPIRE LA FINANZAFINANZA PERSONALE#biascomportamentali: framing, ovvero l’illusione del bicchiere mezzo pieno

#biascomportamentali: framing, ovvero l’illusione del bicchiere mezzo pieno

Molto spesso la realtà ci sembra un troppo complessa per prenderci il tempo di analizzarla per bene. E molto spesso non ne abbiamo neppure le competenze. Ragion per cui la nostra mente cerca una scorciatoia semplice e accattivante.

Pensiamo a quante volte ci è capitato di lasciarci incantare da una storiella ben raccontata o convincere a fare qualcosa grazie alla bravura di chi ci presentava grafici mirabolanti e numeri sorprendenti.

Anche e soprattutto quando si parla di investimenti finanziari: pensate a quanti titoli strutturati, obbligazioni bancarie dai rendimenti improbabili, fondi di dubbia qualità e altro ancora è stato in questo modo venduto in tutto il mondo e a tutti i tipi di investitori, dai privati agli istituzionali.

A dispetto di secoli di storia finanziaria, ancora oggi non sono poche le vittime di rappresentazioni volutamente semplicistiche e tendenziose della realtà che inducono a prendere le decisioni in modo non del tutto corretto.

 

L’illusione dei numeri piccoli

Facciamo un esempio. Presentiamo al nostro amico Tizio alcune proposte per un nuovo abbonamento a un servizio di programmazione televisiva on demand. Fatto un primo screening, queste le due all’apparenza migliori, commercializzate con i seguenti slogan:

  • Pesca TV – costa solo 3 euro al giorno;
  • Albicocca TV – tua con 1.090 euro l’anno.

Se a Tizio chiediamo qual è secondo lui la più conveniente, d’impulso Tizio ci risponde: certamente la prima.

In realtà, 3 euro al giorno fanno esattamente 1.095 euro all’anno. Ma presentare il costo frazionandolo in piccoli numeri è un trucchetto molto usato dai venditori di tutto il mondo e di ogni epoca, perché fa sembrare tutto assai più conveniente.
 

 

È una questione di rappresentazione

Anche nel campo dell’informazione finanziaria questo genere di trucchetti o distorsioni delle informazioni è all’ordine del giorno.

Succede, per esempio, quando la performance di un fondo di investimento azionario viene comparata con quella di un indice di Borsa, tralasciando il fatto che mentre il calcolo degli indici di Borsa esclude il pagamento dei dividendi, tale pagamento è invece incluso nella rappresentazione della performance del fondo.

Ne consegue che la performance del fondo finisce con l’apparire migliore di quello che è nella sostanza dei fatti.

In modo analogo, quando consideriamo l’ammontare dei nostri risparmi o il rendimento di un investimento tendiamo a soffermarci esclusivamente sul dato nominale, dimenticandoci che il numero davvero importante per noi è quello al netto dell’inflazione. La quale, non ci stancheremo mai di ripeterlo, sottrae potere d’acquisto.

 

Conoscere il bias dell’inquadramento

Quello di cui vi abbiamo appena parlato è l’effetto framing, o bias dell’inquadramento: la tendenza, cioè, ad avere una rappresentazione semplicistica o errata della realtà a causa di una rappresentazione delle informazioni più o meno volutamente distorta.

Il framing, infatti, può risultare da una deliberata scelta da parte di chi ci trasmette l’informazione così come – attenzione – da un nostro vizio di ragionamento. Tanto per intenderci sul fatto che non siamo macchine perfettamente pensanti – tutt’altro – e che spesso e volentieri le peggiori trappole ce le tendiamo da soli.

Tenendo conto di tutto ciò, avrete senz’altro più chance di fare scelte d’investimento migliori ed essere più felici e (veramente) soddisfatti. Ma ci torneremo.

 


 

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