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Repetita iuvant: i 5 errori da evitare quando si investe

Sei un investitore? Probabilmente anche tu avrai commesso uno dei seguenti errori. In questo post andiamo infatti a snocciolare i 5 più comuni tentativi accidentali di sabotaggio del proprio portafoglio di investimento.

Ecco cosa non bisogna mai fare coi propri risparmi.

 

1. Ignorare il proprio orizzonte temporale

Non perdere soldi è l’obiettivo principale di molti investitori. Mentre questo è assolutamente lecito nonché logico, quello che non si considera è spesso il periodo sul quale si vuole ottenere tale risultato.

Durante periodi di crisi, l’orizzonte temporale di molti investitori tende infatti ad “accorciarsi” (per esempio: gli investitori tendono a vendere le azioni e a tenere obbligazioni con scadenze a breve), anche se la struttura delle loro passività rimane la stessa e, spesso, con caratteristiche di lungo periodo.

Quando invece la paura si allenta e sui mercati torna l’ottimismo, accade il fenomeno contrario: gli investitori pensano che il trend positivo continuerà per sempre, anche se di nuovo hanno le stesse scadenze per le loro passività.

Quindi: ogni risparmiatore deve cercare di far corrispondere gli investimenti al proprio orizzonte temporale.

E ogni orizzonte ha la sua strategia. Facciamo degli esempi.

  • 1 anno: è consigliabile investire in liquidità sotto forma di BOT o conti di deposito.
  • 5 anni: in genere, ma non è imprescindibile, è consigliabile investire in obbligazioni con scadenze medie.
  • 20 anni: meglio puntare sulle azioni. Se infatti il portafoglio fosse composto solo da liquidità e obbligazioni a breve termine, il portafoglio non riuscirebbe nemmeno a coprire l’inflazione attesa, e quel portafoglio perderebbe – in maniera automatica – un enorme potere d’acquisto nel corso degli anni.

 

2. Cambiare la tolleranza al rischio ogni volta che il mercato fluttua

Quando i mercati salgono, molti investitori pensano di poter tollerare un maggior rischio (comunque questo venga definito), quando scendono vogliono ridurre l’incertezza. Lasciare che la propria tolleranza al rischio cambi secondo gli umori del mercato è un modo certo per mettere in pericolo il proprio patrimonio.

Se si è spaventati quando tutti sono spaventati ed euforici quando tutti sono euforici, si finirà per vendere ai minimi e comprare ai massimi, che di sicuro non porta a rendimenti soddisfacenti nel lungo periodo. Sono molti i fattori che influenzano la propria tolleranza al rischio, me è necessario anche essere consci delle proprie emozioni.

I bisogni emotivi cambiano rapidamente, mentre i bisogni finanziari rimangono relativamente costanti: non bisogna lasciare che i primi abbiano il sopravvento sui secondi.

 

3. Farsi consigliare da chi non si conosce (e che non conosce noi)

A molte persone piace scambiare consigli di investimento con amici e colleghi, oppure prendere spunto da quello che leggono sui giornali o su Internet. Questo può andar bene solo se la vostra situazione è esattamente la stessa delle altre persone. Al contrario, può essere molto rischioso se i vostri obiettivi, vincoli e tolleranza al rischio sono differenti. Funziona un po’ come con le diete, insomma: a ciascuno la sua.

Le persone che offrono i loro consigli sui giornali, in televisione o nelle newsletter non hanno idea di chi voi siate o cosa vogliate ottenere: chiedetevi pertanto se il loro interesse sia la performance del vostro portafoglio o piuttosto il loro bacino di lettori (se non, peggio, di vendervi direttamente qualcosa).

Prendere informazioni da più fonti e sentire più voci, meglio ancora se non sempre concordanti tra loro, è un ottimo punto di partenza: ma dovete sempre considerare da dove viene il consiglio e non prendere mai per oro colato i suggerimenti di qualcuno che non vi conosce. Ogni scelta di investimento deve essere personalizzata.

 

4. Sovrastimare la propria conoscenza dei mercati e la capacità di fare previsioni

Molti investitori (compresi quelli professionisti) ritengono di avere la sfera di cristallo riguardo quello che succederà nei mercati finanziari. La realtà dimostra, invece, che le loro previsioni, anche quando si rivelano corrette, sono – a voler essere ottimisti – casuali.

Negli investimenti, come in molti altri aspetti della vita, scoccia non poter conoscere esattamente tutto, ma molto peggio è ritenere di sapere esattamente cosa succederà. Nessuno è in grado di prevedere l’andamento dei mercati, anticipare quali società e settori faranno meglio, entrare e uscire da un investimento con perfetto timing e beccare sempre e solo quei titoli che hanno rendimenti positivi.

In ogni situazione che presuppone incertezza, essere convinti di sapere cosa succederà è molto più pericolo della consapevolezza dell’imprevedibilità dei mercati finanziari.

Ogni decisione deve quindi incorporare le possibili conseguenze di un eventuale errore. Quello che è importante, insomma, è la qualità delle decisioni che prendiamo, perché le conseguenze di una determinata scelta sono più importanti delle probabilità che una cosa accada.

 

5. Perdersi per strada un’adeguata diversificazione

Ultimo, ma non meno importante: come ci segnalava tempo fa un nostro lettore – e come noi stessi vi ripetiamo da anni – anche sottovalutare o dimenticare la diversificazione del portafoglio non va affatto bene: come vi diciamo spesso, infatti, puntare tutto su una sola asset class o su un solo emittente è un errore. E spesso, purtroppo, a molti è costato parecchio caro.

 


 

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