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Cosa succede quando il portafoglio d’investimento riscopre la fede

Nelle ore più difficili della Grande Crisi del 2008, alcuni organi di stampa descrissero in maniera molto vivida il viavai che si produsse nella chiesa più vicina al distretto finanziario di New York. Perché, in fondo, è così: per quanto un po’ ovunque ci sia “grossa crisi” di fede, nelle difficoltà si tende a riscoprirla. Oppure no?

Sì, invece: secondo i dati del Pew Research Center1, durante la pandemia di Covid-19 negli Stati Uniti d’America un maggior numero di persone si è rivolto alla religione e ha percepito – o almeno, così dichiara – un aumentato senso di fede.

Cinicamente, noi oggi ci chiediamo: questa riscoperta si può riverberare sui portafogli d’investimento? Risposta: sì, certo, si può.

Per quanti di voi ancora non lo sapessero, infatti, così come esistono fondi comuni d’investimento ed etf sintonizzati sulla sostenibilità e sulla responsabilità ambientale, sociale e di governance (Esg), ci sono anche fondi comuni d’investimento ed exchange-traded fund i cui creatori, nel costruire il relativo paniere di titoli, tengono conto di un sistema di valori proprio della galassia cristiana. In alcuni casi, più specificamente cattolica.

 

Alla (ri)scoperta del cosiddetto “Catholic Space”

Una precedente ondata si può forse far risalire al 2015, dopo la visita di Papa Francesco a New York. Fu allora che Morgan Stanley annunciò il lancio di un kit di strumenti per i consulenti finanziari basato proprio su valori cattolici.

“Siamo lieti di fornire ai nostri clienti, individuali e istituzionali, strategie per perseguire rendimenti finanziari corretti per il rischio in tandem con obiettivi basati sulla fede”, disse Hilary Irby, responsabile dell’iniziativa Investing with Impact di Morgan Stanley. “Continua a esserci una gamma crescente di scelte e opportunità di investimento nello spazio dei valori cattolici”, proseguì, anche attraverso fondi comuni ed exchange-traded fund.

 

 

L’iniziativa – che secondo l’azienda mirava ad aiutare gli investitori a “personalizzare i loro portafogli per allinearsi con i loro obiettivi personali e istituzionali basati sulla fede” – si collocava nella più ampia piattaforma Investing with Impact di Morgan Stanley, introdotta nel 2012 e comprensiva di oltre un centinaio di prodotti d’investimento focalizzati sull’investimento a impatto ambientale e sociale.

E non finì di certo lì. Il 10 agosto 2015 S&P Ratings varò il primo indice dedicato ai valori cattolici: l’S&P 500 Catholic Values Index. Il paniere sottostante fu realizzato selezionando aziende le cui pratiche di business fossero in armonia con le linee guida degli investimenti socialmente responsabili della Conferenza dei vescovi americani.

 

Com’è andato l’S&P 500 Catholic Values Index?

A Dio piacendo, si è difeso molto bene. Il price return annualizzato per gli ultimi cinque anni – dal 21 novembre 2016 al 19 novembre 2021 – è stato del +17,01% rispetto al +16,58% dell’S&P 500. Quanto alla versione “total return”, siamo a un +19,12% per l’indice cattolico rispetto al +18,76% dell’indice generale. Ma attenzione: se si guarda alla performance dell’ultimo mese, l’indice generale segna un sorpasso.

 

Catholic | amCharts
 

Lo stesso vale per il total return: +1,90% per l’S&P 500 Catholic Values Index il 19 novembre rispetto ai valori di inizio mese (ribasati a 100), +1,93% per l’S&P 500.

 

Come mettere la fede in un portafoglio d’investimento?

Tutto questo è molto bello, interessante e istruttivo. Ma come si può mettere una fede religiosa dentro un portafoglio d’investimento, posto che si sia interessati a farlo in questa fase storica in cui i valori finanziari non sono necessariamente gli unici valori cui guarda un investitore?

La via più agile, per un piccolo investitore, è appunto il fondo. Su Borsa Italiana – lo segnaliamo solo ed esclusivamente a titolo d’esempio – sono quotati due etf sul tema. Uno è l’Invesco MSCI Europe ESG Leaders Catholic Principles2, fondo a gestione passiva che mira a replicare la performance, in termini di rendimento totale netto, dell’indice MSCI Europe Select Catholic Principles ESG Leaders 10/40.

Partendo dall’MSCI Europe, questo indice esclude, secondo la metodologia standard MSCI SRI, le società che evidenziano un coinvolgimento in attività come armi controverse, armi da fuoco civili, armi nucleari, tabacco, alcol, gioco d’azzardo, organismi geneticamente modificati, energia nucleare, estrazione di petrolio e gas non convenzionali, riserve di combustibili fossili e carbone termico.

Ma l’indice tiene fuori dalla porta anche società considerate non conformi ai principi cattolici – dunque no a tutto ciò che ha a che fare con cellule staminali, intrattenimento per adulti, armi convenzionali, aborto, contraccettivi, esperimenti su animali – e ai principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani.

Poi c’è il Lyxor MSCI World Catholic Principles ESG3. In questo caso, l’obiettivo consiste nel replicare l’andamento dell’indice MSCI World Select Catholic Principles ESG Universal and Environment Net Total Return (denominato in dollari Usa), il quale ha lo stesso universo d’investimento dell’indice MSCI World, con esclusione, fra l’altro, di società che si occupano di cellule staminali, aborto, contraccettivi e sperimentazione animale.

 

Rispettare la fede anche negli investimenti conviene?

Di certo, non è sconveniente per definizione. Basti pensare che, secondo i dati riportati su Borsa Italiana, il Lyxor MSCI World Catholic Principles ESG riporta una performance da inizio anno del +33,12%, mentre l’Invesco MSCI Europe ESG Leaders Catholic Principles ha totalizzato un +21,98%. Tutto questo – solo per avere un termine di paragone – a fronte del +22,51% del mercato italiano rappresentato dal Ftse MIB.

In conclusione, possiamo dire che vale per gli investimenti cattolici quel che abbiamo già detto per gli investimenti ESG: e cioè che, per quanto nobili siano (o si considerino) i valori cui si ispira l’investitore, di certo mettendoci i suoi soldi non sta facendo beneficenza.

Poi molto dipende dai settori non rappresentati, per esempio armi, ricerca scientifica sulle staminali e rimedi per il controllo delle nascite: a seconda del loro andamento, la futura dinamica degli investimenti cattolici potrebbe essere migliore o peggiore rispetto a quella degli investimenti che invece sono esposti anche a questi settori.

E in ogni caso, per chi fosse interessato, la soluzione è la stessa di sempre: prevedere l’inserimento di questo tipo di investimenti in un portafoglio adeguatamente diversificato, possibilmente con la consulenza di un professionista.

 



1. More Americans Than People in Other Advanced Economies Say COVID-19 Has Strengthened Religious Faith
2. Invesco MSCI Europe ESG Leaders Catholic Principles
3. Lyxor MSCI World Catholic Principles ESG

Scritto da

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, lavora a Milano dal 2007. Dopo un'esperienza di quattro anni in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori, si è spostata in Blue Financial Communication, casa editrice specializzata nei temi dell'asset management e della consulenza finanziaria. A dicembre 2017 si è unita al team di AdviseOnly.

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