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HomeCAPIRE LA FINANZAFINANZA PERSONALEGli italiani pagano in contanti pur preferendo gli strumenti alternativi: perché?

Gli italiani pagano in contanti pur preferendo gli strumenti alternativi: perché?

Usiamo ancora tantissimo il contante, nonostante dichiariamo una maggior preferenza per gli strumenti che lo bypassano. Un recente Quaderno di Economia della Banca d’Italia, Un recente Quaderno di Economia della Banca d’Italia, a cura di Alberto Di Iorio e Giorgia Rocco, cerca di fare luce su questo curioso disallineamento che si riscontra in noi italiani.

Il lavoro mette sotto la lente i fattori alla base delle scelte dei consumatori italiani circa gli strumenti di pagamento da utilizzare presso i punti vendita fisici, e lo fa assumendo come punto di riferimento i dati provenienti da un’indagine condotta nel 2019 dalla Banca centrale europea presso i cittadini.

Ma lo studio va anche oltre, valutando le ragioni per le quali i consumatori utilizzano principalmente il contante al momento del pagamento, pur preferendo pagare con altri strumenti, come per esempio le carte. Vediamo di saperne di più.

 

Italiani e contante: quali informazioni sono emerse dallo studio?

Innanzitutto, che nel nostro Paese – come del resto può confermare l’esperienza quotidiana nostra e vostra – l’uso del contante è fortemente influenzato due fattori:

  • il valore della transazione;
  • l’accettazione di strumenti di pagamento alternativi.

Il secondo, in particolare, è un punto essenziale. La mancata accettazione degli strumenti di pagamento che non richiedono il ricorso al contante rappresenta infatti ancora un grosso limite. E un condizionamento. Alla data dell’indagine, il contante risulta l’unico mezzo di pagamento accettato in più di una transazione su tre regolata in contanti, sebbene dal 2012 sia stato introdotto l’obbligo legale di accettazione delle carte presso i Pos.
 

 

Donne e Sud sono i più propensi all’utilizzo del contante

Ma l’accettazione di strumenti alternativi al contante non è l’unica soluzione per promuovere la digitalizzazione dei pagamenti. Altri fattori, come la velocità di esecuzione e la cosiddetta “usabilità”, potrebbero favorire i micropagamenti senza contanti.

Tanto per dirne una: il possesso di una carta di pagamento contactless diminuisce la probabilità di pagare in contanti, e ciò con tutta probabilità ci conferma che la comodità dei pagamenti elettronici ne favorisce l’uso, a scapito del contante.

C’è anche tutto un tema di inclinazione al digitale. Alcuni gruppi di popolazione, come le donne e gli abitanti del Sud, risultano particolarmente propensi all’uso del contante. Si tratta dei gruppi di popolazione che tendono a essere meno inclini al digitale: potrebbero quindi essere necessari ulteriori sforzi per colmare il cosiddetto “digital divide”.

L’attitudine digitale del consumatore appare infatti come un fattore rilevante rispetto alle abitudini di pagamento: maggiore è questa attitudine, minore è la probabilità di ricorrere all’utilizzo del contante.

 

Educazione digitale e digital currency Bce possono fare la differenza

In prospettiva, l’evoluzione del mercato dei pagamenti verso strumenti più innovativi e digitali, tra i quali la Central Bank Digital Currency (la valuta digitale emessa dalla banca centrale, anche citata con la sigla CBDC), potrebbe determinare una trasformazione totale del comportamento rispetto ai pagamenti.

Come segnalano gli autori dello studio nelle loro conclusioni, ci sono comunque già alcuni lavori recenti (Ardizzi, Nobili e Rocco, 2020, Ardizzi et al., 2021), basati su macrodati provenienti da sistemi di clearing e processing, che mostrano un’accelerazione dei pagamenti digitali in Italia, suggerendo possibili cambiamenti in atto nelle abitudini di pagamento dei consumatori.

Resta ora da capire cos’è cambiato – o cosa sta cambiando – a valle della pandemia, un vero e proprio evento “disruptive”.

 


 

Scritto da

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, lavora a Milano dal 2007. Dopo un'esperienza di quattro anni in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori, si è spostata in Blue Financial Communication, casa editrice specializzata nei temi dell'asset management e della consulenza finanziaria. A dicembre 2017 si è unita al team di AdviseOnly.

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