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Investimenti: come gestire le proprie emozioni durante la pandemia?

Secondo alcuni esperti di finanza comportamentale, le decisioni prese di istinto quando si tratta di investimenti posso essere dannose. Ma come “tenere a bada” le emozioni in queste situazioni?

Uno studio recente ha mostrato come alcuni consulenti, utilizzando tecniche di finanza comportamentale, abbiano “protetto” i loro clienti da scelte istintive durante il crollo del mercato sulla scia della pandemia di Covid-19.

Questo perché quando siamo spaventati o eccitati, o ogni volta che siamo emotivamente carichi, diventiamo razionalmente sfidanti. Le emozioni prendono il sopravvento e il cervello spesso va offline.

 

Il comportamento degli investitori

È uno dei fenomeni più studiati al mondo. C’è addirittura una disciplina ad hoc, la finanza comportamentale, che cerca di spiegare cosa succede nella nostra mente quando ci troviamo di fronte ai guadagni o alle perdite degli investimenti.

In generale, la finanza comportamentale parte dalla tesi che le persone non sono completamente razionali e i mercati del tutto efficienti e indaga gli schemi dei comportamenti sociali e individuali nei mercati. Insomma, un bel mix di economia, finanza e psicologia. I primi accenni di questa disciplina compaiono agli inizi del ‘700 con Adam Smith, ma è soprattutto negli ultimi decenni che si sono susseguite pubblicazioni e studi sulla finanza comportamentale.

 

Cosa implica l’emotività applicata alle decisioni di investimento?

Che le decisioni possano essere prese in base a evidenze empiriche non razionali e che possano essere influenzate dalle esperienze passate. Questo errore di tipo induttivo può portare a posizionarsi male sul mercato e perdere molti soldi e viene ricondotto a una delle materie principali della finanza comportamentale, l’euristica. Altra tematica molto studiata e discussa riguarda l’inquadramento: le scelte di investimento possono essere influenzate dalla maniera in cui sono state presentate alla persona che deve dare l’ok definitivo.

Se sei un investitore, ma non gestisci grandi cifre per professione – non gestisci un fondo di investimento o i patrimoni dei tuoi clienti, per esempio – allora probabilmente prenderai le informazioni da giornali, telegiornali, opinioni di amici, parenti e colleghi di lavoro. E spesso molte di queste informazioni non vengono analizzate e utilizzate in maniera appropriata.

Gli investitori, infatti, spesso hanno la tendenza a passare dall’ottimismo al pessimismo (e viceversa) in funzione all’andamento del mercato. Quando i prezzi salgono, si tende ad investire sull’onda di un ingiustificato ottimismo. È quel che vien definito effetto gregge: si segue ciò che fa la maggioranza per paura di perdere un’opportunità di guadagno. Viceversa, quando il mercato crolla, si tende a fuggire terrorizzati dalla paura di vedere volatilizzati i propri risparmi.

E invece è proprio nei momenti negativi di mercato che dovremmo essere più attenti: spesso i mercati negativi nascono da periodi in cui i rendimenti degli investimenti a basso rischio aumentano e questo rende più difficile per l’investitore decidere di lasciare i suoi investimenti su asset volatili come le azioni, piuttosto che spostare tutto in liquidità.
 

 

I mercati si evolvono sulle aspettative

I valori delle azioni crescono sulla base delle previsioni di crescita degli utili delle società, mentre scendono all’opposto quando le previsioni sugli utili sono al ribasso.

Questo tradotto in termini pratici significa che al culmine delle fasi di espansione del ciclo economico (quando, cioè, l’ottimismo è diffuso), le azioni hanno già esaurito gran parte della loro potenzialità di rialzo. Quando invece l’economia arranca e il pessimismo dilaga, quello è di solito il momento in cui le azioni diventano davvero attraenti.

A priori, è impossibile individuare la presente fase di mercato, tuttavia ci sono preziosi indicatori che ne rappresentano un efficace termometro, uno fra tutti: il P/E – Price Earning, ossia il rapporto tra gli utili di un titolo ed il suo prezzo di borsa.

 

Il Price Earning: come utilizzarlo?

Questo indice esprime quanto il mercato è disposto a pagare per ogni unità di utili prodotta.

Per farla semplice, se il P/E è molto alto rispetto alla media, il mercato si sta aspettando performance troppo più alte rispetto alle concrete possibilità del mercato, in preda ad un eccesso di ottimismo. Sarà proprio quello il momento più sbagliato per investire.

Il ragionamento deve essere fatto al contrario quando, invece, il P/E è inferiore alla media.

Dunque, più che le emozioni di massa quel che dovrebbe guidare i nostri investimenti sono aspettative razionali. Il principale nemico degli investimenti sono i pregiudizi!

 

La TOP 4 dei pregiudizi

Per farci un’idea, abbiamo stilato la TOP 4 dei pregiudizi che guidano gli investimenti secondo un sondaggio condotto tra oltre 300 consulenti:

  • Decisioni di investimento facilmente influenzabili da notizie o esperienze recenti
  • Rifiuto del concetto di perdita: giocare sul sicuro o accettare meno rischi di quelli tollerabili
  • Familiarità: preferenze ad investire in società familiari
  • Forma: prendere decisioni in base al modo in cui le informazioni sono presentate

Naturalmente, può essere difficile identificare i propri pregiudizi nella foga del momento, soprattutto in un momento di crisi come la pandemia di Covid-19 e di caos economico.
Dovremmo prenderci tutti un po’ più di tempo tra l’impulso e l’azione in ogni settore e non solo prima di fare gli investimenti, la regola vale in tutti gli ambiti della vita.

 

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Ultimi commenti
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    Diversi anni fa , mi sono iscritto alla Vostra pagina con relativi portafogli e mi sono abbonato , mi sono trovato bene . Ora ho molto più tempo e disponibilità , vorrei riprendere i miei investimenti per i nipoti ma non riesco ad abbonarmi o a capire come fare con la vostra pagina .

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