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HomeCAPIRE LA FINANZAFINANZA PERSONALESe le nuove regole per il fallimento sono un’OPA delle banche tedesche sui risparmiatori italiani

Se le nuove regole per il fallimento sono un’OPA delle banche tedesche sui risparmiatori italiani

La spremuta di neuroni dei Ministri delle Finanze europei sulle regole da applicare alle banche a rischio fallimento è stata già ottimamente sintetizzata su questo blog, insieme all’impatto che potrà avere sui risparmiatori e le imprese.

Mi interessa giusto fare un paio di riflessioni spicciole supplementari.

Secondo Michael Noonan, il Ministro delle Finanze irlandese, siamo di fronte ad “una pietra miliare nel percorso che ci porta a spezzare il circolo vizioso tra Stati e banche“. Ma pensa… a me pare più che altro che i politici dei Paesi ricchi come Germania e Finlandia abbiano ottenuto di ridurre al minimo il rischio che i propri elettori, in veste di contribuenti, debbano salvare banche di altri Paesi. Così loro, i politici, magari verranno rieletti e non impalati.

Ha prevalso una linea di pensiero tipicamente teutonica che sembra recitare più o meno così ai clienti e risparmiatori: “Avete dato soldi a quella banca? È  una VOSTRA scelta d’investimento. E allora arrangiatevi da soli.” Salvo poi, chissà, sollevare eccezioni nel caso la banca sull’orlo della bancarotta si rivelasse di nazionalità tedesca (un po’ come avvenne nel 2003 a livello di conti pubblici, quando Germania e Francia violarono il patto di Stabilità). Sono dichiaratamente un malpensante.

Comunque, quest’accordo, questa “pietra miliare”, secondo il lungimirante Ministro irlandese Noonan, aumenta i rischi per il risparmiatore, spero vi sia ben chiaro. Le costose e illiquide obbligazioni bancarie che alcuni di voi hanno comprato, probabilmente senza conoscere bene lo strumento o azioni ben mimetizzate, oggi sono in media ancora più rischiose e puzzolenti. Idem per i depositi, se siete oltre la soglia dei 100 mila euro. Ora più che mai occorre leggere bene i contratti e le note informative.

Vi do una dritta: ora mi aspetto che, subdolamente, banche di Paesi considerati di sana e robusta costituzione, come per esempio la Germania, si facciano sotto, proponendovi le loro obbligazioni, mostrandovi quanto sono solidi i loro conti e quanto sono fantastiche le loro obbligazioni (o i depositi).

La mia opinione conta come i fichi secchi. Ma per me quanto deciso in sede europea, in caso di problemi seri, provocherà solo paura e destabilizzazione. Pensateci: se si diffondesse olezzo di default d’una banca italiana, sapendo che possono essere toccati i depositi, non credete che la gente correrà a ritirare i risparmi? Voi cosa fareste? Non credete che molti, per prudenza, si portino avanti già ora nell’opera?

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Così, le banche dei Paesi più problematici saranno svantaggiate, perché è proprio lì che si concentrerà la fuga di capitali. Bene, siamo di fronte a un geniale processo di auto-generazione dei problemi. Forse si è spezzato il “circolo vizioso” citato dal lucido Ministro irlandese per crearne un altro anche peggiore, perché va a toccare la fiducia dei risparmiatori (dovrebbe essere un tabù).

Va detto che l’accordo potrà essere modificato (ma difficilmente nella sostanza) ed entrerà in vigore nel 2018. Ma lo dico subito: antenne drittissime quando avete a che fare con la vostra banca, ora più che mai.

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