Poiché ciclicamente si torna a parlare di pensione, TFR e tassazione, riproponiamo qui di seguito un post scritto dalla nostra Maria Paulucci per questo blog il 21 febbraio 2019.
Una nota per noi sempre molto importante: questo post fu all’epoca realizzato con il contributo di esperti e ha un carattere generico e informativo. Per ulteriori informazioni e domande su esigenze specifiche, consigliamo sempre ai nostri lettori e lettrici di rivolgersi a un professionista del settore.
Buona lettura!
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Dati Istat alla mano, in Italia gli occupati sono circa 23,5 milioni. Di questi, 18 milioni sono lavoratori dipendenti. A tanto ammonta dunque il numero di individui che sta maturando un TFR. Di cosa stiamo parlando?
Cos’è il TFR
TFR sta per Trattamento di Fine Rapporto ed è la somma che si matura durante tutto l’arco del rapporto lavorativo e che spetta al lavoratore dipendente – dotato quindi di un contratto di tipo subordinato, sia esso a tempo determinato o indeterminato, del settore pubblico o privato – al momento della cessazione del rapporto di lavoro. Nella vulgata comune, è noto anche come liquidazione.
Il TFR spetta al lavoratore indipendentemente dalle ragioni della cessazione del rapporto di lavoro: dunque non solo per il raggiungimento dell’età della pensione ma anche per licenziamento, dimissioni o – nel caso di un rapporto a tempo determinato – per scadenza del contratto di lavoro con l’azienda.
Come si calcola
Per sapere quanto TFR abbiamo maturato fino ad oggi, dobbiamo procedere a un conteggio che non è poi così fuori dalla portata del contribuente.
- Innanzitutto, sommate la retribuzione lorda che vi ha corrisposto l’azienda per ogni anno di lavoro svolto finora.
- Fatto? Ok: adesso dividete il risultato che avete ottenuto per 13,5.
- Ma non finisce qui. Considerate, infatti, che al 31 dicembre di ogni anno, tranne il primo, il TFR maturando viene ritoccato al rialzo sulla base di un tasso fisso pari all’1,5%, cui si aggiunge il 75% dell’incremento dell’inflazione rilevato per l’anno precedente.
Un esempio al volo
Bruna viene assunta con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato il primo gennaio 2018. La sua retribuzione annua lorda è di 30.000 euro. Al 31 dicembre 2018, quanto TFR ha accantonato? Per scoprirlo, dovrà effettuare questa tutto sommato semplice operazione:
30.000 / 13,5 = 2.222,2
Perfetto. Al 31 dicembre 2019, supponendo che lo stipendio annuo lordo sia stato identico e che l’inflazione rilevata per l’anno prima sia stata del 2%, l’operazione – comprensiva della rivalutazione – darà il seguente risultato:
30.000 / 13,5 = 2.222,2 x 3% [1,5% + 1,5% (2% x 75%)] = 66,66 euro
Ne consegue che il totale accantonato è di 4.511 euro circa, che è il risultato della somma dei 2.222,2 euro del primo anno e del secondo con l’aggiunta dei 66,66 euro di rivalutazione. Tale somma non tiene conto delle tasse perché è lorda.
Come viene tassato il TFR?
Al TFR non si applica la tassazione IRPEF ordinaria, ma un’aliquota media calcolata prendendo come riferimento le aliquote IRPEF degli anni precedenti alla liquidazione. Questo per un principio di equità fiscale: tassare un reddito prodotto in un arco di tempo pluriennale in base alle aliquote di riferimento dell’anno di incasso sarebbe infatti svantaggioso e non equo per il dipendente.
A occuparsi del computo e del pagamento è il datore di lavoro, in qualità di sostituto d’imposta. Poi, però, interviene l’Agenzia delle Entrate, che ricalcola l’imposta dovuta sulla base dell’aliquota media dei cinque anni antecedenti alla cessazione del rapporto di lavoro: se il risultato supera di più di 100 euro la rilevazione del datore di lavoro, l’Agenzia delle Entrate manda un avviso di pagamento al diretto interessato. Se invece il datore di lavoro ha trattenuto più del dovuto, l’Agenzia procede al rimborso.
Anticipo del TFR
La legge permette al dipendente, in determinati casi e a certe condizioni, di chiedere all’azienda un anticipo del TFR accantonato. Ma questa possibilità è riservata esclusivamente ai dipendenti con almeno otto anni di servizio presso lo stesso datore di lavoro. Non solo: il lavoratore può chiedere un’anticipazione non superiore al 70% del TFR cui avrebbe diritto se il rapporto cessasse alla data della domanda.
Per evitare l’assalto alle casse dell’azienda, poi, la legge pone due limiti alle richieste di anticipazione del TFR che si possono soddisfare in un anno: massimo 10% degli aventi titolo e non più del 4% del totale dei dipendenti.
Infine, l’anticipo si può richiedere solo e soltanto per spese sanitarie per terapie o interventi straordinari riconosciuti dalle competenti strutture pubbliche o per l’acquisto della prima casa per sé o per i figli (con tanto di atto notarile). Ci si può avvalere dell’anticipo solo una volta nel corso del rapporto di lavoro. E, ovviamente, l’anticipazione viene sottratta dal TFR finale.
In azienda o in un fondo pensione?
Come accennato, il TFR accantonato resta nelle casse dell’azienda. Nel gennaio del 2007, con l’entrata in vigore del decreto legislativo 252/2005, i lavoratori si sono trovati per la prima volta di fronte al bivio tra lasciarlo lì o destinarlo a un fondo pensione chiuso o “negoziale”1, che è uno dei tanti strumenti attraverso cui ognuno può costruirsi una previdenza complementare all’assegno pensionistico pubblico (che, come abbiamo detto e ridetto, purtroppo sarà sempre più magro).
E se l’azienda è insolvente?
La legge 297/1982 ha istituito il Fondo di Garanzia per il Trattamento di Fine Rapporto2, per il pagamento del TFR in sostituzione del datore di lavoro insolvente.
1 – TFR, meglio in azienda o in un fondo pensione?
2 – Fondo di garanzia del TFR e dei crediti di lavoro, fonte: INPS
Roberto Buono / Febbraio 21, 2019
Secondo me manca una analisi importante e riguarda la diversa tassazione del TFR se trasferito al fondo o se si lascia in azienda.
Nel fondo è tassato al massimo al 15%.
In azienda rimane legato, come da lei giustamente spiegato ,all’ IRPEF ordinaria, ma con un’aliquota media calcolata prendendo come riferimento le aliquote IRPEF degli anni in cui è maturata la liquidazione.
Questo significa che per stipendi elevati la tassazione del TFR puo superare anche il 30%.
Ne risulta che al solo fine della tassazione la destinazione del TFR al fondo pensione dovrebbe essere vantaggiosa.
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Maria Paulucci / Autore / Febbraio 22, 2019
Ciao Roberto,
cogli un punto molto interessante che, in effetti, merita un approfondimento a parte.
Provvederemo al più presto con un post dedicato a questo argomento!
Grazie mille
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Luca / Febbraio 24, 2019
Buongiorno Maria,
a quando è in programma l’approfondimento che si preannuncia essere molto interessante?
Grazie e complimenti per l’articolo. Sintetico e chiaro.
Luca
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Maria Paulucci / Autore / Febbraio 25, 2019
Ciao Luca,
vogliamo fare un lavoro assolutamente scrupoloso, quindi al momento non sappiamo darti una data assolutamente precisa.
Molto probabilmente, sarà entro fine marzo.
Intanto, grazie mille per il tuo riscontro!
A presto,
Maria
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Stefania / Dicembre 18, 2019
Ma spetta anche a chi svolge un lavoro con contratto di un solo mese??
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Mina / Febbraio 4, 2021
Salve, qualcuno saprebbe dirmi dove è possibile (e soprattutto se lo è) reperire il documento il quale attesti che, per esempio, un lavoratore x, nell’anno 2016 (o qualsiasi anno che non sia nelle immediate vicinanze degli ultimi passati) ha ricevuto, per scadenza del contratto, il tfr dal suo datore di lavoro?
Grazie a chi risponderà e scusatemi se, eventualmente, ho sbagliato sede.
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Maria Paulucci / Autore / Febbraio 5, 2021
Buongiorno,
il nostro post ha uno scopo genericamente informativo. Per indicazioni di dettaglio, le consigliamo di chiedere a un addetto ai lavori!
Intanto grazie e un saluto,
Maria
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Francesca / Luglio 28, 2021
Buongiorno,
chiedo gentilmente se i lavori a tempo determinato danno luogo a TFR, lavori svolti prima del 2000, ciascuno per alcuni mesi, in ditte diverse e con mansioni differenti.
Grazie.
Cordiali saluti
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Maria Paulucci / Autore / Luglio 29, 2021
Buongiorno,
per esperienza personale le dico che sì, anche i lavori a tempo determinato danno luogo a maturazione del TFR (mi ricordo che io lo percepii alla scadenza del contratto).
Ma per delucidazioni più tecniche le consigliamo di chiedere a un professionista del settore che sappia tutto di TFR, per sua maggiore sicurezza e tranquillità. Il TFR infatti è un tema non semplicissimo, sul qualche anche noi, quando serve, chiediamo consigli e conferme a chi se ne occupa tutti i giorni…
Un saluto e buona giornata!
Maria
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Mario / Ottobre 17, 2021
L’uso delle parentesi tonde e quadre in algebra è convenzionato. Nel calcolo della rivalutazione, ho fatto molta fatica a capiere che ogni valore dentro le parentesi in realtà spiegava come è calcolato il valore immediatamente fuori dalle parentesi (invece che moltiplicarlo).
Vi chiedo un po’ più di chiarezza, valuto i vostri post come molto qualificati. Di scritture così approssimative è pieno il web.
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Maria Paulucci / Autore / Ottobre 20, 2021
Grazie per il suo riscontro, ne terremo conto in futuro.
Un saluto!
Maria
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