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Italia “paradiso fiscale” per le successioni. Durerà?

Poiché ciclicamente si torna a parlare di patrimoniale e di imposte di successione e donazione, riproponiamo qui di seguito un post scritto dalla nostra Diana Bin per questo blog il 15 febbraio 2021. Al di là di alcuni aspetti di dettaglio, ci sembra ancora molto valido per fare un po’ il punto della situazione in vista dell’autunno.

Una nota per noi sempre molto importante: questo post fu all’epoca realizzato con il contributo di esperti e ha un carattere generico e informativo. Per ulteriori informazioni e domande su esigenze specifiche, consigliamo sempre ai nostri lettori e lettrici di rivolgersi a un professionista del settore.

Buona lettura!

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In Italia si è parlato a più riprese della possibilità di aumentare le imposte di successione – è un tema che ricompare ciclicamente, insieme allo spauracchio di una “patrimoniale”. E se ne è tornati a discutere a maggior ragione negli ultimi mesi, vista la situazione di crisi in cui versa l’economia italiana e il disperato bisogno dello Stato di rimpolpare le proprie casse, svuotate dall’emergenza Covid. Sì, ma perché colpire proprio il patrimonio degli italiani nel momento del passaggio generazionale?

Perché l’Italia, dal punto di vista delle imposte di successione, è un vero e proprio paradiso fiscale rispetto al resto d’Europa – e non solo. Tanto che, nel corso degli anni, non sono mancati i richiami, da parte della Commissione Ue, a una maggiore armonia nella legislazione della materia tra i diversi Paesi membri.

Per ora nulla è stato deciso, ma è solo questione di tempo: prima o poi le aliquote saranno probabilmente ritoccate al rialzo.
Del resto, per citare le parole pronunciate qualche giorno fa dell’economista (ed ex presidente del Consiglio) Mario Monti in un’intervista a La7, “anche se l’imposta di successione spiace a chi debba pagarla, noi abbiamo l’aliquota più bassa d’Europa”.

 

Ma come funziona in Italia l’imposta di successione?

In Italia, le aliquote e le franchigie dell’imposta sulle successioni e donazioni sono definite dall’articolo 2, comma 48, del D.L. n. 262 del 2006.

In particolare, i parenti in linea retta – quindi figli e genitori – e coniuge del defunto o del donatore non pagano alcuna imposta sull’eredità o la donazione – sia essa mobiliare o immobiliare – fino a un milione di euro per ogni beneficiario. Oltre questa soglia, si paga il 4% (quindi il 4% sulla quota che eccede il milione di euro).

L’aliquota sale poi al 6%, con una franchigia ridotta a 100mila euro, per i trasferimenti a favore di fratelli o sorelle, e resta al 6% per i trasferimenti a favore di altri parenti fino al quarto grado – per questi ultimi però non c’è franchigia: il 6% si paga su tutto.

Infine, l’aliquota sale all’8% – e la franchigia si azzera completamente – per i trasferimenti a favore di tutti gli altri soggetti. Senza considerare che ci sono anche alcune tipologie di beni (come i titoli di Stato o le polizze vita) del tutto esenti.

 

Rapporto di parentela % Aliquota e franchigia
Coniuge, parte dell’unione civile, figli, genitori, nonni, bisnonni, trisavi (genitori dei bisnonni), nipoti (dei nonni), pronipoti (dei bisnonni) e figli di questi ultimi 4% oltre il milione di euro
Fratelli e sorelle 6% oltre i cento mila euro
Zii, nipoti (figli di fratelli), pronipoti (degli zii) cugini, prozii, nuora, genero, suoceri, cognati e loro figli. Figli, nipoti, pronipoti, nonni, bisnonni e zii del coniuge 6% senza franchigia
Altri soggetti 8% senza franchigia

Fonte: Agenzia delle Entrate, Altroconsumo

 

Significa che, per trasferire un patrimonio da due milioni di euro, equamente ripartito tra due figli, non si paga alcuna imposta di successione. Ciò che invece si paga regolarmente in occasione della successione (o della donazione, che viene tassata allo stesso modo) sono le imposte ipotecarie e catastali sugli immobili, che ammontano rispettivamente al 2% e all’1%, salvo l’ipotesi in cui l’immobile figuri come prima casa dell’erede (o beneficiario della donazione): in questo caso le imposte vengono applicate in misura fissa, pari a 200 euro.

Si tratta insomma di importi molto ridotti – anche perché la maggior parte delle successioni e delle donazioni non sconta imposta: spesso, infatti, l’importo per ogni erede è inferiore a un milione di euro e i beneficiari tendono a essere figli e/o coniuge, come nell’esempio citato.

 

 

E all’estero cosa succede?

Per renderci conto di quanto la legislazione italiana sia “generosa” su questo punto, basta guardarsi un po’ intorno. Lo facciamo con l’aiuto di una recente analisi diffusa da EY (EY Worldwide Estate and Inheritance Tax Guide 2020).

 

Paese Aliquota (intervallo)
Usa 0%-40%
Giappone 10%-55%
Belgio 3%-80%
Francia 5%-45%
Germania 7%-50%
Paesi Bassi 10%-40%
Italia 4%-8%
Monaco 0%-16%
Spagna 0%-34%
Regno Unito 0%-40%

Fonte: EY Worldwide Estate and Inheritance Tax Guide 2020

 

Certo, il confronto con le legislazioni degli altri Paesi è sempre da prendere con le pinze, date le differenze anche marcate dei diversi sistemi legislativi. A maggior ragione in una materia complessa come quella della successione. Ma ci proviamo, prendendo come esempio i nostri “cugini” francesi: qui l’eredità tra coniugi (ma non le donazioni tra vivi) è completamente esente, mentre l’aliquota da applicare ai trasferimenti a favore dei discendenti e ascendenti diretti (cioè figli e genitori) varia a seconda degli importi trasferiti, con una franchigia di 100mila euro. Nel dettaglio:

 

Francia – trasferimenti a parenti in linea diretta Aliquota
Fino a 8.072 euro 5%
Da 8.073 a 12.109 euro 10%
Da 12.110 a 15.932 euro 15%
Da 15.933 a 552,324 euro 20%
Da 552.325 a 902.838 euro 30%
Da 902.839 a 1.805.677 euro 40%
Oltre 1.805.678 45%

Fonte: EY Worldwide Estate and Inheritance Tax Guide 2018

 

Significa che, in Francia, per trasferire a un erede diretto un patrimonio da un milione di euro si pagano circa 270mila euro (applicata la franchigia di 100mila euro, l’imponibile si attesta a 900mila euro, su cui si calcola l’aliquota corrispondente, in questo caso pari al 30%): non proprio briciole, se si pensa che in Italia non si paga niente.

Questa differenza si riflette anche nelle risorse incassate dallo Stato (da cui le riflessioni circa l’opportunità di alzare le aliquote e abbassare la franchigia in Italia). Secondo calcoli recenti dell’Ocse, scrive Repubblica, nel 2018 l’Italia ha incassato 820 milioni di euro sotto forma di gettito dell’imposta su successioni e donazioni, pari a circa lo 0,05% del Pil. In Francia, nel 2018, il gettito è stato pari a 14,3 miliardi di euro, cioè lo 0,61% del Pil: in altre parole, quasi tredici volte il gettito italiano in rapporto al Pil. La Germania ha incassato 6,8 miliardi, il Regno Unito 5,9 miliardi e la Spagna 2,7 miliardi.

 

Come tutelarsi da un possibile aumento?

Posto che la fiscalità sulla successione sembra destinata a cambiare nei prossimi anni, diventando più onerosa per i cittadini, come muoversi per proteggere il patrimonio? Un’idea – avvallata da diversi esperti fiscali – potrebbe essere quella di giocare d’anticipo: invece di aspettare la successione, meglio organizzare il passaggio generazionale attraverso una donazione tra vivi, beneficiando così delle regole e delle aliquote in vigore oggi – e magari mantenendo l’usufrutto degli immobili oggetto della donazione. Donando adesso il proprio patrimonio ai figli si godrebbe infatti della tassazione attuale, senza che in futuro nessuno possa rincararla di ulteriori tassi.

 



1. Patrimoniale, che cos’è e come prepararsi

 

Scritto da

La scrittura è sempre stata la sua passione. Laureata in Economia per le Arti, la Cultura e la Comunicazione all’Università Bocconi di Milano, è entrata nel mondo del giornalismo nel 2008 con uno stage in Reuters Italia e successivamente ha lavorato per l’agenzia di stampa Adnkronos e per il sito di Milano Finanza, dove ha iniziato a conoscere i meccanismi del web. All’inizio del 2011 è entrata in Blue Financial Communication, dove si è occupata dei contenuti del sito web Bluerating.com e ha scritto per il mensile Bluerating.

Ultimi commenti
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    Grazie Diana,
    farò da subito tesoro di queste informazioni.

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    Buongiorno,

    A parte il fatto che l’imposta di successione è una cosa aberrante, dal momento che è la tassa su qualcosa che è già stato a suo tempo tassato (i risparmi del “de cuius”) e che quindi dovrebbe entrare nelle disponibilità degli eredi senza ulteriori balzelli…

    Premesso questo, come mai parlate solo dei paesi che hanno un’imposta di successione più alta dell’Italia, ovvero più “ladri”, e non parlate invece di quei paesi che non hanno una tassa di successione?

    Perché ci sono anche quelli… sarebbe corretto ricordarlo!

    A questo mondo bisogna per forza uniformarsi al peggio e non al meglio?

    Grazie.

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    Ma noi siamo stratassati in altri ambiti, questi paragoni lasciano il tempo che trovano, non avrebbe senso aumentare la tassa di successione, se non riducendo drasticamente le altre imposte…

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