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Il FinTech sbarca a Wall Street con un nuovo indice azionario

La banca di investimento Keefe, Bruyette & Woods e l’operatore borsistico NASDAQ hanno lanciato il primo indice di Borsa dedicato alle aziende FinTech quotate negli USA: che cosa significa per il settore?

Dagli Stati Uniti arriva una nuova boccata d’ossigeno per il mondo del FinTech. La banca di investimento Keefe, Bruyette & Woods (gruppo Stifel Financial Corp) e l’operatore borsistico NASDAQ hanno dato vita al primo indice totalmente dedicato alle aziende tecnologico-finanziarie quotate negli USA, il KBW NASDAQ Financial Technology Index (KFTX).

Per ora il nuovo indice, che verrà ribilanciato con cadenza trimestrale, comprende 49 società, con giganti del calibro di Visa accanto a start-up come Lending Club: complessivamente, le compagnie del KFTX costituiscono il 18% del settore finanziario statunitense, con un valore di mercato di 785 miliardi di dollari.

Chi può entrare nel nuovo indice?

Il criterio di inclusione nell’indice è piuttosto ampio – non compaiono banche, ma ci sono compagnie che offrono soluzioni tecnologiche a giganti bancari, come Fiserv e Fidelity National Information Services. Inoltre non esiste una distinzione tra start-up e realtà ormai consolidate: le dimensioni non contano perché ogni componente ha lo stesso peso all’interno dell’indice, a prescindere dalla sua capitalizzazione di mercato (si tratta quindi di un indice equipesato, per molti versi strutturalmente preferibile agli indici tradizionali basati sulla capitalizzazione).

In sostanza, scrive il Wall Street Journal, per KBW e NASDAQ una compagnia deve soddisfare le tre seguenti condizioni per poter essere considerata “FinTech”.

  • La sua attività predominante deve essere la vendita di servizi finanziari. Questo esclude colossi tecnologici come Microsoft, che pur vendendo strumenti e applicazioni utilizzati dalle banche non ne fanno il loro business principale.
  • La sua attività deve avvenire prevalentemente online (anche se non esclusivamente). Questo non significa che un’azienda FinTech non possa avere una presenza fisica, ma è necessario che la maggior parte delle transazioni siano elettroniche.
  • La maggior parte dei profitti deve derivare da commissioni e non dagli interessi sui prestiti o sui depositi.

kftx

Fonte: NASDAQ Global Indexes

Perché è interessante?

La nascita di un indice dedicato è una buona notizia per il settore del FinTech, soprattutto per le aziende più piccole – anche se per ora la novità riguarda solo il mercato nordamericano.

Se il KBW NASDAQ Financial Technology Index dovesse diventare l’indice di riferimento per gli investitori interessati al FinTech, le piccole azioni che ne fanno parte potrebbero beneficiarne. E l’impatto positivo in termini di afflusso di nuovi capitali potrebbe essere anche maggiore se dovessero essere messi a listino degli ETF che replicano l’indice.

Who’s in?

Attualmente sono 49 le compagnie che fanno parte del nuovo indice sul settore FinTech. Eccole:
[accordion title=”Le compagnie incluse nell’indice KFTX”]

 

ACI Worldwide
Alliance Data Systems
American Express Co.
Bankrate
Black Knight Financial Services
Blackhawk Network Holdings
BofI Holding
Broadridge Financial Solutions
Cardtronics
CBOE Holdings
CME Group
CoreLogic
Dun & Bradstreet
Envestnet
Equifax
Euronet Worldwide
EverBank Financial
EVERTEC
FactSet Research Systems
Fair Isaac
Fidelity National Information Services
First Data
Fiserv
FleetCor Technologies
Global Payments
Green Dot
Intercontinental Exchange
IHS Markit
Jack Henry & Associates
LendingClub
MarketAxess Holdings
MasterCard
Moody’s
MSCI
Nasdaq
PayPal Holdings
S&P Global
SEI Investments
Square
SS&C Technologies Holdings
The Western Union
Thomson Reuters
Total System Services
Vantiv
VeriFone Systems
Verisk Analytics
Virtu Financial
Visa
WEX
[/accordion]
Scritto da

La scrittura è sempre stata la sua passione. Laureata in Economia per le Arti, la Cultura e la Comunicazione all’Università Bocconi di Milano, è entrata nel mondo del giornalismo nel 2008 con uno stage in Reuters Italia e successivamente ha lavorato per l’agenzia di stampa Adnkronos e per il sito di Milano Finanza, dove ha iniziato a conoscere i meccanismi del web. All’inizio del 2011 è entrata in Blue Financial Communication, dove si è occupata dei contenuti del sito web Bluerating.com e ha scritto per il mensile Bluerating.

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