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Bollettino AO | Biden e l’asso da 6.000 miliardi di dollari che piace ai mercati

I fatti salienti della settimana

Manovra da record per Biden. Il presidente statunitense Joe Biden si appresta a presentare una manovra di bilancio da 6.000 miliardi di dollari per il 2022, la più imponente dalla Seconda Guerra Mondiale, che nei prossimi 10 anni porterà il deficit oltre i 1.300 miliardi di dollari. A rivelarlo è stato il New York Times. Il totale delle spese previste è di 8.200 miliardi di dollari entro il 2031.

Good vibes dagli Stati Uniti. Intanto la seconda lettura del Prodotto Interno Lordo nel primo trimestre dell’anno ha confermato il +6,4% dei dati preliminari e le richieste di sussidi alla disoccupazione sono scese a 406.000 unità, ai minimi dall’inizio della pandemia.

Il che ha compensato l’indice di fiducia dei consumatori stabile a marzo a quota 117,2 e le vendite di case nuove, che hanno registrato un -5,9% rispetto al mese precedente.

Dagli Stati Uniti venerdì sono arrivati anche i dati sui redditi personali (invariati) e le spese per i consumi di aprile (+4,2%), importanti per valutare l’entità delle pressioni inflazionistiche.

Politica estera, un assaggio. La Casa Bianca ha annunciato che il primo faccia a faccia tra il presidente Biden e il presidente russo Vladimir Putin si svolgerà il 16 giugno a Ginevra. Il contesto è sempre quello di massima tensione, alla luce dell’interventismo russo in Ucraina e dei cyber attacchi.

E la politica estera passa anche attraverso le inchieste sulle origini della pandemia di Covid-19: Biden ha fatto sapere che saranno pubblicati i risultati di un rapporto dell’intelligence. Dichiarazioni che la Cina ha bollato come strumento di lotta geopolitica.

Ma veniamo in Europa. Nel primo trimestre dell’anno il PIL della Germania è calato più delle attese, registrando una contrazione dell’1,8% rispetto al trimestre precedente. A maggio l’indice IFO sulla fiducia delle imprese ha invece battuto le stime, a 99,2 punti.

E giungiamo in Italia. Il governo Draghi ha trovato un accordo sulla governance del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, mentre si prevede che la prima tranche da 25 miliardi di euro del Recovery Fund possa arrivare già per l’estate.

Posti di lavoro a rischio? Sarà interessante monitorare, nei prossimi mesi, i dati sul mercato del lavoro nostrano, dopo che il governo ha confermato che il blocco dei licenziamenti scadrà il 30 giugno, senza un’ulteriore proroga al 28 agosto come da alcune parti richiesto. Resta però la possibilità per le imprese di utilizzare la cassa integrazione ordinaria fino a fine anno, senza pagare addizionali, a patto di non licenziare.

Sul piede di guerra i sindacati: il segretario della CISL Luigi Sbarra ipotizza 577mila posti di lavoro a rischio e paventa uno “tsunami sociale”.

Famiglie italiane. Per una famiglia su tre, nel 2020 la situazione economica è peggiorata: a dirlo è l’indagine “Aspetti della vita quotidiana” dell’ISTAT. Il 66% delle famiglie valuta comunque le disponibilità economiche adeguate alle proprie esigenze.

E in ogni caso, secondo le stime ISTAT, a maggio l’indice del clima di fiducia dei consumatori è salito da 102,3 a 110,6 punti, avvicinandosi al livello di febbraio 2020. In crescita anche l’indice composito del clima di fiducia delle imprese, da 97,9 a 106,7 punti.

 

 

Come si sono mossi i mercati

In attesa della manovra super. Sul finire della settimana, anche nel Vecchio Continente gli investitori sono parsi più ottimisti sui tempi della ripresa post-Covid. In particolare, le indiscrezioni sulla megamanovra da 6.000 miliardi di dollari del presidente Biden sembra che abbiano un po’ dissipato le ansie su un eventuale restringimento delle politiche monetarie in scia al rialzo dell’inflazione.

Giornata di dividendi. Lunedì 24 maggio è stata giornata di dividendi per 18 delle 40 società dell’indice FTSE MIB di Piazza Affari: sono tornate in scena le banche, bloccate lo scorso anno da un intervento della BCE per via della pandemia. Con limitazioni, però: la cedola non doveva superare il 15% degli utili conseguiti tra il 2019 e il 2020.

Effetto Teheran. Petrolio condizionato dalle prospettive di un ritorno della produzione iraniana sul mercato nel momento in cui le sanzioni a carico di Teheran verranno ritirate: il Future luglio sul WTI chiude la settimana sui 67 dollari al barile, l’analoga consegna sul Brent è sui 69 dollari.

Da segnalare che in settimana l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) e l’Iran hanno raggiunto un accordo per estendere di un mese i controlli sulle attività nucleari di Teheran.

 

Indici azionari
Azioni Italia 0.89%
Azioni Europa 0.41%
Azioni Usa 1.16%
Azioni Cina 2.61%
Indici obbligazionari
Bond governativi eurozona 0.41%
Bond governativi usa 0.22%
Bond corporate usa 0.76%
Spread Btp-Bund 106 punti
Materie prime
Oro 1,898.35 (0.83%)
Petrolio Wti 67.01 (1.57%)
Valute
Cambio Eur/Usd 1.2167 (-0.36%)
Cambio Eur/Gbp 0.8596 (-0.35%)

Indici di mercato. Dati aggiornati ore 16.00 del 28/05/21

 

I market movers della settimana

Attesi nei prossimi giorni i nuovi PMI cinesi e non solo, mentre all’inizio della settimana saranno pubblicati i dati preliminari sulla produzione industriale e le vendite al dettaglio di aprile in Giappone.

Nell’area euro riflettori puntati anche sulle stime flash dell’indice dei prezzi al consumo a maggio (martedì 1 giugno). Venerdì verrà diffusa l’indagine sul mercato del lavoro USA a maggio. L’attenzione si concentrerà anche su retribuzioni, salari e buste paga, da cui potrebbero derivare nuove pressioni sui prezzi.

 


 

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