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HomeECONOMIA E MERCATICOMMENTO AL MERCATOBollettino AO | La Fed accelera sui tassi, Gazprom ci dà meno gas

Bollettino AO | La Fed accelera sui tassi, Gazprom ci dà meno gas

La Fed ci dà dentro. Tutto è iniziato con l’aggiornamento sull’Indice dei prezzi al consumo statunitense, lo scorso venerdì: 8,6% dall’8,3% del mese precedente, sopra le attese. Ciò ha rafforzato le attese degli investitori di un aumento di 75 punti base dei tassi USA.

Aumento che puntualmente c’è stato. Secondo praticamente tutti, il 2022 sarà un anno di rialzi per la banca centrale statunitense. In quest’ottica, confermati i piani di Quantitative Tightening.

Riunione d’emergenza. Nell’area euro, intanto, l’aumento dei rendimenti dei titoli emessi dai Paesi periferici ha spinto la Bce a convocare una riunione d’emergenza del Consiglio Direttivo, che si è svolta a metà settimana.

È emerso qualcosa di importante? Nì. Si parla di un nuovo strumento in chiave anti-spread, da attivare forse entro la riunione di luglio. Ma secondo l’interpretazione più condivisa, si è trattato di un segnale che la Bce ha voluto dare al mercato: se serve, sono pronta ad azionare lo scudo.

Difficile, comunque, dire in cosa potrebbe consistere tale scudo: un ulteriore programma di acquisto di obbligazioni appare al momento improbabile, in una fase in cui la Bce – così come le altre banche centrali – è spinta dall’urgenza di inasprire la sua linea politica.

La sola risposta potrebbe essere un passo in avanti verso una più concreta unione fiscale e politica nell’area euro, come sottolinea Mark Dowding, cio di BlueBay. Ma c’è da capire quanta collaborazione sono realmente disposti a garantire i governi nazionali, specialmente quelli dei Paesi più fragili (Italia, ci sei?).

Tra parentesi: da agosto la Grecia sarà fuori dal regime di sorveglianza speciale, mentre a gennaio la Croazia entrerà nell’euro.

Anche la BoE e la Svizzera alzano. Nel Regno Unito, la Banca d’Inghilterra ha deciso di aumentare i tassi di 25 punti base, portandoli all’1,25%, e ha avvertito che l’inflazione dovrebbe salire sopra l’11% entro fine anno. Per la prima volta in 15 anni, anche la Banca centrale svizzera ha alzato i tassi di interesse, da -0,75% a -0,25%.

 

 

E la Bank of Japan che fa? La Banca del Giappone va per la sua strada e si conferma ultra-accomodante: così, in settimana ha ribadito l’impegno a mantenere i tassi “ai livelli attuali, o anche più bassi”, per dare supporto alla debole ripresa economica del Giappone dall’ultima ondata di Covid-19. In calo lo yen.

La guerra del gas. Ebbene sì: Gazprom ha ridotto del 35% la fornitura all’Italia. Siamo in buona compagnia: giù del 40% il gas che ogni giorno arriva alla Germania attraverso il gasdotto Nord Stream 1, e anche l’Austria ha evidenziato una flessione. L’ambasciatore russo nell’Ue Vladimir Chizhov ha addirittura detto che le forniture all’Europa attraverso Nord Stream 1 potrebbero essere sospese. Il prezzo del gas è tornato a salire.

Memorandum per il gas. L’Unione europea ha firmato un memorandum d’intesa con Israele ed Egitto. “Con questo accordo lavoreremo sulla fornitura stabile di gas naturale all’Ue dalla regione del Mediterraneo orientale”, ha detto dal Cairo la presidente della Commissione Ursula von der Leyen.

Fame di greggio. Bella la transizione energetica. Ma intanto il mondo continua ad aver fame di petrolio. Tra il 13 e il 16 luglio, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden farà tappa in Israele, Cisgiordania e Arabia Saudita, dove incontrerà il principe Mohammed bin Salman, per cercare di convincere il Paese ad aumentare la produzione di petrolio.

Nel suo report mensile, intanto, l’Opec ha rivisto al rialzo le stime sul consumo di greggio nella seconda metà del 2022.

La “tassa occulta”. Secondo le stime Istat, a maggio l’inflazione ha registrato un aumento dello 0,8% su base mensile e del 6,8% su base annua, come non avveniva dal 1990.

 

Come si sono mossi i mercati

Il risveglio dell’Orso. “Con un ruggito assordante, il mercato azionario statunitense si è gettato a capofitto nel territorio dell’Orso”, scrivevano i redattori di Bloomberg facendo il punto sulla seduta di lunedì 13 giugno. A monte, i dati sull’inflazione Usa, che come detto hanno dato corpo alle attese di un aumento Fed da 75 punti base.

A subire le maggiori ripercussioni del crollo di inizio settimana sono state le azioni tecnologiche, come vi abbiamo già raccontato. I rendimenti dei Treasury a 10 anni, dal canto loro, sono saliti ai massimi dal 2011.

Giornate in rosso anche per le Borse europee, che hanno cambiato direzione dopo l’annuncio della Bce sullo scudo anti-spread e sulle misure anti-frammentazione. Conseguente restringimento anche per lo spread tra Btp e Bund e per il rendimento del nostro decennale.

L’indebolimento dello yen. Sul mercato valutario, va segnalato il calo dello yen, che rende più costose le importazioni, con relativi riflessi sull’economia. La Bank of Japan ha assicurato che “monitorerà attentamente” l’impatto delle oscillazioni dei rapporti di cambio sui fondamentali economici.

Vita dura per le cripto. Anche le oscillazioni dei prezzi delle criptovalute hanno continuato a richiamare l’attenzione. La capitalizzazione totale del mercato è scesa sotto i 1.000 miliardi di dollari. E molte valute hanno registrato perdite superiori al 60% rispetto al loro picco.

 

Indici azionari Performance settimanale Performance da inizio mese
Azioni Italia -3.25% -8.89%
Azioni Europa -4.55% -7.67%
Azioni Usa -6.11% -10.31%
Azioni Cina -4.10% 5.55%
Indici obbligazionari Performance settimanale Performance da inizio mese
Bond governativi eurozona -1.95% -6.02%
Bond governativi usa -1.21% -2.04%
Bond corporate usa -1.59% -1.22%
Spread Btp-Bund 201 punti 14.06%
Materie prime Performance settimanale Performance da inizio mese
Oro 56.57 eur/gr (0.80%) 2.20%
Petrolio Wti 115.75 usd/barile (-4.85%) -1.77%
Valute Performance settimanale Performance da inizio mese
Cambio Eur/Usd 1.0473 (0.72%) -0.60%
Cambio Eur/Gbp 0.8573 (-0.08%) 1.50%

Indici di mercato. Dati aggiornati ore 17.00 del 17/06/22.

 

I market movers della prossima settimana

Martedì conosceremo i nuovi dati sulle vendite di case esistenti negli Stati Uniti a maggio e l’aggiornamento relativo all’indice dell’attività nazionale della Fed di Chicago sempre per il mese di maggio.

Giovedì sarà la volta dei Pmi dei settori manifatturiero e dei servizi di giugno relativi a Eurozona, Germania e Francia. Attesi anche i Pmi manifatturiero e dei servizi di giugno per gli Stati Uniti.

Venerdì avremo infine novità sul sentiment Usa dell’Università del Michigan e sulle vendite di case nuove.
 


 

 

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