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BollettinoAO | Nuovi dettagli (e nuovi dubbi) sulla riforma fiscale di Trump, mentre l’Euro si indebolisce

La nostra moneta unica chiude la settimana con la peggiore perdita del 2017: la vittoria poco convincente della Merkel intimorisce l’Eurozona. Dagli Stati Uniti la riforma fiscale di Trump promette bene, ma la realizzazione sembra ancora lontana.


Quali sono stati i fatti salienti della settimana?

  • E siamo a quattro. Come ci si aspettava dai sondaggi, le elezioni tedesche hanno visto la vittoria di Angela Merkel che è si riconfermata Cancelliere in Germania. Ormai al quarto mandato, la Merkel ha ancora una volta in mano le sorti della “locomotiva d’Europa“, su cui tuttavia aleggiano i dubbi sulla formazione di una solida maggioranza alla Bundestag.
  • Tempo di riforma. Dagli Stati Uniti sono arrivati nuovi dettagli relativi alla riforma fiscale di Trump, annunciata lo scorso maggio. Come atteso, i potenziali interessati della  riforma saranno sia i privati che le imprese, che dovrebbero vedere ridursi il livello delle imposte dall’attuale 35% al 20%. Restano tuttavia ancora perplessità, soprattutto in merito all’impatto sui conti pubblici, dal momento che non sono state rese note informazioni sulle coperture finanziarie.
  • Settimana di dati. Questa settimana sono stati molteplici i dati comunicati per il Belpaese: ad agosto migliora il commercio italiano verso i Paesi extra UE e anche il dato relativo alla fiducia sulle imprese, che tocca i massimi da agosto 2007 (108 punti). Nell’ultimo trimestre migliora anche l’occupazione (+0,2%), ma l’inflazione (core inclusa) non aumenta come sperato, anzi nel mese di settembre subisce un calo dello 0,3% su base mensile.

Grafico della settimana

Sono oramai passati circa 10 anni dallo scoppio della crisi dei mutui subprime negli Stati Uniti, culminata con il fallimento della banca d’affari Lehman Brothers e con l’affossamento del mercato immobiliare americano. I riflessi di quella profonda crisi hanno intaccato e indebolito successivamente anche l’Europa, caduta in crisi nel 2011 e solo ora (finalmente) tornata sulla stabile strada della crescita. Oggi in che condizioni versa il mercato immobiliare mondiale? Se Milano e New York non preoccupano, il Canada risulta il Paese più preoccupato e gravato dall’eccessiva costruzione e valutazione dei suoi immobili.

Come si sono mossi i mercati

Settimana moderatamente positiva per le principali piazze finanziarie dei Paesi Sviluppati. Negli Stati Uniti le indicazioni fornite da Trump sul piano di riforma fiscale hanno dato la spinta alla Borsa statunitense, mentre tra i Paesi Emergenti segnaliamo la settimana negativa per la Borsa brasiliana, su cui pesa l’instabilità politica degli ultimi mesi.

Gli indici rappresentativi dei principali settori dell’attività economica chiudono la settimana pressoché ovunque in negativo. Tra i positivi, il settore energetico che continua a beneficiare della ripresa del petrolio, e il finanziario su cui giovano le prospettive di un futuro rialzo dei tassi da parte della FED.

I mercati obbligazionari chiudono la settimana sostanzialmente invariati: solamente il mercato obbligazionario internazionale chiude con una performance del -1,1%, mentre lo spread tra il nostro titolo decennale e il corrispettivo tedesco è invariato a 165 punti. Sul mercato valutario, l’euro chiude la peggiore settimana da inizio anno con un netto -1,1% contro il dollaro USA, a quota 1,18 dollari. L’incertezza sulla tenuta politica della Merkel in parlamento pesa anche sull’Eurozona. Il petrolio infine prosegue la corsa, riportandosi sui massimi degli ultimi nove mesi.

In agenda

Ecco i principali dati macroeconomici che saranno pubblicati nel corso della prossima settimana (fonte: Bloomberg).

Europa – Per l’Eurozona saranno comunicati i dati relativi agli indici PMI dell’agenzia Markit del mese di settembre, insieme al valore delle vendite al dettaglio e al tasso di disoccupazione, atteso in calo al 9%, dal precedente 9,1%. Gli indici PMI saranno comunicati anche per gli altri paesi della zona Euro, mentre per il nostro Paese l’attenzione è rivolta alla giornata di venerdì quando l’agenzia di rating Moody’s comunicherà l’aggiornamento sul rating del debito sovrano. In settimana saranno rilasciati i dati relativi alle vendite al dettaglio di agosto e il rapporto deficit/PIL aggiornato al secondo trimestre.

Anche per il Regno Unito saranno comunicati i valori aggiornati degli indici PMI di settembre dell’agenzia Markit.

USA – Dagli Stati Uniti attenzione ai dati sul mercato del lavoro, tra cui (soprattutto) gli occupati del settore non agricolo (Nonfarm Payrolls) di settembre, attesi in calo rispetto allo scorso mese, e il tasso di disoccupazione atteso stabile al 4,4%. Saranno inoltre comunicati i valori dei diversi indici PMI, tra cui quello del settore manifatturiero che è atteso in calo.

Giappone e Emergenti – Dal Paese del Sol Levante saranno pubblicati i valori degli indici PMI dei diversi settori relativi al mese di settembre. Dal fronte dei Paesi Emergenti occhi puntati sulla produzione industriale del Brasile, sugli indici PMI della Russia e sulla riunione della Banca Centrale dell’India, da cui non sono attese rilevanti operazioni sui tassi d’interesse (ora fermi al 6%).


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