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HomeECONOMIA E MERCATICOMMENTO AL MERCATOInvestire nell’energia conviene? Ecco cosa devi sapere sulle utilities europee

Investire nell’energia conviene? Ecco cosa devi sapere sulle utilities europee

 La crescita delle energie rinnovabili sta minacciando le utilities tradizionali, sostituendole con qualcosa di meno affidabile e molto  più costoso
The Economist, 12 Ottobre 2013

La generazione di energia  convenzionale [...] sta combattendo per la sua sopravvivenza
Bernhard Günther, Direttore Finanziario della compagnia elettrica tedesca RWE

In Europa,  i produttori di energia elettrica tradizionale si trovano di fronte ad una minaccia esistenziale: la sempre crescente importanza delle energie rinnovabili come fonte alternativa di energia.

Questo non è l’unico fattore di cambiamento. Diverse infatti sono le motivazioni che contribuiscono o  hanno contribuito ad aggravare le difficoltà  interne del settore delle utilities europee, minando alla base la sostenibilità del sistema elettrico europeo. Tuttavia,  per il momento, il nuovo sistema elettrico che si va delineando sembra reggere e la Germania, principale pioniere di questo cambiamento in Europa, si adopera per la sua stabilità. Ma i dubbi sono forti e i rischi per il futuro ci sono, dovuti soprattutto all’impatto che l’avvento delle energie rinnovabili potrebbe avere sul sistema.

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I risparmiatori devono preoccuparsi?

In un contesto come quello attuale di tassi d’interesse bassi, le utilities dovrebbero essere preferite (teoricamente) dai risparmiatori con orizzonte temporale d’investimento di lungo termine. Da una parte generano cassa e dall’altra distribuiscono dividendi (che, in media, sono storicamente più elevati di quelli di altri settori). Tuttavia questo potrebbe non essere più vero, almeno per alcune società leader nel settore.

Andiamo per gradi e analizziamo le difficoltà interne del settore, i rischi sottostanti la trasformazione del modello di business tradizionale e le sfide che il  mercato ha di fronte.

Il mercato delle utilities, dopo il picco raggiunto nel 2008, è stato caratterizzato da una sorprendente discesa dei prezzi, che ha contribuito a contenere i margini di profitto delle aziende del settore.

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Tuttavia le difficoltà interne erano presenti già prima. Durante gli anni 2000, il settore investiva troppo in capacità energetica da combustibili fossili, ma il mercato dell’elettricità non è cresciuto allo stesso modo, perfino nei momenti più favorevoli.

Sono tre i fattori che hanno contribuito maggiormente a mettere il settore sotto pressione.

  1. Il disastro nucleare di Fukushima in Giappone, che ha portato alla chiusura di otto centrali nucleari in Germania (altre nove chiuderanno entro il 2022);
  2. La caduta della domanda. La depressione della domanda interna in Europa, insieme all’eccesso di offerta di energia elettrica, hanno causato la riduzione del prezzo.
  3. La rivoluzione dello shale gas in America e la connessa deregolamentazione del mercato dell’elettricità in Europa hanno esacerbato l’eccesso di offerta di energia elettrica. Ad oggi, le rinnovabili contribuiscono per quasi la metà della capacità produttiva di energia elettrica in Germania e circa un terzo in Spagna e Italia.

In particolare, la rivoluzione dello shale gas ha favorito in Europa l’appropriazione di sempre maggiori quote di domanda di mercato da parte delle rinnovabili a scapito degli impianti tradizionali (a carbone, energia nucleare e idroelettrica). Questo rischia di rendere fragile e costoso il sistema di fornitura dell’energia. Infatti, gli impianti tradizionali devono svolgere il ruolo di fornitori di ultima istanza, data la variabilità dell’offerta di energia elettrica che caratterizza le fonti rinnovabili (si pensi all’energia solare o eolica dipendente dal tempo e libera). In aggiunta, la deregolamentazione del settore delle rinnovabili, al fine di favorire la produzione con queste fonti, ha stabilito la grid priority: si dà la precedenza alle rinnovabili per soddisfare la domanda rispetto agli impianti tradizionali. Questi ultimi entrano in funzione solo quando la domanda è superiore all’offerta di produzione incentivata. Tutto ciò rende più volatile il mercato dell’energia elettrica con effetti devastanti sui profitti (si pensi al crollo dei prezzi del giugno 2013).

La trasformazione in atto del modello di business e le difficoltà interne del settore (aggravate dal calo dei prezzi dell’energia), rischiano di impedire lo svolgimento del ruolo di generators of last resort degli impianti tradizionali e di generare costi economici di sostenibilità del nuovo sistema elettrico europeo.

Le sfide dei governi sono difficili e i rischi per il sistema nel lungo termine esistono. L’Europa in generale e la Germania in particolare (pionieri di questo sviluppo) dovranno quindi progettare un sistema elettrico sicuramente migliore, senza ridurre l’affidabilità e imporre costi eccessivi e inutili.

Come investire nelle utilities

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I rischi esistenti impongono, a maggior ragione, la costruzione di un portafoglio diversificato in cui le Utilities sono presenti in piccola percentuale (date un’occhiata alla nostra ultima asset allocation).

Considerando la strategia di costruzione di portafoglio da un punto di vista tattico (di breve periodo), il settore delle utilities europee negli ultimi mesi ha mostrato valutazioni complessivamente positive. In tal senso, abbiamo inserito le Utilities all’interno dei nostri Portafogli Express.

In un’ottica di lungo periodo, chi vuole investire in questo settore deve mantenere una buona diversificazione di portafoglio e puntare su aziende solide in termini di fondamentali, in grado di reagire meglio ai cambiamenti in atto. Inoltre, è importante monitorare l’andamento della domanda interna in Europa (uno dei fattori che abbiamo visto contribuire a penalizzare le utilities tradizionali), il cui aumento potrebbe arrivare solo da una ripresa economica.

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Ultimi commenti
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    Gestisco una piccola impresa che si occupa di laminati e ho come fornitore energetico E.on, scelto per via di alcune tariffe molto interessanti tra cui
    ProfiloMercato, che in pratica segue gli andamenti dei mercati dell’energia per
    i costi alle aziende.
    Io mi trovo molto bene, fino ad oggi ho notato un risparmio netto rispetto al 2013, cosa ne pensate di un’azienda che fa proposte simili ? Non sarebbe giusto che anche su altri servizi ci fossero delle opportunità simili ?
    Saluti, Gianni Lusi

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    ciao ragazzi, ho fatto un po’ di ricerca. E.ON mi sembra il migliore sul mercato, sicuramente è meglio di Enel Energia. Che ne pensate? Voi che avete?

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