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Riassunto mensile di giugno: l’economia tiene, l’inflazione rallenta, i tassi salgono

L’attesa era tutta per i meeting di Banca centrale europea e Federal Reserve a metà giugno. La Fed ha lasciato i tassi al 5-5,25%. Per quanto riguarda Francoforte, gli occhi degli analisti non erano puntati tanto sullo scontato rialzo dello 0,25% dei tassi d’interesse (quello di riferimento è arrivato al 4%), quanto sulle indicazioni sul prosieguo del cammino monetario.

 

I fatti salienti del mese di giugno

Le notizie non sono state buone e si sono aggravate nel corso del simposio di Sintra, in Portogallo, quando la presidente della Bce Christine Lagarde ha parlato della necessità di nuovi rialzi dei tassi, di una politica di navigazione a vista basata sui dati e di un’inflazione persistente.

L’annuncio di un nuovo rialzo a luglio e di un probabile nuovo ritocco al costo del denaro in autunno ha indisposto l’Italia, che tramite il presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è lamentata contro le nuove strette che penalizzerebbero troppo imprese e famiglie.

Lo stesso presidente Fed Jerome Powell, che a giugno ha optato per non rialzare i tassi, ha anticipato che saranno necessari ulteriori ritocchi (almeno due o tre) nei prossimi mesi.

Sia per la Bce che per la Fed il problema non è tanto il dato generale (in netto calo al 5,5% a giugno per l’Eurozona e al 4% a maggio per gli Usa), ma il dato core – ovvero depurato da alimentari freschi e costi energetici – che è rimasto elevato al 5,4% in Europa e al 5,5% in Usa e fa temere nuove stangate sui tassi.

A fare da contraltare, innescando un rimbalzo potente delle Borse, sono i dati inflazionistici che, Germania a parte, hanno visto calare il dato su base annua in modo cospicuo (fatto salvo il dato core, che rimane in ribasso frazionale e insufficiente). Cosa che fa ben sperare sulle tendenze future dei prezzi.

In tutto questo, un’importante economia europea, la Spagna, è scesa all’1,9% di inflazione su base annua ed è la prima a centrare l’obiettivo di politica monetaria della Bce che è per una crescita generale dei prezzi non superiore al 2%.

Ma più che i dati sull’inflazione, a galvanizzare i listini è un’economia Usa che appare tutt’altro che vicina alla recessione, come invece si temeva. Nel primo trimestre, infatti, la crescita è stata del 2%, molto sopra alle stime dell’1,2-1,3% precedenti. Se l’economia Usa tiene, anche quella di molti altri Paesi – anche in Europa – ne beneficerebbe con un aumento delle esportazioni e quindi maggiore crescita economica.

Negli States, l’ultimo balzo borsistico ha portato la Apple a valere oltre 3mila miliardi di dollari, più del Pil della Francia.

 

 
Mentre proseguono le tensioni tra Stati Uniti e Cina, Pechino dal canto suo sperimenta un periodo relativamente poco brillante: gli esperti di Goldman Sachs hanno tagliato le stime di crescita al 5,4% per il 2023 al posto del 6% inizialmente previsto. Limate al ribasso anche le previsioni per il 2024. I motivi risiedono negli scricchiolii del mercato immobiliare e nell’indebolimento della fiducia dei consumatori.

In Italia, nel frattempo, è venuto a mancare Silvio Berlusconi, più volte presidente del Consiglio e personaggio di rilievo anche per quanto riguarda la finanza del Paese, essendo proprietario attraverso Fininvest di oltre la metà di Mfe (l’ex Mediaset) e del 30% di Banca Mediolanum. I mercati sono in attesa dell’apertura del testamento, per conoscere eventuali riassetti nell’impero da oltre 6 miliardi di euro.

In Russia ha fatto scalpore l’iniziativa della milizia mercenaria Wagner, capeggiata dal miliardario Evgenij Prigožin, che ha marciato su Mosca arrivando a circa 200 chilometri dalla capitale prima di ritirarsi. Segno di alcune crepe all’interno del fronte russo, mentre in Ucraina le truppe di Kiev stanno intensificando gli sforzi sulla controffensiva con successi per ora assai modesti.

 

Come si sono mossi i mercati

Il Ftse Mib in Italia ha guadagnato l’8,37% ed è salito sopra quota 28mila punti, raggiungendo il livello precedente la crisi del 2008. Guadagna, anche se di meno, il Dax tedesco, in progresso del 3,09% (qui è pesato il dato sul Pil, che ha fatto scivolare il Paese in recessione tecnica). Avanti pure il Cac40, del 4,25%.

Negli Usa l’S&P 500 è salito del 6,47%. Sugli scudi Nasdaq, l’indice che raccoglie i titoli tecnologici, che ha guadagnato il 4,35% della sua capitalizzazione proseguendo il suo momento positivo.

In Asia, il Ftse China A 50 ha guadagnato il 3,2%. Più robusta la crescita dell’Hang Seng a Hong Kong (6,12%). In Giappone, va alla grande il Nikkei, su del 9,28%.

Sul fronte obbligazionario, il rendimento del bond decennale Usa è cresciuto nel mese al 3,85% (dal 3,67%). In Europa, lo spread Btp/Bund è lievemente sceso a 166 punti base (da 178). Stabile il rendimento del Btp decennale al 4,05%, mentre sale lievemente il Bund tedesco a 10 anni al 2,37% e in scia l’Oat francese decennale a 2,92%.

Per quanto riguarda le commodity, l’oro è scambiato a 1.912 dollari l’oncia, con un piccolo deprezzamento nel corso dell’ultimo mese. Il gas naturale europeo sale e arriva a fine mese a 37 euro al megawattora (dai 24 del mese scorso). Il petrolio è salito lievemente a 75 dollari al barile per il Brent. Wti a quota 70.

Sul fronte valute, euro in guadagno sul dollaro.

 

Cosa monitorare nel mese di luglio 2023

Inevitabile che si continui a parlare di banchieri centrali, con le riunioni di Bce (27 luglio) e Fed (25-26 luglio) che potranno dare indicazioni non solo sui nuovi (probabili) aumenti dei tassi d’interesse ma anche sul futuro sentiero della politica monetaria dopo aver conosciuto i nuovi dati sull’inflazione.

Inizierà la grande stagione dei conti trimestrali negli Stati Uniti, che saranno probabilmente viste dai mercati come un indicatore sulla direzione della principale economia mondiale.

Attesi verso fine mese anche i dati economici delle principali economie europee per quanto riguarda il secondo trimestre, dopo che negli ultimi tempi si erano accumulati segnali di un rallentamento economico generalizzato.

Sempre sotto i riflettori l’andamento del conflitto russo-ucraino.

 


 

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