a
a
HomeECONOMIA E MERCATIECONOMIA, POLITICA E SOCIETA'Amici Europei, abbiamo un problema: la Germania

Amici Europei, abbiamo un problema: la Germania

È come una cernia arroccata nella sua tana. Per nessuna ragione vuole uscire dal suo buco. La Germania non vuole saperne di finanziare aiuti sostanziali ai Paesi dell’Eurozona in maggiori difficoltà. Resiste con tutte le forze ad un cambio di ruolo alla BCE – sì, perché ormai lo hanno capito tutti: per chiudere positivamente questa crisi, la BCE deve fare il prestatore di ultima istanza –  tirare fuori il “big bazooka”. Cioè avere la possibilità di comprare, senza limiti, i titoli di Stato dei Paesi dell’Eurozona e stampare denaro. Funziona? Stati Uniti, UK, Giappone hanno finanze pubbliche più malconce di Italia e Spagna, ma hanno il “big bazooka” e quindi nessuno le va a molestare.

Funziona, funziona… come la Magnum 44 dell’ispettore Callaghan. Avere un prestatore d’ultima istanza stronca la possibilità di fallimento alla radice, senza speranza, ricreando la spirale positiva della fiducia. E per far questo occorre correre a riscrivere i trattati e le regole del gioco, compattando l’Eurozona dal punto di vista fiscale e, inevitabilmente, politico.

A situazioni estreme si reagisce in modo estremo, in fretta. Si è già aspettato troppo, l’Eurozona è sempre qualche passo indietro rispetto al dovuto. E il freno alle misure d’emergenza è spesso la Germania. I politici teutonici temono, chiedendo qualche sacrificio per l’Europa, di perdere il consenso del loro elettorato (…è sempre la stessa storia).

Poi c’è questo atavico timore germanico per l’inflazione. Ancora ieri Weidmann, tedesco della BCE, ha dichiarato: “la BCE non può fare il prestatore  d’ultima istanza”. Con Merkel a rincarare la dose dicendo che “gli Eurobond non sono la soluzione alla crisi” e che: la BCE non può tirar fuori il “big bazooka” (e ci si è messo pure Mario Draghi).

E già, la Germania teme più d’ogni cosa l’inflazione. Ha incorporato nel suo DNA la cupa memoria della Repubblica di Weimar. Ora, però, diciamocelo: non se ne può più di questa ossessione per l’inflazione. Perché per sopravvivere, l’Eurozona deve innanzitutto crescere. E all’inflazione si pensa dopo. Non volere adottare misure d’emergenza è come rifiutarsi di prendere gli antibiotici quando si ha la polmonite acuta perché “non bisogna abusare degli antibiotici”.

I tedeschi insistono con l’idea del rigore di bilancio, un’austerità che dovrebbe portare nel lungo termine a finanze pubbliche sostenibili, che restituiranno fiducia, perché usare la BCE come prestatore d’ultima istanza spingerebbe i Paesi a sbragare, bla bla bla. Certo, ci vuole il rigore di bilancio, chi dice di no…. Ma al ritmo attuale dei mercati finanziari, il lungo termine è un traguardo irraggiungibile: bisogna essere un’economia VIVA per parlare di rigore di bilancio. E se si continua così, ritardando azioni coraggiose e decisive, l’Eurozona imploderà prestissimo.

Quello del rigore e del controllo sull’inflazione è un credo teutonico al quale la Germania obbedisce solidamente, come ha fatto altre volte nella sua storia. Quando penso a questo, mi viene in mente che la Germania ha prodotto geni come Einstein, Leibnitz, Nitsche, Hesse, Beethoveen, solo per citarne alcuni –  e come dimenticare i Rammstein 😉 Ma, posso dirlo? È notoriamente stata anche la culla per il peggior fenomeno di stupidità criminale collettiva della storia.

Qui c’è bisogno di un Churchill continentale. La classe politica tedesca deve svegliarsi, prendere il coraggio a due mani e parlare chiaro agli elettori. I quali, a quanto pare dai racconti di amici che in Germania ci vivono, non hanno capito che se l’Euro salta, allora hanno finito di esportare ai ritmi attuali: con altissima probabilità la loro valuta si apprezzerebbe. Assai. E con il calo delle esportazioni che ne conseguirebbe immediatamente, il loro attuale tasso di disoccupazione, ai minimi da 20 anni, resterebbe un bel ricordo. Fine, per chi le ha viste, delle lunghe file di auto in uscita dalla città tedesche per il weekend – espressione di noncurante opulenza: paurosa densità di auto di fascia alta munite di carrelli con barche, alianti, moto, canoe, aerei ultraleggeri, mountain-bike biammortizzate e ogni sorta di bene atto a soddisfare i bisogni di quindicesimo livello. Così come sparirebbero certe abitudini d’acquisto che (fonte Bloomberg) Greci, Spagnoli, Portoghesi, Irlandesi e Italiani hanno già sensibilmente rivisto verso il basso. I Tedeschi ancora no. Loro comprano: le vendite di gioielli, orologi, giochi e gadget elettronici in novembre e dicembre sono attese in aumento rispetto all’anno scorso.

Il consumatore medio tedesco dichiara “La crisi non ha assolutamente avuto effetto sulle mie abitudini d’acquisto” (Bloomberg). Prosit. L’indice di confidenza dei consumatori tedeschi è quello messo meglio in EU, proprio come i loro salari, in salita (è chiaro che a queste notizie il consumatore mediterraneo diventa una belva).

Indice di stipendi e salari tedeschi (var.% annua). Clicca per ingrandire.


Questa situazione ha corpo da ippopotamo e gambette da coccinella: o la Germania cambia registro, o pagherà cara la sua pervicacia. Che i conti pubblici tedeschi siano meno buoni di quanto i politici vorrebbero far credere al mondo (discorso analogo vale per gli USA) se ne stanno gradualmente rendendo conto i media, come dimostra il recente articolo di Der Spiegel. Ne ha parlato ieri Bilba, proprio su questo blog.

E mentre regna l’inazione politica a livello comunitario, il buco nero della crisi continua ad attrarre Paesi dell’Eurozona sempre meno periferici: salgono i tassi d’interesse sui titoli di Stato, sale il costo del debito pubblico, si introducono maggiori misure d’austerità, le aspettative di crescita diminuiscono, peggiora il rating, diminuisce la fiducia, risalgono i tassi d’interesse governativi e via andare, in un vortice sempre più veloce che passa dall’economia finanziaria a quella reale… attenta Germania, il buco nero si può ancora contrastare, ma bisogna agire. Ora!

Scritto da

Con www.adviseonly.com la finanza non è mai stata così semplice. La nostra missione è spiegarvi il mondo degli investimenti in modo chiaro e senza giri di parole, per rendervi investitori più informati e consapevoli.

Nessun commento

lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.